Questa intervista a Francesca Mannocchi arriva a poche settimane dall’uscita del suo ultimo romanzo, Bianco è il colore del danno (Einaudi). Il racconto intimo e personale del percorso che l’autrice ha intrapreso dopo la diagnosi di sclerosi multipla. Non solo quindi la cronaca degli eventi, ma pensieri, paure, dubbi, sensazioni e ricordi.
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Un libro per tutti coloro che vogliono sentirsi al tempo stesso madri, padri, figli e figlie, ma anche compagne e compagni, sani e malati. A coloro che vogliono ricucire per tornare ad essere “interi”.
«C’è una forza di gravità esistenziale che ci muove e che muove tutto il libro di Elena Varvello». Proprio grazie a quella forza riusciamo ad entrare in contatto con ogni pagina e con ogni protagonista.
Sono stati scritti tanti libri sul nazismo e sull’Olocausto, ma Le Benevole (Einaudi) ha un posto particolare. Non è un romanzo storico vero e proprio, ma una grande opera epica in cui si concentrano storia, eventi, sensazioni e caratteristiche di un’epoca intera, anche dal punto di vista letterario.
Ohio è come un grande puzzle in cui è il lettore a dover mettere insieme i pezzi fino ad arrivare al segreto che unisce le vite dei protagonisti. Ferocia, rabbia e pietà fanno da cornice alla perdita dell’innocenza.
Trilogia della città di K (Einaudi) è una favola nera che ritrae e descrive alla perfezione un’epoca (la storia è una palese metafora della Seconda Guerra Mondiale e degli anni successivi) che ha prodotto orrori, deformazioni materiali e morali.
Valeria Parrella ha scritto una storia che tutti dovrebbero leggere, perché ci insegna che il disprezzo è un sentimento che prova solo chi è stato disprezzato, che i giudizi e i preconcetti è meglio lasciarli da parte, che oltre i confini, le idee e i pregiudizi esistono terreni da esplorare.