Ratched

Ratched – Alle origini del disturbo

Ratched è stata la serie tv più vista in streaming lo scorso settembre 2020 su Netflix. Prodotta e diretta da Ryan Murphy, ha come protagonista Sarah Paulson, candidata proprio per questo ruolo come miglior attrice in una serie tv drammatica ai Golden Globes.

Ratched è ispirata all’omonimo personaggio del libro e del film Qualcuno volò sul nido del cuculo, e mette in scena un prequel della vita dell’infermiera, andando a scavare tra le motivazioni che l’hanno resa così perfida. La serie si compone di otto episodi ed è in programma una seconda stagione.

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La trama

Siamo nel 1947 quando Mildred Ratched arriva in California per cercare un impiego come infermiera presso una clinica psichiatrica di prestigio, nella quale si praticano esperimenti innovativi sulla mente umana.

Mildred rappresenta l’immagine dell’infermiera perfetta, anche se il suo obiettivo è segreto. Nella clinica la donna inizia a maturare tendenze omicide e vendicative, ed inizia a scontrarsi con le autorità sanitarie e con la rete politica e sociale dell’epoca.

Pian piano iniziamo a scoprire particolari raccapriccianti del suo passato, comprendendo quale sia il vero obiettivo della donna e il motivo della sua apparente malvagità.

Ratched

Ratched – La recensione

Sarah Paulson è quindi il volto della famosissima e perfida infermiera Ratched, il personaggio che molti ricorderanno sia nel libro che nel film Qualcuno volò sul nido del cuculo. Una figura che proprio grazie all’opera letteraria (1962) e a quella cinematografica (1975) è entrata nell’immaginario collettivo.

La serie tv è quindi un bellissimo lavoro di indagine sul passato dell’infermiera, una sorta di indagine e di spiegazione delle motivazioni che l’hanno resa così perfida e malevola. Gli otto episodi si muovono quindi tra spin off e prequel del famoso film.

Ryan Murphy riesce a creare una sorta di thriller psicologico che cattura lo spettatore e lo tiene incollato allo schermo, in attesa di scoprire tutti i particolari della storia perversa e spietata di cui anche Ratched è vittima. D’altronde Murphy, uno dei creatori di The American Horror Story, ci aveva già abituati a prodotti di questo genere in cui la tensione, atmosfere cupe e dolore si mescolano perfettamente.

Nella scrittura spicca l’attenzione data ad ogni dettaglio, piccole sfumature che contribuiscono a creare quel senso di disturbo che attraversa tutta la serie. Anche il contrasto di colori e le scelte cromatiche spiccano meravigliosamente, alternandosi tra i toni cupi della clinica e quelli brillanti del mondo esterno.

Ratched è una serie che scava nella mente e nell’animo umano, ma che racconta anche molto del sistema sanitario americano degli anni ’40 e ’50, soprattutto in relazione alla cura delle malattie mentali. Ma si sottolineano anche in modo limpido e netto le contraddizioni e le ingiustizie di una società razzista e ipocrita in cui il pregiudizio va di pari passo con il lusso e l’eleganza.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.