Tutto chiuso tranne il cielo

Tutto chiuso tranne il cielo – Eleonora C. Caruso

Tutto chiuso tranne il cielo è un libro particolare, uno di quelli che scatenano reazioni anche contrastanti mentre lo si sfoglia. L’autrice Eleonora C. Caruso (la C. sta per “Caskalangley”, soprannome che Eleonora usa dal 2001 come scrittrice di fanfiction) è del 1986. Si tratta di un romanzo destinato ad un pubblico molto giovane, scritto con un linguaggio che presuppone una minima conoscenza di tutto ciò che possiamo ricondurre ai manga, all’aggettivo giapponese kawaii, a Youtube, Instagram, smartphone e dispositivi tecnologici vari. Un buon libro in vista dell’imminente Lucca Comics, per dire. Se però si riesce a superare l’ostacolo della lingua italiana parlata dai personaggi ancora teenager, si arriva ad un nucleo di profonda verità sulla fragilità dell’animo adolescenziale e non solo.

Tutto chiuso tranne il cielo. Lo stesso cielo da cui proviene Julian, diciannovenne appena atterrato a Milano dopo un anno vissuto in Giappone. L’incipit del romanzo, proprio come un aereo che giunge in un altro paese, conduce subito il lettore nella testa del protagonista, la stessa testa che sfoggia quei capelli azzurri. E’ un inizio fatto di sensi. Udito (rumori, onomatopee, k-pop, canzoni in giapponese ma anche Meds dei Placebo), olfatto (l’odore di benzina del pennarello nero), gusto (il sapore dell’inchiostro mentre Julian si disegna un X sulla bocca con il pennarello): tutto contribuisce a ricreare la sensazione di straniamento di un ragazzo che si sente spaesato anche solo a sentir parlare di nuovo in italiano o nel vedere suo padre Pietro dopo tanti mesi di distanza.

Scopriamo subito che Julian parla poco e non fa parte della classica famigliola da film (incontreremo tra le pagine suo padre e suo fratello, al centro del precedente romanzo, Le ferite originali, edito sempre da Mondadori).

La vicenda si svolge tra giugno e fine agosto 2016. In sottofondo, la tv racconta della morte di David Bowie, della Brexit, dei terribili fatti di Nizza, del terremoto del centro Italia, mentre Internet ci riporta i trending topics di quell’anno.

Julian ha un’amica cinese ventenne, An Ma, la prima ad usare «la parola con la “a”» e incontra poi il trentaduenne Leo, cassiere di supermercato, che parla davvero come uno nato negli anni ‘80: «Io volevo fare videogiochi, però i miei pensavano che fosse una cazzata, e che dovevo fare Economia e Commercio, dicevano che almeno avevo sbocchi di lavoro. […] Tu sei fortunato, non possono più dirtela questa cazzata del lavoro. […] E che fai, studi? Bravo, non iscriverti, che tanto è inutile. Ho un amico che ha studiato Cinema e non gli hanno fatto fare il corso su Fellini, ma in compenso s’è spippato Geografia perché c’era un professore di seicento anni da far lavorare».

Tutto chiuso tranne il cielo è la storia di un corpo che «nel sacco della pelle tiene fondali marini» e che non si sente ancora al suo posto: « […] il mio corpo è vuoto. Non si è rotto, se non si vedono i pezzi. Non è nemmeno caduto, se non ha fatto rumore». Il corpo scheletrico di un ragazzo che non mangia, neanche quando crede di volere del cibo ma poi si ricorda che «il desiderio inappagato è quello puro, altissimo».

A mio avviso, le parole utilizzate per descrivere il rifiuto del cibo sono perfette: «Julian è in balia di tutto, non sa controllare niente, tranne la sua fame, per questo la conserva. Finché ha fame, nient’altro può fargli del male». E ancora: «Tokyo inglobava Julian nelle proprie densità – visive tattili uditive. La scomparsa qui ha l’effetto opposto, rende più visibile ciò che vorrebbe far sparire. E’ visibile il suo corpo che, per sottrazione, si ritira verso il proprio nucleo per difenderlo; è visibile quello che non può dire […]. Le persone non lo sanno, ma non vedono più solo Julian. Vedono Julian e la riduzione del corpo di Julian. Vedono Julian e il segreto di Julian».

copertina
Autore
Eleonora C. Caruso
Casa editrice
Mondadori
Anno
2019
Genere
Narrativa
Formato
Rilegato
Pagine
154
ISBN
9788804708018
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diMarta Lilliù

Sono nata ad Ancona nel 1985 e sono cresciuta ad Osimo. Sono laureata in Lettere (Università degli Studi di Macerata) con una tesi in Storia Moderna sulle Suppliche del XVIII sec. dell’Archivio Storico di Osimo. Sono diplomata in Pianoforte e in Clavicembalo (Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro).
Dal 2012 abito e lavoro in Liguria, dove ho approfondito l’ambito della didattica musicale (abilitandomi all’insegnamento del Pianoforte presso il Conservatorio “N.Paganini” di Genova) e della didattica speciale, cioè rivolta al Sostegno didattico ad alunni con disabilità (Università degli Studi di Genova). Ho vissuto a Chiavari e Genova. Attualmente vivo a Sestri Levante, dove annualmente si svolgono il Riviera International Film Festival e il Festival Andersen.
Sono docente di Pianoforte a tempo indeterminato a Levanto, Monterosso e Deiva Marina.
Abbandono talvolta la Liguria per muovermi tra le Marche e Londra, città in cui ricopro ufficialmente il ruolo di...zia!