Il 27 giugno è uscito su Netflix Dark 3, l’ultima stagione della serie televisiva probabilmente più bella dell’anno, e di sicuro la migliore proposta dalla piattaforma.
Ancora una volta nel segno dell’originalità e dei colpi di scena, Dark 3 ha proseguito nel cammino della complessità che aveva contraddistinto le prime due stagioni, lasciando ancora una volta i fans a bocca aperta.
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La trama
Siamo di nuovo a Winden, dove avevamo lasciato le quattro famiglie protagoniste della vicenda (i Kahnwald, i Doppler, i Nielsen e i Tiedemann) alle prese con la risoluzione di molteplici misteri che non solo le vedevano legate, ma che le hanno costrette a strani e pericolosi viaggi nel tempo.
Dopo la scomparsa di due bambini nell’estate 2019, i misteri si sono fatti sempre più fitti, tanto che in Dark 3 non siamo più di fronte a salti temporali ma a veri e propri passaggi tra mondi diversi. O per meglio dire, nuovi mondi si aggiungono alla vicenda, e i passaggi avanti e indietro negli anni si moltiplicano.
Cosa farà Adam per interrompere il circolo che ha dato vita a tutto questo? E cosa farà Eva dal canto suo per tentare di volgere la partita a suo favore? Sono questi infatti i due mondi sui quali si gioca la sfida, quello di Jonas e quello di Eva (che in realtà già conosciamo molto bene). C’è stato un momento in cui tutto ha avuto inizio, “L’origine” delle cose e dei mondi. Dark 3 ce ne svela il significato.
Dark 3. La recensione
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una trama complessa, che sembra avvolgersi e rinchiudersi su se stessa, fino allo snodo finale che metterà ogni cosa al suo posto. Tecnicamente Dark è una serie che non ha difetti, e narrativamente parlando rimane impressa in maniera potente negli occhi e nelle menti degli spettatori.
Dark 3 prosegue ciò che le prime due stagioni avevano iniziato, portandoci poi lentamente e faticosamente (per la straordinaria quantità di avvenimenti e piani temporali) verso il finale. Un messaggio è chiaro sin da subito, e seguirà da vicino le vicende di ogni protagonista: per far accadere una cosa, è prima necessario lasciarne un’altra.
Infiniti déjà vu si susseguono negli otto episodi di cui si compone Dark 3, proponendoci costantemente la lotta eterna tra bene e male, tra luce e tenebre. Nella dualità però si innesca un terzo elemento, un piano intermedio ed una nuova possibilità che fornisce alla storia una strada nuova.
Nessuno dei protagonisti è davvero preparato a lasciar andare qualcosa, nessuno sembra aver compreso davvero il senso di questa lotta contro il tempo e contro tutti i mondi possibili. Per evitare che ogni cosa si ripeta per sempre, insomma, serve uno sguardo nuovo, una presenza “terza” che muova le pedine, qualcuno che vada oltre ciò che fino ad ora abbiamo conosciuto.
I commenti
Il finale di Dark ha impressionato tutti gli appassionati di serie tv, che in questi giorni hanno riempito il web ed i social con commenti, impressioni ed emozioni. In molti affermano di aver visto, senza mezzi termini, un capolavoro, altri parlano addirittura della miglior serie tv di tutti i tempi.
Di certo Dark 3 ha giocato sulle emozioni e sulle sorprese, e di sicuro è la conclusione perfetta per una storia che appassiona, non stanca, tiene incollati allo schermo tra dubbi, domande e sorprese.
Netflix negli anni ha realizzato prodotti ottimi in mezzo a moltissime cose banali e mediocri (Black Mirror, Stranger Things e forse, anche se di genere diverso, La casa di carta). Dark fa parte di quella categoria di serie tv che non ti stancheresti mai di vedere, e di cui senti perfino un po’ di mancanza una volta terminate. Perché in fondo parla di possibilità, di mondi alternativi che si muovono tra passato, presente e futuro, del sogno di viaggiare nel tempo e, in qualche modo, controllarlo.
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