La pista di ghiaccio è il romanzo d’esordio di Roberto Bolaño, uscito per la prima volta nel 1993 e riproposto ora in libreria da Adelphi.
Una sorta di thriller a più voci che ha dato subito l’idea della potenza narrativa dello scrittore cileno, che proprio in questo romanzo utilizza la tecnica delle “confessioni incrociate”, tanto cara poi agli sceneggiatori televisivi.
La trama
Roberto Bolaño è un maestro nell’ideare congegni narrativi perfetti, e La pista di ghiaccio non fa eccezione tra le sue opere, con un centro a carattere fortemente noir che prende consistenza dal ritrovamento di un cadavere. Prende il via così l’intrecciarsi di storie diverse in cui l’amore sembra il carburante essenziale.
Il congegno delle confessioni ha come protagonisti un messicano in esilio (attratto dalla clandestina Caridad che gira con un coltello nascosto), il gestore di un campeggio (affascinato dalla campionessa di pattinaggio Nuria) e un funzionario socialista, anch’egli innamorato della pattinatrice a tal punto da farle costruire una pista di ghiaccio dentro una proprietà comunale.
La pista di ghiaccio – La recensione
Il romanzo di Bolaño è fatto di tanti piccoli indizi sparsi qua e là dentro al racconto, che si alternano però a tracce che portano il lettore fuori strada.
La pista di ghiaccio in fondo è un buon thriller, che ci insegna che non sempre il bene e la legge trionfano; molto spesso gli assassini rimangono liberi e l’amore non sboccia come per incanto. Anche in questo sta l’aspetto visionario dello scrittore cileno: rimescolare le carte per regalare finali non prevedibili e poco scontati.

Roberto Bolaño
Casa editrice
Adelphi
Anno
2018
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
198
Traduzione
Ilide Carmignani
ISBN
9788845933431