Neo Edizioni

Neo edizioni: dal Premio Nazionale di Narrativa alle scelte editoriali

Ufficializzata qualche giorno fa la nascita del “Premio Nazionale di Narrativa Neo Edizioni 2024. Un’opportunità per tutti gli autori emergenti che vogliono provare a pubblicare le loro opere. Il Premio, si apre a romanzi e racconti inediti.

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Per saperne un po’ di più sul Premio ma anche per capire le scelte editoriali che muovono una casa editrice di successo, abbiamo fatto qualche domanda alla redazione di Neo Edizioni.

Il nuovo Premio di Narrativa targato Neo Edizioni

Quando e come è nata l’idea del Premio? Qual è l’obiettivo dell’iniziativa?
Il germe dell’idea cresceva in seno alla redazione da tempo, almeno qualche anno, ma è sempre difficile trasformare delle idee in un progetto concreto, capire qual è il momento giusto, incastrare l’ennesima attività da gestire nella quotidiana, assoluta entropia di una piccola redazione. Ora abbiamo pensato che i tempi fossero maturi. Da un po’, oltre a ricevere troppe proposte per poterle valutare con attenzione, ne ricevevamo per lo più poco coerenti con la nostra linea editoriale, la nostra idea di letteratura: insomma, proposte poco Neo. Perciò abbiamo pensato che, restringendo il campo da gioco e definendone chiaramente il perimetro, sarebbe stato più facile attrarre ciò che stiamo cercando. Abbiamo poi deciso di mettere una quota di iscrizione non solo per coprire le spese che ha l’indizione di un concorso come questo, ma anche per offrire al vincitore delle condizioni che di solito non ci possiamo permettere – un anticipo di 1.000€ sulle royalties; un viaggio a Castel di Sangro per la serata di premiazione, comprensivo di vitto e alloggio; un ufficio stampa dedicato.

A chi si rivolge il bando?
A chiunque sia abbastanza scriteriato da scrivere un libro folle come quelli che piacciono a noi. QUI IL BANDO COMPLETO

Che cosa ricercate tra gli scrittori emergenti? Cosa vi interessa particolarmente?

Che riescano a stupirci a ogni pagina, non importa come. È quello che accomuna la maggior parte dei titoli del nostro catalogo. Possono farci ridere (come certe pagine di Alessandro Turati), conquistarci con un’ironia spietata (come Grandi momenti di Franz Krauspenhaar o Cometa di Gregorio Magini), sorprenderci con movimenti narrativi inattesi (come Genesi 3.0 di Angelo Calvisi), commuoverci grazie a una malinconia delicata e mai ricattatoria (come Acari di Giampaolo Rugo), avvilupparci in una lingua musicale e tutta loro (come la nostra prossima uscita, Romanzo di crinale di Silvano Scaruffi, in libreria dal 28 febbraio). L’importante è che ci portino dove non ci aspettavamo di andare, e una volta lì ci facciano capire che era l’unica meta sensata.

Neo nel panorama letterario italiano

Com’è la situazione del panorama letterario italiano? E dove si pone NEO al suo interno?
Ci si lamenta spesso che la letteratura italiana contemporanea abbia poco da offrire, ma noi siamo convinti che, a ben vedere, ci sia in realtà tanto di buono. Ci vengono in mente anche cose molto distanti da quelle che cerchiamo e proponiamo noi. Prendi Terrarossa. Terrarossa fa un grande lavoro di ricerca, ha un’identità chiara e propone sempre titoli originali e curatissimi. Ecco, è così che intendiamo l’editoria: un’editoria basata su una precisa idea di letteratura, che vada al di là delle tendenze del momento, dal tentativo di dare al lettore ciò che già si aspetta, che già conosce, già sa di volere, già sa che amerà perché lo coccolerà e conforterà confermando tutte le sue idee.

Parliamo un po’ di NEO. Quanti titoli pubblicate in media ogni anno e come decidete di distribuirli nelle librerie?
La risposta alla prima domanda è: dipende. Non partiamo da un piano editoriale da riempire, ma da ciò che troviamo e che crediamo non possa non essere pubblicato, che si tratti di dieci opere o di due. Nel 2023, per esempio, sono usciti solo tre titoli: Io e Gio di Francesco Prosdocimi, Cronache da Dinterbild di Peppe Millanta e La meccanica dei corpi di Paolo Zardi. Oltre a questo, dipende anche dalle possibilità che abbiamo, da come stanno andando le cose e perciò da quanto possiamo permetterci di osare e rischiare. La risposta alla seconda domanda è: dipende. Se fosse per noi, porteremmo i nostri titoli in tutte le librerie, ma non è facile arrivare sugli scaffali. Facciamo quello che riusciamo.

Che cosa dobbiamo aspettarci tra le vostre novità per il 2024? Potete darci qualche anticipazione?
La prima uscita del 2024 sarà il 28 febbraio, Romanzo di crinale di Silvano Scaruffi. Un romanzo breve, che racconta la storia sghemba di un piccolo paese dell’Appennino che si vede derubato della propria terra da una grande azienda. Un paesino popolato da personaggi bizzarri, sgangherati, comicissimi e al contempo profondamente tragici. Un racconto guidato da una lingua particolarissima, musicale, impastata di dialetto emiliano, invenzioni lessicali e trovate sintattiche imprevedibili, che riesce a far risuonare con la stessa precisione sia le pagine comiche che quelle drammatiche.

Ecco un esempio: “Bunga smontò dal postale, attraversò la via con passi lunghi il doppio di un uomo normale, le gambe secche, le braccia a penzoloni fin quasi alle ginocchia. Andava via tutto di traverso che sembrava le spalle e le anche gli fossero state vitate male. Aveva una bocca enorme e denti ogni tanto, gli occhi tondi e infossati e una testa a missile. La corriera sgasò per ripartire e Bunga entro nel bar. Bunga aveva una gatta, diciassette anni aveva quella gatta. E si chiamava Bunga. Anche lei. Bunga teneva la gatta in una scatola. La gatta non si muoveva più tanto era vecchia, a malapena si allungava per succhiare qualche crocchetta e bere una linguata d’acqua. Bunga aveva poi comprato un canarino, tanto che morisse la gatta, un canarino giallo e verde, diceva Bunga venisse dalle Canarie, che era un canarino ufficiale, ma non era mica vero, l’aveva comprato un venerdì, al mercato a Villa. Bunga al canarino gli dava dei beghi che li andava a cavare dietro un fosso. Lunghi un palmo. Li portava a casa. Poi in cantina, con un coltello, li faceva a pezzi, metteva i pezzi che ancora si contorcevano in un tovagliolo e correva su per le scale, fino in terrazzo, apriva la gabbia e li posava nella vaschetta del canarino. Che li inghiottiva tutti di gusto. Bunga, il suo canarino, lo aveva chiamato Bunga”.

Eccone un altro: “Poi accadde, il grigio in alto si screziò in zigzaganti tagli, ferite atmosferiche, proprio sopra la testa di Ginasio, e il cielo si fece globoso in quel punto, i tonfi risuonavano, e dagli spacchi striscianti sembrò colare una pioggia polverosa. Ancora un botto, Ginasio portò una mano di traverso sulla fronte, l’aria si era fatta farinosa e gli spacchi squarci. Il primo blocco di cielo si staccò precipitando con un sibilo, poi se ne staccò un altro, lasciando dietro una scia di fumo terroso. Ginasio iniziò a correre, e dopo pochi passi sentì uno scoppio e la terra vibrargli sotto i piedi e quando si voltò altri pezzi di volta celeste ma grigiastra piovevano dall’alto e nel cielo bigio si delineava un enorme buco”.

Proseguiremo in primavera con Drama di Annina Vallarino. Un romanzo, in questo caso, imperniato sulla contemporaneità, che racconta l’ipocrisia che si cela dietro molte presunte certezze morali, la difficoltà di riconoscere e scardinare la propria, e le tragiche conseguenze delle ideologie, della parzialità di una visione del mondo dettata da un dogma, specie quando ci si trova davanti a situazioni in cui giungere a una verità di qualche tipo è impossibile e tuttavia si vuole trovare a ogni costo una risposta definitiva, un giudizio granitico, un colpevole che ci confermi che noi siamo i buoni.

Per quanto riguarda ciò che succederà dopo l’estate, invece, non vogliamo ancora svelare troppo. Ma anticipiamo due cose. La prima è che ci sarà il ritorno di una nostra autrice, e ne siamo molto grati. La seconda è che daremo alle stampe un libro un po’ diverso da quelli che abbiamo pubblicato fin qui, ma che sarà comunque in pieno stile Neo. Ci sarà da ridere, in tutti i sensi e per molte ragioni. E non provate a indovinare di cosa si tratta, perché non potete proprio aspettarvi cosa stiamo combinando.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.