Luis Sepúlveda

Luis Sepúlveda: storie dal Sud del Mondo

Il mondo della letteratura dice addio a Luis Sepúlveda. Il grande scrittore cileno non è riuscito a vincere la sua battaglia contro il Coronavirus, e si è spento all’età di 70 anni in un ospedale delle Asturie.

Una voce incredibile quella di Luis Sepúlveda, che come nessun altro è riuscito a raccontare la vera anima dell’America Latina. I suoi libri in Italia sono editi da Guanda. A metà marzo si era sparsa la voce che fosse in coma, ma la notizia era stata subito smentita dalla moglie.

Leggi ancheUltime notizie dal sud. La nostra recensione

Una carriera tra libri e politica

Nato a Ovalle, in Cile, nel 1949, Luis Sepúlveda è stato scrittore, sceneggiatore e regista. Tra le sue opere ricordiamo romanzi, reportage di viaggio, sceneggiature e saggi, anche se il successo al grande pubblico è arrivato con Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare.

Il Cile, la sua terra amata, l’aveva abbandonata tempo fa, dopo essere stato incarcerato dal regime di Pinochet. Quindi è stato esule, guerrigliero, fervente ecologista, sempre una voce fuori dal coro. Pensate che il suo esordio, nel ’63, fu considerato pornografia.

I suoi romanzi sono un mix perfetto tra resoconto giornalistico e favole, in cui lo scrittore si è sempre messo nei panni degli altri, raccontando gli ultimi, gli sperduti, le terre lontane dimenticate, personaggi fuori dal mondo che sono diventati poesia. Il vecchio che leggeva romanzi d’amore lo ha dedicato a Chico Mendes, dopo aver vissuto nella foresta per sette mesi con gli indios .

Poi c’è stato Il mondo alla fine del mondo, nato dopo l’esperienza a bordo di una nave di Greenpeace, a cui si era legato negli anni ’80. Militanza politica che ha portato avanti ne La frontiera scomparsa, racconti di un cileno in fuga che viaggia tra l’Argentina, la Bolivia, il Perù, l’Ecuador, la Colombia, Panama e la Spagna.

Biografia, e molta, c’è anche ne La lampada di Aladino, con due giovani che lottano con il movimento studentesco contro la dittatura cilena. Ha raccontato anche la sua storia d’amore con la poetessa Carmen Yáñez ne Un nome da torero. Tra i suoi libri più famosi delle bellissime favole: oltre alla storia della Gabbianella si ricordano anche quella del gatto e del topo che diventò suo amico, della lumaca che scoprì la lentezza e del cane che insegnò a un bambino la fedeltà. Ma famose sono anche Diario di un killer sentimentale, Incontro d’amore in un paese in guerra e Tutti i racconti.

Nella sua lingua e nel suo stile si univano più generi, pieni di amori, fantasmi, personaggi, ricordi ed ideali. L’ombra di quel che eravamo, per esempio, è un romanzo poliziesco che è anche una storia di amicizia e di speranze.

Leggi ancheIngredienti per una vita di formidabili passioni. La recensione

Luis Sepúlveda, il Cile, l’America Latina

SepulvedaCiò che di più importante ha fatto Luis Sepúlveda è stato trasformare le sue esperienze in scrittura, letteralmente regalando ai suoi personaggi pezzi della sua vita. Ha sempre voluto fare letteratura, fuori dagli schemi, lontano dal pathos, mantenendo una giusta distanza tra lui ed il suo amato Cile.

Una scrittura sintetica, nata per sottrazione, che non si lasciava andare a sofismi inutili. Con questo metodo ha raccontato la sua terra. Magistrali sono stati sia La frontiera scomparsa che Patagonia express. Per chi ama l’immensità degli spazi invece, consigliamo Le rose di Atacama, in cui la letteratura diventa un tutt’uno con la natura.

Sono poi ritornati i racconti dell’America Latina anche in Ultime notizie dal Sud ed in Storie ribelli e La fine della storia. Quel suo stile a cavallo tra prosa e giornalismo andrebbe riscoperto, andrebbe studiato e raccontato di più. Perché niente come i libri di Luis Sepúlveda può essere utile per comprendere non solo la cultura e la socialità di un continente, ma anche e soprattutto le persone che lo popolano.

Leggi ancheLa fine della storia. La recensione del libro di Luis Sepúlveda

Luis Sepúlveda e il Coronavirus

Lo scrittore cileno aveva contratto il Covid-19 di ritorno dal festival letterario Correntes d’Éscritas, tenutosi a Póvoa de Varzim, in Portogallo. Il 25 febbraio aveva avuto i primi sintomi, ed il 27 dello stesso mese si era rivolto ad un medico.

Da lì il ricovero in terapia intensiva dell’ospedale Covadonga di Gijón, con una diagnosi di sospetta polmonite. Dopo la positività al test era stato trasferito nell’Ospedale di Oviedo. Anche la moglie Carmen Yáñez, di 66 anni, presentava sintomi, ma da due settimane risulta negativa al test.

SOSTIENI LA BOTTEGA

La Bottega di Hamlin è un magazine online libero e la cui fruizione è completamente gratuita. Tuttavia se vuoi dimostrare il tuo apprezzamento, incoraggiare la redazione e aiutarla con i costi di gestione (spese per l'hosting e lo sviluppo del sito, acquisto dei libri da recensire ecc.), puoi fare una donazione, anche micro. Grazie

diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.