«In principio fu l’imperfezione». Così si apre il libro di Telmo Pievani, Imperfezione. Una storia naturale, edito da Raffaello Cortina Editore nella collana Temi. Un testo ricchissimo di informazioni, storie e soprattutto di domande che vi metteranno in crisi (siamo diventati bipedi per liberare le mani o ci siamo trovati le mani libere perché eravamo bipedi? oppure perché la tastiera QWERTY è sopravvissuta a competitori chiaramente superiori?).
Ognuno dei sette capitoli in cui è suddiviso il saggio riporta una citazione tratta dal Candide di Voltaire, poche righe che servono come aggancio ad una trattazione scientifica basata sullo stesso concetto espresso dal filosofo illuminista: il nostro non è il migliore dei mondi possibili.
Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista, parte da lontano – esattamente dall’inizio, se di inizio si può parlare – cioè dall’origine dell’universo, la cui simmetria si ruppe per una piccola imperfezione. In seguito, per una combinazione di caso e leggi, il nostro inospitale pianeta divenne pronto ad accogliere la vita e da lì ebbe inizio la storia naturale dell’imperfezione biologica. La duplicazione del DNA è imperfetta (affascinante il racconto sul Junk DNA o DNA spazzatura), i maschi umani sono geneticamente imperfetti, il parto è imperfetto, il cervello umano è imperfetto anche perché impiega ben due decenni per svilupparsi, imperfetto è il linguaggio, così come imperfetta è l’evoluzione stessa. Insomma, insiste Pievani mentre cita I più recenti studi, dimenticate I documentari naturalistici che vi affascinano mentre siete seduti sul divano: lì tutto è perfetto, tutto ha una funzione, <<il predatore fa il predatore, la preda fa la preda, I vecchi alberi stanno a guardare>>. La vita è imperfetta cioè creativa, su un pianeta imperfetto cioè vivo: ad ogni cambiamento epocale, prendono campo I figli della fine del mondo degli altri. Chiedetelo ai dinosauri che hanno ceduto spazio (anche se non del tutto) ai mammiferi, all’alce irlandese estinto da 9000 anni o al kiwi neozelandese, la cui vita è stata complicata dall’uomo: tutte storie che non vi lasceranno affatto indifferenti.
Telmo Pievani lascia ampio spazio a Charles Darwin, il quale intuì che la norma in natura è l’imperfezione e quasi arrivò a fondare una scienza dell’imperfezione con la sua teoria dell’inutilità. Si tratta piuttosto di una perfezione relativa, dal momento che quella assoluta in natura non esiste e non serve; troverete anche alcune risposte circa l’essere umano, se volete sapere quanti elementi inutili abbiamo conservato, dai lobi delle orecchie ai denti del giudizio.
A fare da fil rouge a tutto il saggio è appunto una visione critica di homo sapiens: quest’ultimo parrebbe in realtà poco sapiens, ad esempio quando stermina altre specie o quando ha rischiato in passato di scomparire a causa di terribili guerre (da studiare a memoria la parte su noi e gli altri da noi, purtroppo molto attuale). L’ultimo capitolo, Comprereste un’auto usata da homo sapiens?, parla di noi e di come ce la stiamo mettendo tutta per autodistruggerci, oltre che del nostro comportamento online, sui social network.
La scrittura di Telmo Pievani è quella del divulgatore e spesso si colora di momenti ironici, come quando ci ricorda che la Terra è un pianeta spietato ma che ha reso I suoi figli estremamente resilienti, dato che <<dopo un’estinzione di massa I pochi sopravvissuti, per nulla predestinati, ereditarono le nicchie ecologiche lasciate libere e tornarono a diversificarsi più di prima. La vita oltre che imperfetta è testarda>>.

Telmo Pievani
Casa editrice
Raffaello Cortina Editore
Anno
2019
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
198
ISBN
9788832850901