Virginia Woolf – Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto

Virginia Woolf è davvero un’icona letteraria di cui non si smetterà mai di parlare. In questo volume, l’attenzione è subito rivolta a quel viso «etereo, raffinato, vulnerabile», posto come immagine di copertina di Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto, splendida raccolta uscita per minimum fax, curata da Federico Sabatini.

Tutti riconosciamo in quei tratti Virginia Woolf, l’autrice degli indimenticabili La signora Dalloway, Al faro, Orlando, Una stanza tutta per sé e Le onde, nota anche per la sua tragica fine, quando, in un giorno di marzo del 1941, si riempì le tasche di sassi e si lasciò annegare in un fiume, nei pressi di casa (toccante e memorabile fu la lettera lasciata al marito, Leonard).

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La trama

Abbandonati gli schemi narrativi tradizionali, Virginia Woolf fu uno dei primi scrittori a cimentarsi nel moderno romanzo, al pari di Joyce, Proust o, per citare un caso italiano, Italo Svevo.

Sviluppò la tecnica del “flusso di coscienza” secondo un modello molto simile al Dubliners di Joyce, mentre, nei suoi scritti, un compito fondamentale è affidato agli oggetti, capaci di evocare momenti passati e apparentemente dimenticati, ma, in realtà, ancora presenti in qualche remoto angolo dell’inconscio (del “flusso di coscienza”, associato alla psicanalisi e all’ “età dell’ansia”, abbiamo ampiamente parlato in uno speciale, che potete leggere a questo link).

La Woolf ha lasciato ai suoi lettori numerosi diari ed epistole, che permettono di delineare la psicologia di questo personaggio letterario, oltre che lo stile e il suo metodo di scrittura.

Virginia Woolf – La recensione

Come nasce un romanzo per Virginia Woolf, qual è il rapporto della scrittura con la lettura, quali sono i consigli che l’autrice offre agli aspiranti scrittori, quali sono le sue opinioni sui colleghi? A tutte queste domande tenta di rispondere appunto Spegnere le luci e guardare il mondo di tanto in tanto: si tratta di una serie di riflessioni della Woolf sulla scrittura, in forma di lettere destinate a più destinatari, che trattano tutti gli aspetti legati a tale processo creativo.

Partendo dalle considerazioni relative alle varie fasi della scrittura, si arriva a dei veri e propri consigli pratici, elargiti tramite il racconto delle proprie esperienze che, più o meno indirettamente, dovrebbero fornire un esempio da seguire. Con la Woolf si assiste a un continuo confronto costruttivo, che ha come assunto di base la necessità di realizzare e affermare una propria individualità artistica, poiché «il vero scrittore deve costruirsi il suo personale sistema critico e le proprie opinioni».

Una parte interessante del testo è riservata alle letture della Woolf: dai classici greci a Milton, Shakespeare, Jane Austen, Marcel Proust e, in particolare, Joyce, per il quale l’autrice prova dei sentimenti contrastanti.

Si giunge, infine, a ciò che può diventare romanzo per Virginia: tutto può essere materia di scrittura, ogni emozione, pensiero e sentimento, «ogni qualità della mente e dello spirito vi può confluire, nessuna percezione è fuori luogo», ciascun attimo, sopito nella coscienza, viene illuminato e portato in evidenza. Arriva, poi, anche il tempo in cui è necessario prendere le distanze dal proprio mestiere, concedendosi un momento di intimità con se stessi, immergendosi nella quiete, perché la scrittura è «un’arte dannatamente sensibile all’atmosfera» e ha bisogno di pace per manifestarsi in tutta la sua completezza. Si devono spegnere le luci e, nell’oscurità e in silenzio, limitarsi a guardare il mondo di tanto in tanto.

copertina
Autore
Virginia Woolf
Casa editrice
Minimum Fax
Anno
2017
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
176
ISBN
9788875218362
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