Juan Belmonte, il protagonista de La fine della storia, l’ultimo romanzo di Luis Sepúlveda , è un vecchio Don Chisciotte ormai anziano (conosciuto ne Un nome da torero del 1994) e mille battaglie vinte. Ritiratosi a Puerto Carmen, nell’isola di Chiloé, insieme a lui c’è la moglie Verònica, che ancora non si è ripresa dalle violenze subite nel periodo della dittatura.
Luis Sepúlveda scrive un libro sulle disillusioni e sulla forza del passato, perché «non si sfugge alla propria ombra», e «l’ombra di ciò che abbiamo fatto e siamo stati ci perseguita con la tenacia di una maledizione». La fine della storia è un libro di battaglie, quelle che Belmonte combatte al fianco di Allende prima, e quella che combatte contro il presente poi. Ora, infatti, i servizi segreti russi sono tornati a cercarlo, conoscendo bene le sue vecchie esperienze di guerra e da cecchino.
Come sempre fa, Sepúlveda crea un racconto in cui si intrecciano non solo diversi piani temporali, ma anche diversi piani geografici. Lontano, dal Cile, un gruppo di nostalgici cosacchi vuole liberare dal carcere Miguel Krassnoff, detenuto per crimini contro l’umanità, la cui famiglia si era ritirata proprio in Cile durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui, in Cile, Krassnoff era ufficiale dell’esercito durante la dittatura militare, e proprio da quel giorno Belmonte aveva imparato ad odiarlo.
La fine della storia è un viaggio nello spazio e nel tempo, dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, da Hitler alla Patagonia: una linea che idealmente unisce il ‘900 con le sue grandezze e le sue miserie fino, appunto, a La fine della storia. Sepúlveda cerca l’avventura fino in fondo, eccedendo forse un po’ troppo arrivando in alcuni casi a balbettare nello stile e nella scrittura. Accanto a Belmonte, contro il protagonista, il suo antagonista di sempre, l’antieroe perfetto che nel passato e nel pensiero in realtà rassomiglia a Belmonte.
Leggendo La fine della storia, si capisce che Sepúlveda fa un passo in più, oltrepassa la realtà e il reportage facendo vera e propria ricerca storica, in equilibrio tra lucidità e ricordi di un passato indelebile nelle vite di molti popoli. Un romanzo che si basa su fatti storici, che propone spaccati di linguaggio “ardito”, termini originali, l’eterna contrapposizione tra il male e il bene, che a volte diventa male. La fine della storia è un racconto di contrapposizione imperfetta dedicato ad ogni combattente del ‘900 che combatte contro il suo nemico, il suo passato, la sua ombra.
9788823508057