Yasmina Reza – Il dio del massacro

Fedele alle unità di tempo, luogo e spazio, a cui si aggiunge una buona dose di humor nero, la pièce teatrale Il dio del massacro di Yasmina Reza ci conduce nel salotto di un appartamento francese in cui sono presenti due coppie, Véronique e Michel Houllié e Annette e Alain Reille, adulti tra i quaranta e i cinquant’anni.

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La trama

Motivo dell’incontro è ricostruire la vicenda che vede implicati i figli, Ferdinand Reille e Bruno Houillié, il primo colpevole di aver picchiato il secondo con un bastone ai giardinetti. Il testo mira a squarciare il velo d’ipocrisia e finto perbenismo di cui è permeata la vita di questi quattro borghesi che, all’inizio, tentano un approccio maturo, per scadere pian piano nella più assoluta puerilità, dimostrandosi più infantili dei figli e incapaci di gestire le criticità.

Il politicamente corretto lascia il posto all’homo homini lupus, Hobbes che incontra il Sartre di Huis clos e il celebre motto «l’enfer c’est les autres» (l’inferno sono gli altri): è Alain a credere nel “dio del massacro”, «l’unico che governa, in modo assoluto, sin dalla notte dei tempi.» Instaura immediatamente un rapporto d’antagonismo soprattutto con Véronique («Véronique, davvero pensa che ci si interessi ad altro che a se stessi? Vorremmo tutti credere a un possibile cambiamento. Di cui saremmo gli artefici e che non sarebbe legato al nostro personale vantaggio. Ma le pare possibile?»), la quale tenta di risolvere l’episodio della lite in modo civile, dimostrando tuttavia, a sua volta, una rigida moralità e la mancanza dell’elasticità mentale necessaria per concludere positivamente la disputa. Anche i rispettivi coniugi non brillano per intelligenza: Michel è cinico e insensibile, Annette una donna infelice coi nervi poco saldi.

Il dio del massacro – La recensione

Morale della storia: complice un bicchierino di troppo, i personaggi finiscono per svelarsi, le false cortesie spariscono per lasciare spazio alla vera interiorità dei quattro, indifferenti ai figli, al criceto abbandonato per strada, alla vita stessa di coppia. Cinismo e luoghi comuni sulla mediocrità borghese si fondono in queste poche, brillanti pagine di dialoghi essenziali, in cui i protagonisti finiscono costantemente per allontanarsi dal punto fondamentale (l’atteggiamento dei figli) per perdersi in banalità (il dolce, i tulipani, il cellulare) prive di senso.

copertina
Autore
Yasmina Reza
Casa editrice
Adelphi
Anno
2011
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
91
ISBN
9788845926235
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