Uscito nel 2020 ed in programmazione su Neflix, His House è un film di genere horror-thriller diretto da Remi Weekes con Sope Dirisu e Wunmi Mosaku.
His House è un film che va oltre il classico schema della casa infestata, proponendolo allo spettatore in chiave nuova, puntando più lo sguardo sull’animo umano e meno sull’abitazione.
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La trama
Bol Majur (Sope Dìrísù) e sua moglie Rial (Wunmi Mosaku) stanno fuggendo da una sanguinosa guerra civile in Sudan. Nel corso della traversata in mare, la piccola Nyagak (Malaika Wakoli-Abigaba) che è con loro si perde in mare e i due non riescono a salvarla.
Così, la coppia arriva in un centro profughi del Regno Unito, ma giunti nella loro nuova casa non riescono ad adattarsi alla cultura britannica, non riescono ad integrarsi ma soprattutto non sono capaci di vincere il senso di colpa per la perdita.
Nella casa fatiscente dove vivono, sembra poi esserci qualcosa che pare averli seguiti dal Sudan, una sorta di maledizione che chiede loro di pagare un conto salatissimo, e che popola la casa di tutti gli spiriti di coloro che non ce l’hanno fatta. Sconfiggere il nuovo nemico sarà l’unico modo per riprendere in mano la propria vita.
His House – La recensione
A ben vedere His House è un horror molto particolare, perché il centro principale del film sembra essere in realtà quello dei sensi di colpa, dell’affrontare il proprio passato e le proprie responsabilità.
La coppia in fuga dalla guerra arriva in una nuova terra completamente disorientata, in balìa dei propri traumi. Il film, pian piano, ricostruisce il passato dei due, e così entriamo in sintonia con loro, con gli eventi che li ha portati lontano dalla loro patria, per cercare salvezza altrove.
Oltre al trauma della perdita, poi, tra Bol e Rial si apre una distanza riguardo le tradizioni, gli usi e i costumi da mantenere. La nuova comunità non sembra accettarli, diventano reietti, si isolano, e questo rende ancor più complesso il processo del superamento del lutto. Quando la donna esce di casa si trova di fronte un labirinto di strade e palazzi, ragazzi che la deridono, mentre in casa è tranquilla, al sicuro assieme agli spiriti dei morti con i quali riesce ancora a parlare.
His House è un film che ci dice molto quindi anche della difficoltà di integrazione dei migranti, e di come convivano in loro sentimenti contrastanti di paura, speranza, terrore, odio, amore e rassegnazione a volte. La casa diventa al tempo stesso salvezza e morte, legame indissolubile tra le due anime e il senso di colpa e di sradicamento dalle radici.
