Il confine labile tra libertà e prigionia è forse il nocciolo del nuovo romanzo di Lorenzo Marone, Le madri non dormono mai, uscito recentemente per Einaudi.
Le madri non dormono mai è un libro e un racconto corale, che si concentra non solo sul rapporto madre-figlio, ma che lascia spazio ad una serie di umanità al margine, per diventare un canto degli ultimi.
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La trama
Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia.
Ma adesso la cosa non ha più importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lì, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso.
Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda.
Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere più forte, più pronto, potrebbe non bastare.
Le madri non dormono mai – La recensione
Un bambino e sua madre sono i protagonisti del romanzo di Lorenzo Marone, una storia delicata e ruvida al tempo stesso che lascia l’amaro in bocca, una sensazione ferrosa come solo le storie “vere” e autentiche sanno fare.
Le madri non dormono mai parla però non solo di una madre e di un figlio, ma di tante altre figure che sono al confine, ai margini della società. Tutte accomunate da un senso profondo di fragilità, verso gli altri e verso la vita. Perché proprio la vita a volte ha intaccato ciò che c’era di buono.
Poi ci sono donne e uomini che invece non hanno lasciato traccia, sono passati troppo leggeri su questo mondo ed hanno trovato come unico luogo quello dell’Icam. Un contenitore perfetto per tutta questa umanità, per una storia che ci parla di esistenze affannate, di voglia di riscatto e di riposizionamento nell’universo.
C’è tanta rabbia in questo romanzo, ma c’è anche tanto amore. Il rapporto tra Miriam e Diego è lo specchio della nascita, della crescita, dell’identità che va modificandosi, che si plasma anche nel dolore.
Lorenzo Marone ha scritto una storia senza tempo, ma che è anche molto ben radicata nella realtà. Si piange e si ride leggendola, poi ci si interroga. E quando un libro pone delle domande a cui cerchiamo risposta anche dopo averlo finito di leggere, vuol dire che quel libro funziona!
Lorenzo Marone
Casa editrice
Einaudi
Anno
2022
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
352
ISBN
9788806253806