sepolcri di cowboy

Roberto Bolaño: romanzi di infrarealismo e finzione

Roberto Bolaño è forse il più importante scrittore cileno. Nato a Santiago del Cile, fin da piccolo si sposta in tutta la nazione, prima di trasferirsi in Messico nel 1968.

L’adolescenza di Roberto Bolaño è fatta di letture e biblioteche, fino a che nel 1973 ritorna in Cile per appoggiare il processo di riforme di Salvador Allende. Viene però incarcerato e subito liberato. Tornato in Messico fonda il movimento poetico d’avanguardia infrarealista, in contrapposizione con l’establishment letterario messicano e con la volontà di rompere gli schemi e di porsi come avanguardia.

Roberto Bolaño fu uno dei primi esponenti di un genere dissonante, che racconta della quotidianità, che incorpora elementi del reale e dell’inventiva. Qui di seguito alcuni titoli imperdibili per capire lo scrittore cileno e la sua poetica.

Leggi anchePhilip Roth. Cinque libri per conoscerlo ed amarlo

La pista di ghiaccio e La pista degli elefanti. L’esordio di Roberto Bolaño

La pista di ghiaccioNel 1993 Roberto Bolaño esordisce in letteratura con La pista di ghiaccio, che però non ha un gran successo. Adelphi lo ha recentemente pubblicato in una nuova versione. (LEGGI LA RECENSIONE). Il libro è un thriller a più voci in cui si mescolano omicidio e amore, con un finale non scontato. Il congegno
delle confessioni ha come protagonisti un messicano in esilio (attratto dalla clandestina Caridad che gira con un coltello nascosto), il gestore di un campeggio (affascinato dalla campionessa di pattinaggio Nuria) e un funzionario socialista, anch’egli innamorato della pattinatrice a tal punto da farle costruire una pista di ghiaccio dentro una proprietà comunale. In realtà l’esordio per lo scrittore cileno è considerato La pista degli elefanti (1994), con cui vinse un concorso.

 

 

 

 

I detective selvaggi, I dispiaceri del vero poliziotto e Amuleto. Il successo internazionale

I dispiaceri del vero poliziottoNel 1998 arriva per Roberto Bolaño il successo internazionale con I detective selvaggi, con il quale vince il premio Herralde e il Premio Rómulo Gallegos. “I detective selvaggi è il romanzo delle avventure dei detective, ed è quindi un romanzo di formazione; ma è anche un romanzo giallo nonché, come tutti quelli di Bolaño, un romanzo sul rapporto tra la finzione e la realtà”.

Nel 1999 esce poi Amuleto, riproposto nel 2001 da Adelphi (LEGGI LA RECENSIONE). Nella storia la protagonista rivive incontri passati con poeti e scrittori di Città del Messico mentre è reclusa forzatamente nei bagni dell’università dopo l’incursione della polizia nel 1968. Spazio e tempo si intrecciano ripetutamente, e così non si riesce mai a distinguere realtà, sogno e finzione.

I dispiaceri del vero poliziotto invece (LEGGI LA RECENSIONE) è un altro libro in cui il tempo e lo spazio si intrecciano. “Inoltrandosi dunque nella trama fittissima e imprevedibile di queste pagine, il lettore scoprirà, per esempio, che il professor Amalfi­tano è approdato in Messico dopo essere stato espulso dall’Università di Barcellona per omosessualità, e ne conoscerà il nuovo amante, un irresistibile falsario di dipinti di Larry Rivers (mentre dell’ex amante, un poeta malato di Aids, leggerà le impagabili lettere); e rivedrà anche l’incan­tevole Rosa Amalfitano, di cui sembra innamorarsi il poliziotto Pedro Negrete, incaricato di indagare sul professore insieme allo scherano Pancho, erede di una dinastia di donne violate… Nel frattempo si lascerà sedurre, il vero lettore, da digressioni letterarie impertinenti, classifiche irriguardose, biografie fittizie, atmosfere inquietanti, sogni rivelatori. Con l’im­per­tur­babile senso del ritmo e la dovizia visionaria delle sue storie, Bolaño saprà i­pnotizzare il suo lettore-po­liziotto, imponendogli un modo di raccontare nuovo e sorprendente. Sicché, alla fine, l’unico «dispiacere» che quegli proverà sarà di vedere i personaggi, già da sempre in fuga, sottrarsi ancora una volta: come se, terminato il libro, «saltassero letteralmente fuori dall’ulti­ma pagina e continuassero a fuggire”.

2666. Il capolavoro di Roberto Bolaño

2666Un vero e proprio universo che Roberto Bolaño crea sotto gli occhi dei lettori. Ne fanno parte “i personaggi più diversi (un misterioso scrittore di cui si sono perse le tracce, i quattro studiosi che lo cercano in giro per il mondo, un pittore che si è tagliato una mano e vive in un manicomio svizzero, una donna bella e folle, un giornalista nero che capita per caso in Messico e si trova coinvolto in una inquietante vicenda di delitti seriali…), ognuno dei quali, per una qualche ragione, indimenticabile. Ammaliati dalla stupefacente capacità affabulatoria di Bolaño, e dalla sua voce al tempo stesso amabile e ironica, ci addentriamo in un labirinto di luoghi, di segni, di incontri, di libri, di quadri, di sogni, di storie che generano altre storie: un labirinto dove ci aggiriamo frastornati e felici, senza tuttavia sentirci mai perduti. Un moltiplicarsi vertiginoso degli eventi, dei generi e dei piani temporali”.

 

 

 

 

Notturno cileno. L’ultimo romanzo

Notturno cileno«Ora muoio, ma ho ancora molte cose da dire. Ero in pace con me stesso. Muto e in pace. Ma all’improvviso le cose sono emerse». L’uomo che in una notte di agonia e delirio decide di ripercorrere la propria esistenza, per «chiarire certi punti», per smentire le «infamie» messe in giro su di lui da quel «giovane
invecchiato» che da un pezzo lo perseguita coprendolo di insulti – ombra, o fantasma, o figura della sua innocenza perduta –, è stato un sacerdote, un membro dell’Opus Dei, e anche un poeta e un autorevole critico letterario. Ma è stato soprattutto uno che ha sempre badato a tenersi al riparo da ogni rischio, e per riuscirci si è piegato a molti compromessi, ha chiuso gli occhi dinanzi a molte nefandezze, si è macchiato di molte viltà. Ha accettato e svolto coscienziosamente incarichi bizzarri, come dare lezioni di marxismo a Pinochet e ai membri della sua giunta, e ha preso parte a squisite serate letterarie in una sontuosa villa, alla periferia di Santiago, nei cui sotterranei venivano torturati gli oppositori politici al regime. E adesso che le cose e i volti del suo passato gli turbinano davanti come sospinti da un soffio infernale, «si scatena la tempesta di merda». In questo, che è l’ultimo grande romanzo pubblicato in vita, Roberto Bolaño fa i conti una volta per tutte con la storia di quel Cile che non ha mai smesso di amare e odiare con identico furore. Lo fa scegliendo, paradossalmente, il punto di vista di un personaggio equivoco e meschino, e riuscendo tuttavia a costruire, mediante la sua querula voce, un possente «romanzo-fiume di centocinquanta pagine».

 

I romanzi postumi

Sepolcri di cowboyTra le molte opere di Roberto Bolaño, due in particolare sono uscite postume e pubblicate da Adelphi di recente. La prima è Sepolcri di Cowboy, tre abbozzi di romanzi raccolti in questo unico volume. “Sulle prime due incombe un evento cruciale – il golpe militare con cui l’11 settembre del 1973 venne abbattuto il governo di Salvador Allende –, e ritroviamo dettagli della biografia dell’autore: l’adolescenza messicana, con la scoperta della letteratura e dei film pornografici; il ricordo di una ragazza dagli occhi azzurri che diventerà una desaparecida; i giorni trascorsi dopo l’arresto in una palestra sotto la sorveglianza della polizia. L’ultima, forse la più sorprendente, tutta incentrata su una delirante conversazione telefonica, ci farà scoprire nientemeno che il Gruppo Surrealista Clandestino, il quale sopravvivrebbe da tempo immemorabile nelle fogne di Parigi…”

Il secondo è Puttane assassine, raccolta di racconti. «La farsa, la commedia nera, il sangue; donne killer che accenderebbero la fantasia di Tarantino; poeti esuli davvero esistiti; poeti inesistenti descritti come veri. Chi non ha mai letto Bolaño misurerà qui tutta la temperatura del suo mondo. Chi lo conosce già entrerà dentro stanze familiari. Luoghi in cui potrebbe accadere qualcosa di tremendo».

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie

diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.