Hannah versus l’albero è una storia di dolore e vendetta che a tratti assume i connotati di un thriller, ma che innesca pensieri complessi che vanno ad infilarsi nelle pieghe più profonde dei rapporti umani.
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Il nuovo romanzo di André Aciman (Guanda 2019) è come una raccolta di tre racconti, dove i personaggi dell’uno sono presenti anche nell’altro e ci conducono a scoprire i pensieri, le speranze, il loro desiderio di riunirsi.
Un susseguirsi di storie e di personaggi, alcuni reali e altri al limite del grottesco e dell’assurdo. Murakami Haruki proietta il lettore in un universo sconosciuto ma piacevolissimo, in cui non ci poniamo troppe domande.
Nel segno dell’anguilla è un intrecciarsi dei ricordi di momenti passati col padre e approfondimenti, curiosità, aneddoti su questo emblematico animale che ha accompagnato la crescita e la trasformazione da bambino in uomo adulto.
Ci troviamo di fronte a «un manuale di sopravvivenza per aspiranti scrittori» che non gira troppo intorno alla questione, non la prende alla lontana, non indora la pillola e via dicendo.
Un vero e proprio vortice di parole che se da un lato può risultare spiazzante per chi legge, dall’altro ha il grande pregio di descrivere con precisione il turbine di idee che affolla la mente di due ragazzi.
L’asino del Messia è un album di ricordi che scorre veloce, saltando da una pagina all’altra, da una sensazione che richiama un momento, un’emozione. Dalla musica dei Rolling Stones, dei Doors dell’Europa, alla voce calda da mezzosprano fortissimo ma con dolcezza di Asmahan, che scopre in un bar, la foto in bianco e nero della copertina, incantato dagli occhi come si trattasse di una magia.