Cinzia Bomoll

Cinzia Bomoll: “Gli spigoli del mio cuore”

Cinzia Bomoll è una scrittrice che ha molto da raccontare. Poco tempo fa, per Ianieri Edizioni, è uscito il suo ultimo romanzo, Cuori a spigoli. Storie intrecciate tra di loro ed unite da un filo invisibile che scopriremo solo nel finale.

Abbiamo fatto due chiacchiere con l’autrice, cercando di scoprire cosa si nasconde dietro i suoi personaggi, come è possibile, se si può, cambiare il proprio destino e cosa, se c’è, ha segnato la sua vita.

Intervista a Cinzia Bomoll

Cinzia Bomoll, Cuori a spigoli è un viaggio nelle vite di tante persone “normali”. Come e quando è nata l’idea di questo romanzo?

Mi è stata ispirata tempo fa da un film che è La Ronde di Max Ophuls, a sua volta adattamento di Girotondo di Arthur Schnitzler, e dalle dinamiche delle serie tv di cui sono assoluta dipendente. L’idea l’ho soffocata per diverso tempo perché mi dava l’impressione di essere più per una raccolta di racconti e non volevo quello. Quella sorta di pregiudizio è stato poi finalmente distrutto dal mio allenamento alla visione delle serialità e alla stesura della mia prima serie tv che ha sfumato i miei soliti canoni.  Insomma un giro-girotondo misto per arrivare a una catena di vite legate l’una all’altra da un filo rosso e che solo alla fine si scopre cos’è.

Ogni protagonista deve però fare i conti con qualcosa che ha segnato un turbamento, un cambiamento. A che punto della loro vita sono i tuoi personaggi? E perché?

Sono tutti nel momento del passaggio da un atavico complesso che si portano dietro dall’infanzia alla realizzazione di una consapevolezza più matura. Sono tutti sul punto di cambiare, di rompere la propria pelle, di mutare. Alcuni di loro in peggio, come se la loro indole che sfocia dalle crepe dell’anima fosse cattiva, cattivissima. Ma sarà quella che li salverà e li farà andare avanti, oltre che a risolvere il dilemma della loro esistenza fino a lì. Ho cercato di essere realistica, ci tengo molto. Alcune di queste storie sono ispirate a personaggi reali che ho incontrato lungo il mio cammino.

Sembra evidente come ognuno di noi sia la conseguenza di qualcosa che gli è accaduto. Approfondiamo questo aspetto di causa-effetto? E come può una persona, se può, cambiare o modificare questa consequenzialità?

Siamo tutti fatti così per tutta una serie di motivi o esperienze che ci sono successe. Anche i peggiori. Anzi loro più degli altri. Però questo rapporto di causa-effetto lo si può infrangere, e alcuni personaggi del romanzo sono colti proprio sul punto di fare questo, come colti in flagrante. C’è un destino forse già scritto per ognuno di noi, vergato durante i primi anni di vita, ma la nostra volontà è una gomma che è in grado di cancellare questo destino scritto e riscriverlo come gli pare. E’ difficile, certo, ma è possibile. Questo romanzo ci dimostra anche questo.

Il tuo è un romanzo fatto di tante storie che sono parti di una più grande. Quanto questa struttura narrativa ha dato valore a ciò che volevi fare e raccontare?

L’ha resa omogenea e ha messo un punto unico al termine di diciassette storie diverse. Il passaggio di testimone da una vicenda all’altra permette di concatenarle, ma è il testimone stesso alla fine che rivela il tema del romanzo. Lo fa con sorpresa, inaspettatamente e fa sentire anche noi parte di un disegno gradissimo e mettendo insieme tante solitudini arriviamo a non sentirci più singoli ma gruppo. Un gruppo formato da corpi di uomini e donne di cui alcuni vediamo solo l’ombra perché sono già un passo più in là.

Cinzia BomollC’è un evento preciso che, si scopre, ha segnato la vita di tutti i personaggi, e forse anche la tua. Cosa ci portiamo dietro ancora di quel giorno? E cosa vuol dire ancora per te?

Io ricordo poco ma so, l’ho saputo dopo, che mio padre doveva essere là quel giorno a quell’ora e poi per un cambio di biglietto aereo all’aeroporto di Milano dove doveva recarsi, non è partito quella mattina ma qualche giorno dopo. Ecco forse questa storia a lieto fine mi ha segnato come se il non accaduto a volte ci segnasse più dell’accaduto. Poi ho sentito le storie di altri. Nella mia città tanti si trovano ad aver avuto a che fare passivamente o attivamente con quella giornata storica.

E Cinzia Bomoll come riesce a fare i conti con il proprio passato e con gli spigoli del proprio cuore?

Ho un debito con una parte del mio passato che sento di aver sprecato. Un errore che si tende a fare da molto giovani quando si crede di essere immortali. Vivevo in maniera passiva, come se mi bastasse lasciarmi scivolare addosso i giorni, che sono divenuti mesi e poi anni. Ho una certa ansia di vivere data dalla volontà di voler recuperare il tempo perduto.  A volte è una piccola dolorosa condanna quotidiana, a volte una scusa per vivere più intensamente. Ma così è. Gli spigoli del mio cuore ho cercato di smussarli col tempo, quando mi sono resa che pungevano più me stessa che chi mi stava accanto. Erano spigoli interiori. Sì forse sono quelli che mi impedivano di scorrere io sulla mia vita anziché la vita su di me.

(Foto in evidenza Rufa University)

CUORI A SPIGOLI – LEGGI LA RECENSIONE DELL’ULTIMO LIBRO DI CINZIA BOMOLL

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.