Le regine della filosofia

Le regine della filosofia. Eredità di donne che hanno fatto la storia del pensiero.

Vi presentiamo oggi uno degli ultimi nati in casa Tlon, Le regine della filosofia. Eredità di donne che hanno fatto la storia del pensiero (Tlon, 2021), a cura delle filosofe Lisa Whiting e Rebecca Buxton. La prefazione all’edizione italiana è a cura della filosofa Maura Gancitano, progetto grafico e illustrazioni sono di Caterina Ferrante.

The Philosopher Queens è uscito nel 2020 per Unbound, tramite crowdfunding; già un anno fa ci chiedevamo se qualche casa editrice lo avrebbe tradotto in italiano e, per nostra fortuna, ci ha pensato Tlon, casa editrice romana che si è davvero superata in questo 2021 ricco di libri importanti e importati, se ci passate il termine (un titolo su tutti: Il mostruoso femminile di Jude Ellison Sady Doyle).

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Non un libro “al femminile”

Se un libro scritto da soli uomini su filosofi maschi assume in automatico un valore universale e pretende di parlare a nome di chiunque, iniziamo subito con il dire che questo non è un libro al femminile o per sole donne ma che si tratta di un testo importante e sorprendente per la felice combinazione di sintesi e accuratezza, oltre che per l’elevatissima qualità dei contributi. La lista dei nomi contenuti è inevitabilmente incompleta, come ricordano le stesse curatrici e autrici Lisa Whiting e Rebecca Buxton, che hanno potuto inserire solo venti filosofe in questo libro, su migliaia di figure importanti per la storia della filosofia. D’altra parte, come ricorda la filosofa Maura Gancitano in questa Prefazione particolarmente diretta e sentita, «siamo sempre state filosofe […] ma non potevamo dare spazio al nostro desiderio di riflessione, di studio, di dialogo, di speculazione e per questo il mondo ha perso migliaia di filosofe che forse nei millenni avrebbero potuto imprimere un altro corso alla storia umana». Nonostante i passi in avanti, continua Gancitano, la strada da compiere è ancora lunghissima e se la filosofia è vita, allora occorre rivelare i limiti del patrimonio della storia del pensiero occidentale, immaginare un altro modello, che non escluda la maggior parte delle persone dalla filosofia (esclusione da sempre avvenuta in base a precise caratteristiche fisiche , economiche o di genere).

Venti ritratti di filosofe di ogni epoca

Nei venti ritratti di filosofe di ogni epoca troverete nomi noti e nomi mai sentiti prima, con una particolare predilezione per il mondo anglofono degli ultimi due secoli (manca quindi tanta parte di filosofe di lingua italiana, spagnola, tedesca o francese): Diotima, Ban Zhao, Ipazia, Lalla, Mary Astell, Mary Wollstonecraft, Harriet Taylor Mill, George Eliot, Edith Stein, Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Iris Murdoch, Mary Midgley, Elizabeth Anscombe, Mary Warnock, Sophie Bosede Oluwole, Angela Davis, Iris Marion Young, Anita L. Allen, Azizah Y. al-Hibri e un elenco di altre decine di nomi che, per ragioni di spazio, non sono stati inclusi nel libro.

A scrivere ogni capitolo sono altrettante donne, troverete le loro biografie in appendice: filosofe che si occupano dei più svariati campi di ricerca ma anche giornaliste, attiviste e scrittrici. Tutte loro intervengono direttamente nelle descrizioni, alcune addirittura hanno conosciuto di persona la filosofa di cui vanno a ricreare il ritratto. È il caso, ad esempio, di Anita L. Allen, che parla di Angela Davis e contemporaneamente è protagonista di un capitolo dedicato a lei stessa.

Ciò che unisce un capitolo all’altro è forse il nobile tono con cui vengono introdotte al lettore queste figure, presentate come delle vere e proprie regine che fanno il loro ingresso in una sala gremita di gente pronta ad ascoltare ciò che hanno da dire. A fine capitolo, in poche righe vengono riassunti i motivi per cui l’eredità di queste pensatrici è così importante per noi e per il futuro. In alcuni casi, come in Mary Midgley, filosofa morale che ha inziato a scrivere libri solo a partire dai suoi cinquant’anni, viene davvero voglia di recuperare tutta la sua produzione, ben prima che l’autrice (Ellie Robson) scriva direttamente «vi invito con tutto il cuore ad approfondire la sua filosofia». Alcune filosofe sono scomparse da poco (ad esempio Mary Warnock, molto critica verso il thatcherismo e direttamente coinvolta nella legislazione su fecondazione assistita ed embriologia umana; oppure Sophie Bosede Oluwole, protagonista di un viaggio nella filosofia africana e di una sfida allo status quo), altre sono ancora in vita (Angela Davis, leggenda vivente, carismatica pensatrice sui temi legati a genere, razza e sesso; Anita L. Allen, la prima afroamericana con dottorato in filosofia e laurea in Legge, esperta in filosofia della privacy, che nell’era digitale diventa anche questione etica, e premiata dal Presidente Obama per i suoi studi sulle questioni bioetiche; oppure Azizah Y.al-Hibri, grande filosofa islamica contemporanea, interessata soprattutto all’intreccio tra donne e islam, pioniera nella giurisprudenza islamica e nel femminismo).

Le regine della filosofia – La recensione

Nonostante il cinema ogni tanto si ricordi dell’esistenza di queste filosofe (Iris, film del 2001 con Kate Winslet e Judi Dench nei panni di Iris Murdoch; oppure Agorà, del 2009, con Rachel Weisz nei panni di Ipazia), molte di loro restano a noi sconosciute. I motivi sono tanti. Alcune filosofe sono emerse solo perché la guerra ha liberato spazio per loro alla Facoltà di Filosofia: se gli uomini non fossero stati mandati al fronte, probabilmente non avremmo avuto oggi le loro opere e già solo questo dato storico (uno dei tanti, incontrovertibili dati storici) rende l’idea dell’assurdità dell’esclusione di voci altre da tanti studi. Tutte queste donne sono riuscite a creare ambienti di cooperazione, a dare concretezza a discorsi altrimenti sterilmente accademici, a calare nel mondo reale speculazioni filosofiche che finalmente hanno reso il filosofo più simile a un idraulico (per dirla con Mary Midgley) che a un intellettuale isolato con il suo sapere nel suo ristretto circolo. Tutte sono riuscite con fatica, in un contesto perlopiù ostile, ad uscire dalla condizione che era stata loro imposta e a chiarire che le persone oppresse (e le donne fra queste) sono tali perché pensano di doversi adattare a un mondo in cui conviene restare sottomesse piuttosto che ribellarsi con una forza che da sole non si possiede, come  insegna Mary Wollstonecraft.

Il merito di un libro come Le regine della filosofia è dunque quello di fare divulgazione e di restituire al contempo la giusta visibilità a donne eccezionali, che hanno profondamente cambiato il pensiero nei secoli ma che sono state sempre mogli di, figlie di, compagne di, sorelle di (pensiamo anche solo a Harriett Taylor, Simone de Beauvoir, Hannah Arendt). L’invito fatto da Buxton e White è proprio quello di ampliare le liste di lettura ormai solo convenzionali, di muoversi anche con altre voci tra le sfide del presente (questioni etiche, politiche, sociali, scientifiche).

Durante la promozione del libro nel Regno Unito, le autrici hanno girato un video: hanno chiesto a dei passanti in strada di nominare tutti i filosofi che gli venivano in mente, citando anche qualche filosofa (cosa che nessuno ha saputo fare). Se volete uscire dall’ignoranza al riguardo, cosa che a quanto pare contraddistingue anche tanti studenti di Filosofia, e magari volete farvi un bel viaggio nel pensiero filosofico non solo occidentale, questo libro fa al caso vostro. Non è un caso che il libro sia stato pubblicato da Tlon, progetto che va ben oltre una tradizionale casa editrice e che fa della filosofia uno strumento di meraviglia e di connessione tra persone che magari alla filosofia non avevano mai avuto accesso prima. Non è un caso, inoltre, che un libro con Tlon possa “diventare” anche un’esposizione: dal 23 novembre le tavole di Caterina Ferrante fanno parte di un percorso espositivo presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, un altro modo per ridare un volto alle filosofe raccontate e regalare meraviglia attraverso la filosofia.

copertina
Autore
Lisa Whiting
Casa editrice
Edizioni Tlon
Anno
2021
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
228
ISBN
9788831498500
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diMarta Lilliù

Sono nata ad Ancona nel 1985 e sono cresciuta ad Osimo. Sono laureata in Lettere (Università degli Studi di Macerata) con una tesi in Storia Moderna sulle Suppliche del XVIII sec. dell’Archivio Storico di Osimo. Sono diplomata in Pianoforte e in Clavicembalo (Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro).
Dal 2012 abito e lavoro in Liguria, dove ho approfondito l’ambito della didattica musicale (abilitandomi all’insegnamento del Pianoforte presso il Conservatorio “N.Paganini” di Genova) e della didattica speciale, cioè rivolta al Sostegno didattico ad alunni con disabilità (Università degli Studi di Genova). Ho vissuto a Chiavari e Genova. Attualmente vivo a Sestri Levante, dove annualmente si svolgono il Riviera International Film Festival e il Festival Andersen.
Sono docente di Pianoforte a tempo indeterminato a Levanto, Monterosso e Deiva Marina.
Abbandono talvolta la Liguria per muovermi tra le Marche e Londra, città in cui ricopro ufficialmente il ruolo di...zia!