Tra i 5 libri finalisti candidati al Premio Strega 2023 c’è anche Dove non mi hai portata, di Maria Grazia Calandrone (Einaudi 2022). Un racconto che oscilla tra cronaca e narrazione.
Maria Grazia Calandrone conferma tutte le sue doti di scrittrice e rientra tra i finalisti del più importante premio letterario italiano due anni dopo il successo di Splendi come vita. E se nel precedente romanzo affrontava il difficile rapporto con la madre adottiva, ora si concentra sulla ricerca delle figure genitoriali.
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La trama
1965. Un uomo e una donna, dopo aver abbandonato nel parco di Villa Borghese la figlia di otto mesi, compiono un gesto estremo. 2021. Quella bambina abbandonata era Maria Grazia Calandrone. Decisa a scoprire la verità, torna nei luoghi in cui sua madre ha vissuto, sofferto, lavorato e amato. E indagando sul passato illumina di una luce nuova la sua vita.
Quando Lucia e Giuseppe arrivano a Roma è l’estate del 1965. Hanno con sé la figlia di otto mesi, sono innamorati, ma non riescono a liberarsi dall’inquietudine che prova chi è braccato. Perché Lucia è fuggita da un marito violento che era stata costretta a sposare e che la umiliava ogni giorno, e ha tentato di costruirsi una nuova vita proprio insieme a Giuseppe.
Per la legge dell’epoca, però, la donna si è macchiata di gravi reati: relazione adulterina e abbandono del tetto coniugale. Prima di scivolare nelle acque del Tevere in circostanze misteriose, la coppia lascia la bambina su un prato di Villa Borghese, confidando nel fatto che qualcuno si prenderà cura di lei. Più di cinquant’anni dopo quella bambina, a sua volta diventata madre, si mette in viaggio per ricostruire quello che è davvero successo ai suoi genitori.
Come una detective, Maria Grazia Calandrone ricostruisce la sequenza dei movimenti di Lucia e Giuseppe, enumera gli oggetti abbandonati dietro di loro, s’informa sul tempo che impiega un corpo per morire in acqua e sul funzionamento delle poste nel 1965, per capire quando e dove i suoi genitori abbiano spedito la lettera a «l’Unità» in cui spiegavano con poche parole il loro gesto.
Dove non mi hai portata, di Maria Grazia Calandrone – La recensione
Maria Grazia Calandrone torna dunque a cercare di sciogliere i difficili ed intricatissimi nodi di cui è composta la sua storia familiare, umana, sentimentale. Un percorso, come detto, cominciato già due anni fa con il precedente romanzo, Splendi come vita, nel quale l’autrice cercava di dare forma al complesso rapporto con la madre adottiva.
Ora la scrittrice ritorna alle origini e con Dove non mi hai portata sposta l’attenzione sulla storia dei suoi veri genitori, e per farlo deve indagare, scovare, ricercare non solo negli anni addietro, ma tra le pagine dei giornali, perché alla sua nascita è legato un fatto di cronaca.
Ecco perché il percorso di scrittura della Calandrone è molto intimo ma anche pubblico. Nello scrivere e nel comporre questa storia la lucidità del racconto dei fatti si mescola alle forti emozioni di chi sta affrontando una ferita del passato.
La storia dei suoi genitori, poi, è anche un pezzo della storia del nostro Paese, che riviviamo attraverso uno specchio che dilata ed abbrevia il tempo. Storie di uomini e, soprattutto, di donne che molto spesso hanno visto interrotte le loro vite.
Il tutto con un linguaggio che si muove tra poesia e racconto, versi e prosa, il sigillo letterario della Calandrone. Un romanzo che è stato definito, giustamente, un’indagine sentimentale. Perché non c’è “distanza” tra investigatrice e ricercati e perché la scrittura serve a dare forma ai genitori, a renderli “reali”.

Maria Grazia Calandrone
Casa editrice
Einaudi
Anno
2022
Genere
Narrativa
Formato
Rilegato
Pagine
256
ISBN
9788806257477