Si chiamava Eric Arthur Blair, ma tutti lo conosciamo come George Orwell. Nato a Motihari il 25 giugno 1903, è morto a Londra il 21 gennaio 1950. Nella sua carriera è stato scrittore ma anche giornalista, critico letterario ed attivista.
George Orwell è riconosciuto da tutti come uno dei massimi autori inglesi del XX secolo. Ognuno di noi, chi più chi meno, ha avuto il piacere di leggere ed approfondire le sue opere a scuola.
Spiccano, nella sua produzione letteraria, due romanzi in particolare: La fattoria degli animali e 1984, entrambi pubblicati da Mondadori. Opere allegoriche, che parlano di politica, di società e di realtà. Libri di fantapolitica rivolti al totalitarismo, scritti magistralmente e con una serie di simboli talmente potenti da dar vita all’aggettivo “orwelliano”, che usiamo per riferirci a meccanismi di controllo autoritario e totalitario sulla massa.
Leggi anche – Philip Roth. Cinque libri per conoscerlo ed amarlo
George Orwell. La scrittura e l’attivismo
La vita di George Orwell si divise quindi tra la letteratura e il suo attivismo politico e sociale. Convinto socialista, le esperienze personali lo fecero però titubare nel tempo. Soprattutto gli errori della politica di Stalin in Unione Sovietica lo portarono ad un antisovietismo che lo fece scontrare con la sinistra europea dell’epoca.
Anche da qui nascono le storie dei grandi romanzi di George Orwell. Narrazioni che fanno della distopia un tratto distintivo, che lo scrittore usò, appunto, nella sua personale battaglia contro il totalitarismo. Distopia che si unisce all’allegoria e alla satira, con le quali Orwell riusciva a descrivere e ad immergersi nella realtà del tempo.
Nelle sue storie si ritrovano argomenti e concetti difficili ed impegnativi, che però l’autore riesce a veicolare attraverso immagini e simboli alla portata di tutti e ad un linguaggio semplice. La fattoria degli animali è quasi una favola per bambini, nonostante sia la parodia della forma di governo centralista dell’Urss.
Anche in 1984 si ritrovano i tratti distopici che fanno riferimento ad un governo che controlla ogni cosa, persino il pensiero della popolazione. Gerorge Orwell però ha sempre invitato a non credere alle favole, ma a tenere la coscienza sempre vigile e a dubitare delle rivoluzioni e del nostro stesso pensiero. Di lui Umberto Eco ha detto: «Orwell ha intuito che nel futuro-presente di cui egli parla si dispiega il potere dei grandi sistemi sovranazionali, e che la logica del potere non è più, come al tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché bisogna pur avere un oggetto d’amore, ma basta che egli sia un’immagine televisiva».
1984
In un futuro prossimo, nell’anno 1984, il potere è diviso tra 3 superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al comando dell’Oceania c’è il Grande Fratello, che è onnisciente e infallibile. Nessuno lo ha mai visto, ma lui è presente ovunque grazie a dei manifesti.
Smith lavora presso il Ministero della Verità, che censura libri e giornali che vanno contro la politica ufficiale. Al Ministero poi si altera la storia e si riducono le possibilità di espressione della lingua. Smith è controllato costantemente da telecamere, ma inizia a condurre una vita “sovversiva”.
Scritto nel 1949, George Orwell crea una perfetta rappresentazione del totalitarismo, un inno in difesa della libertà e della verità. La storia è una denuncia alle perversioni politiche e all’ingiustizia sociale proprie di ogni totalitarismo.
“1984 è un potentissimo monito contro l’odio verso l’altro, contro le false informazioni, contro il “sentire di pancia”, contro gli insulti all’immaginazione, contro le parole che non corrispondono a un pensiero”. (LEGGI LA RECENSIONE)
La fattoria degli animali
Gli animali di una fattoria si ribellano ai soprusi. Cacciano il proprietario e fondano un nuovo ordine che si basa sull’uguaglianza. Presto però tra loro i maiali si manifestano come i nuovi burocrati, prepotenti e astuti si impongono sugli altri. (LEGGI LA RECENSIONE)
George Orwell crea un altro capolavoro di satira contro il totalitarismo, un romanzo pieno di energia stilistica ed inventiva. La fattoria degli animali è tra le opere più importanti del ‘900, un concentrato di simbolismo e di richiami storici: la Rivoluzione, Marx e Lenin, Trotzkij e Stalin.
Un’allegoria perfetta che raffigura in chiave ironica i blocchi sociali e politici dell’epoca, e i più importanti avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale: il patto con Hitler, l’invasione della Russia, la battaglia di Stalingrado. Un continuo intreccio di riferimenti e situazioni politiche.
Leggi anche – Charles Dickens: 5 libri da non perdere