Donato Cutolo

Donato Cutolo: amore e guerra alle soglie dell’irreale

Leggere le opere di Donato Cutolo vuol dire fare un viaggio tra musica e parole, camminare sul filo sottilissimo che divide e unisce il vero all’immaginario. Così, dopo Carillon e Vimini, torna a parlare di amore, di guerra e di sogni con 19 dicembre ’43. Perché la resistenza, a volte, è fatta di sentimenti, pur sapendo che perderai e che sognerai un’altra possibilità.

 

Donato, con questo racconto chiudi una trilogia fatta di parole e musica. Che posto occupa la musica nelle tue opere? E poi, parlaci un po’ del rapporto con Fausto Mesolella.

Associare una colonna sonora a un romanzo è frutto della passione per il cinema: mi piace pensare che, anche grazie a un libro, ognuno possa riprodurre il suo piccolo film nell’intimità della sua stanza, leggendo e ascoltando, immaginando. Un processo che può esser fatto anche separatamente e in momenti diversi, infatti la maggior parte dei suoni riportano al romanzo, e viceversa. L’incontro e la collaborazione con Fausto, poi, sono stati determinanti per lo sviluppo di quest’idea: sono sette anni che ci lavoriamo, portando in giro la parte scritta e musicale con spettacoli teatrali e cortometraggi, e la cosa che mi ha colpito e che mi colpisce tutt’ora è la naturalezza con la quale vengono fuori le cose; come avessimo un’anima comune, una zona franca interna che condividiamo, dentro la quale anche le cose più complesse – sia in scrittura che in composizione – vengono fuori con una semplicità meravigliosa: complice il fatto che Fausto è uno dei migliori musicisti e compositori in circolazione. Umanamente, il rapporto con lui mi ha arricchito tantissimo: credo l’uomo Fausto superi addirittura l’artista Mesolella; puoi immaginare, quindi, che persona è.

 

In questo libro parli di Storia, ma lasci sempre aperta una porta che conduce all’irreale. Che rapporto c’è nei tuoi testi tra vero e immaginario?

C’è un filo sottile, molto sottile, che regola le due parti; ‘utilizzo’ il vero, l’immaginabile, per arrivare alle soglie dell’irreale: il lettore attraversa pagine e pagine di storie appunto verosimili, ‘reali’, quando d’improvviso e abbastanza repentinamente un piccolo passo/passaggio lo catapulta in un’altra dimensione fatta di sogni, luoghi fantastici, dio, elementi magici, per poi tornare di nuovo e con la stessa velocità alla storia vera, coi piedi di nuovo a terra: una montagna russa emotiva, un viaggio metafisico, dai, se mi è concesso.

Donato Cutolo

Ada ed Ettore si amano sotto le bombe. In questa storia vince l’amore o vince la guerra?

Ti rispondo con un passo del romanzo: “Chi ha vissuto la guerra ha perso per sempre, in ogni gesto, in ogni cosa che farà”.

I due protagonisti sembrano quasi volersi prendere una seconda possibilità che la guerra spesso non concede. Chi sono davvero Ettore ed Ada? E che cosa vuol dire per loro “resistere”?

Ettore e Ada, il silenzio, la dignità, la speranza; la seconda possibilità la cercano più per gli altri che per se stessi, ovvero le persone che li circondano nel metro quadro di campagna che i due vivono e respirano: aiutarle, incondizionatamente. Si, è questa la loro Resistenza: l’altro. Lontani dal partito e da ogni tipo di organizzazione, è proprio quel contatto con la povertà, il sopruso, la paura, che sviluppa in loro un pensiero ‘politico’ ben preciso, una posizione chiara contro il nemico, fascista prima e tedesco poi: il gesto che compie Ettore e che cambierà per sempre la loro vita, infatti, è degno del miglior comandante partigiano.

Resistenza partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale

Mi piaceva anche sottolineare come amare volesse dire resistere. E la scrittura, è ancora una bellissima forma di resistenza?

La scrittura è mossa quasi sempre da disagi, dolori, solitudine, difficilmente scrivo o leggo storie felici, e probabilmente manco mi interesserebbero. La bellezza è quando tocchi le corde di qualcuno e condividi appunto quei disagi, quei dolori, la solitudine. E’ solo in quel caso che tutto diventa prezioso, che assume le sembianze di una Resistenza, appunto.

Le idee sono davvero capaci di cambiarti la vita. Quali sono state quelle che hanno cambiato la tua, di vita?
Allegare una colonna sonora a un romanzo, anche se la prima risposta che m’è venuta in mente è Marx.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.