L’ultimo libro di Ilaria Rossetti, Le cose da salvare, avrà d’ora in poi un posto particolare nella mia libreria. Sarà uno dei libri che consiglierò a tutti quelli che conosco, e che avranno il piacere di immergersi in una storia reale e profonda.
Le cose da salvare è il romanzo con il quale Ilaria Rossetti ha vinto la quarta edizione del Premio Neri Pozza, ed è stato proposto al Premio Strega 2020.
Un evento tragico, realmente accaduto e da cui tutti noi siamo stati colpiti nel profondo, viene sviscerato da questa splendida opera letteraria attraverso lo sguardo e i sentimenti di chi lo ha vissuto.
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La trama
Inizia tutto con il crollo del Ponte. Gabriele Maestrale, 64 anni, è affacciato alla finestra e osserva incredulo la voragine che si è aperta sotto il suo palazzo, un edificio scheletrico con cinque balconi.
La gente urla ed inizia a scappare, esortando Gabriele a fare lo stesso. L’uomo però non riesce a muoversi, paralizzato da una domanda: “quali sono le cose da salvare? Gli oggetti di tutti i giorni o i ricordi del passato? Incapace di decidere, Gabriele si lascia cadere sul divano e decide di rimanere in quella casa, pericolante, invece di mettersi al sicuro.
Un anno dopo Petra Capoani, giornalista, viene incaricata dal suo giornale di scrivere una storia sull’uomo che vive asserragliato nella propria casa, in piena solitudine. La donna, rientrata da Londra, accetta senza entusiasmo, ma le cose cambieranno non appena Gabriele le aprirà la porta.
Sarà tra quelle mura infatti che Petra imparerà quanta vita può essere racchiusa in un appartamento, e come «la memoria di tutta la tragica bellezza di ciò che è passato sia più importante dell’insensatezza della Storia».
Le cose da salvare. La recensione del romanzo di Ilaria Rossetti
Che cosa salvare di una vita intera, quando tutto crolla, quando il mondo è ingombro di rovine prive di senso? Parte da questa semplice ma importantissima domanda tutta la storia contenuta in questo libro.
Ilaria Rossetti si sofferma, splendidamente, con leggerezza e senza angoscia alcuna, sul valore che diamo alle cose materiali, sull’importanza che attribuiamo loro mentre il tempo scorre, quasi senza accorgercene.
In questo senso Le cose da salvare (Neri Pozza) è anche un romanzo sull’età che avanza, sul confronto/scontro tra giovinezza e vecchiaia, sul posto che vogliamo o dobbiamo assegnare ai ricordi, o persino alla morte, dovendo scegliere tra lutto e rito, due concetti molto diversi.
I personaggi che crea Ilaria Rossetti, tremendamente e stupendamente reali, devono fare i conti con «quel groviglio che sentono al posto del cuore», messi alle strette da una situazione che incombe e che li pone di fronte non tanto alla scelta, ma alla possibilità di non scegliere, rimanendo immobili.
In questo gioco di sopravvivenza individuale e collettiva, si intreccia perfettamente il tema della difesa dei propri diritti, della proprietà. Il crollo del ponte rappresenta un po’ lo sbriciolamento di ogni certezza personale, l’inizio di una lunga scia di domande che forse non hanno una risposta.
Le cose da salvare però insegna a pensare, a fermarsi e a riflettere. Può bastare davvero una sola vita per contenere tutto ciò che vogliamo? Siamo così sicuri che ciò che vogliamo salvare e portarci dietro non siano in realtà le cose che abbiamo già perso?
La solitudine forse amplifica ogni visione delle cose, mentre il vivere nel mondo, socializzare, stare a contatto con gli altri crea una sorta di focus, aiutandoci a fare delle scelte e a capire cosa è superfluo. Ilaria Rossetti sceglie poi una forma particolare di scrittura, che non prevede punteggiatura per indicare il discorso diretto. Si crea così una struttura snella, fluida, di informale vicinanza tra il lettore ed i personaggi. Una sorta di legame che va a sostituire il ponte, crollato.
Le cose da salvare è un concentrato di umanità, con le sue paure, i suoi dubbi, le sue incertezze e le sue storie. E pure con tutte le sue attese infinite. Perché proprio nell’attesa si scoprono cose affascinanti e preziose. Forse anche decidere di restare ha un senso, molto più profondo del fuggire. Forse nelle persone c’è tutto quello che dovremmo salvare.
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Ilaria Rossetti
Casa editrice
Neri Pozza
Anno
2020
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
220
ISBN
9788854520448