The Alienist

The Alienist – La violenza prima di tutto

Quanti di voi amano il genere crime non possono non aver visto The Alienist, serie tv andata in onda nel 2018 su Netflix.

Un gruppo di ricercatori è alle prese con un serial killer che uccide brutalmente dei ragazzi, e nel farlo cerca di applicare tecniche psicologiche ed investigative moderne.

Ora gli appassionati stanno attendendo l’uscita della seconda stagione del crime psicologico ambientato a New York alla fine dell’Ottocento.

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La trama

The Alienist anticipa un po’ i tempi possiamo dire, e sposta il nocciolo narrativo di prodotti come Mindhunter molto indietro nel tempo. Qui addirittura ci troviamo nell’Ottocento, quando New York è totalmente divisa tra la ricchezza delle sale da ballo e dei teatri e i bordelli nei bassifondi dove lavorano anche ragazzini vestiti da donna.

Sono proprio loro ad essere presi di mira da un serial killer che li uccide brutalmente, con cadenza regolare. Possono i comportamenti di un adulto essere il frutto di esperienze passate? Quanto l’infanzia genera ciò che diventeremo in futuro?

Proprio su queste domande si basa l’indagine del gruppo di ricercatori e scienziati che cercano la verità. Lazslo Kreisler (Daniel Brühl) è il precursore dei moderni profiler, che applica una metodologia scientifica all’indagine. Al suo fianco John Moore (Luke Evans), un illustratore che aiuta il dottore nelle ricerche, e Sara Howard (Dakota Fanning), figura ispirata a Isabella Goodwing, che nel 1912 divenne la prima investigatrice donna.

The Alienist in realtà nasce dall’omonimo libro di Caleb Carr (edito nel 1994), che fino a quel momento aveva lavorato solamente a saggi storici e militari. Questo poi è solo il primo di una trilogia di romanzi che comprende, oltre a L’alienista (Newton Compton), anche L’angelo delle tenebre (Mondadori) e Surrender New York (che non è mai uscito in Italia). Un quarto libro (The Strange Case of Miss Sarah), in uscita, dovrebbe essere anticipato da un prequel.

La recensione di The Alienist

Ciò che colpisce prima di tutto di The Alienist è l’impeto della violenza su tutto il resto. Non stiamo parlando solo degli omicidi efferati del serial killer, ma dell’atmosfera che ricopre l’intera città di New York.

D’altronde è proprio la violenza, e la ricerca delle cause che la fa esplodere, il centro narrativo di tutta la vicenda. Non a caso lo stesso Carr dichiarò che la storia era un modo per esorcizzare un passato violento, e porre l’attenzione sui minori picchiati e maltrattati dai genitori.

I rapporti padre/figlio influiscono su ogni protagonista della vicenda, e la ricerca del killer diventa, in realtà, un percorso di scoperta delle proprie origini, di una nuova identità e delle parti più nascoste, spesso violente e dimenticate.

Particolare attenzione va poi posta sui numerosi riferimenti storici presenti nella serie. Primo su tutti Theodore Roosevelt, che prima di diventare Presidente fu governatore di New York. Riferimenti diretti poi ci sono al finanziere J.P. Morgan e al gangster Biff Ellison. Presenti anche molti luoghi storici, come l’ospedale di Bellevue e il Delmonico’s, e vengono nominati anche alcuni crimini dell’epoca (Jack lo Squartatore su tutti).

Verso la seconda stagione

Dopo la prima stagione, che ha avuto un discreto successo di pubblico ma non un buon riscontro dalla critica, la seconda stagione di The Alienist è stata confermata in realtà già nel 2018. La storia seguirà le vicende dei romanzi di Carr, e il titolo sarà infatti The Angel of Darkness.

Riconfermato il cast della prima stagione, con nuovi personaggi che compariranno invece per la prima volta, tra cui l’avvocato Clarence Darrow, Elizabeth Cady Stanton (suffragetta) e il pittore Albert Pinkham Ryder.

The Angel of Darkness è ambientata nel 1897, un anno dopo The Alienist. Sarah Howard è ora un detective privato alle prese con il rapimento di un diplomatico spagnolo. La squadra di investigatori si riunisce per cercare il bambino.

I produttori avevano dichiarato di voler rendere più attuale possibile la storia. Un grosso punto interrogativo resta, quindi, l’attinenza alla produzione letteraria.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.