Presentato quest’anno al Rome Film Fest, Beautiful Boy di Felix Van Groeningen riprende le biografie di David Sheff e del figlio Nic adattandole al grande schermo, confezionando un film che restituisce un resoconto di una tossicodipendenza candidata a compiere il suo percorso suicida.
I MORTI NON MUOIONO – LEGGI LA RECENSIONE
La storia è quella di un padre che si scontra con la realtà difficile del figlio, tentando invano di salvarlo. I protagonisti sono Steve Carell (David) e Thimothée Chalamet (Nicolas), già candidato all’Oscar per Chiamami col tuo nome.
Beautiful Boy è un commovente racconto che il regista belga tenta (invano) di restituire al pubblico segue le linee di un amore incrollabile di una famiglia (già separata) ma dedita verso un figlio immerso, senza via di scampo, nel tunnel della droga. Van Groeningen sotto una luce “fredda”, nonostante l’onesta di essere fedele alla tragica storia, rende la spirale autodistruttiva del tossicodipendente, un tracollo progressivo, annoiando lo spettatore nelle crisi di Nic con le sue allucinazioni e disperazioni.
Si resta soli e poi si muore, non c’è una via di salvezza, si va in overdose nella peggiore disperazione e nella solitudine. Disperata solitudine solitaria. Nemmeno la letteratura salverà Nic, il desiderio di realizzazione e l’essere divorato da qualsiasi tipo di droga conduce Nicolas in un cul-de-sac sordo, senza alcuna redenzione.
Tutta la famiglia, non solo David, cerca di aiutare Nicolas, persino i figli avuti dal padre con la nuova moglie Karen (Maura Tierney), la madre Annie (Amy Ryan), ma non c’è nessuno che riesce a prendere le redini della situazione complessa e disperata. La regia di Van Groeningen purtroppo non regge la storia, restituendoci una zona fredda di situazioni che rimbalzano tra un personaggio e l’altro, ma senza mai disvelare la complessa disperazione di Nicolas che appare come una delle tante vittime solitarie in un tunnel nero come lo schermo alla fine dei titoli di coda. Se Beautiful Boy voleva essere un film di riscatto, di bello non ha proprio nulla, se non l’auspicio nel titolo della film.
Un film sbagliato, come sbagliata è stata la scelta (o la non-scelta) di Nic di affogarsi dentro una via senza uscita, in un’età complessa dove la fragilità gioca un ruolo fondamentale.
Felix Van Groeningen
Genere
Drammatico
Anno
2018
Attori
Steve Carell - Thimothée Chalamet -
Durata
111 minuti
Paese
USA