Giulia Ciarapica

Giulia Ciarapica e il secondo romanzo della “trilogia di Casette d’Ete”

Tra le novità presenti in libreria segnaliamo “Chi dà luce rischia il buio” (Rizzoli, 2022), il nuovo romanzo di Giulia Ciarapica.

Giulia Ciarapica, già autrice di “Book Blogger. Scrivere di libri in Rete: come, dove, perché” (Franco Cesati Editore, 2018), è direttrice artistica del festival letterario “Libri a 180°”, insegna critica letteraria alla Scuola Passaggi, collabora con le Scuderie del Quirinale con il gruppo di lettura “Il filo nascosto”, scrive sul “Foglio” ed ha ricevuto particolari riconoscimenti per il suo primo romanzo, finalista al Premio Flaiano under 35, vincitore del Premio Zocca Giovani e del Premio Viva Gioconda – Salvatore Fiume.

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Giulia Ciarapica vive a Casette d’Ete ed è qui che ha ambientato i suoi romanzi, una trilogia tutta marchigiana che parte dall’Italia post bellica di “Una volta è abbastanza” (Rizzoli, 2019) e prosegue con questo secondo volume attraverso il decennio 1965-1975.

La trama – Stessi personaggi, evoluzioni di famiglia

 Sebbene non sia necessario aver letto il primo volume per comprendere il secondo, noi vi consigliamo di recuperarlo al più presto, poiché in questo libro ritroviamo le famiglie Verdini e Betelli, i personaggi di Rita e Mario, il parroco Don Raffaele.

Tutti i personaggi si muovono in modi diversi in scene diurne e notturne: sotto la luce del sole, si sa, non tutto si può fare o dire, anche se alcuni “incubi” possono manifestarsi realmente, in epoca di scioperi e violente tensioni (parliamo appunto del momento storico che va dal cosiddetto boom economico agli scioperi operai in tutta Italia). È nel privato, durante la notte, che accadono le cose più impensabili, che cadono le maschere, che compaiono fantasmi e nemici. Questo secondo episodio della trilogia è popolato da visioni, morti che ritornano a parlare, fatti realmente accaduti di morti annunciate che assomigliano a vendette postume, in un gotico che si stempera nella leggenda popolare e che fa da sfondo a tutto il romanzo.

“Qualcosa ha smesso di funzionare. Riparare famiglie è come riparare scarpe: l’occhio che le osserva riconoscerà sempre ciò che al primo colpo non è venuto bene. Lo cercherà fra mille altre famiglie, fra milioni di altre scarpe, e lo troverà ogni volta”. Nonostante le invidie e i grattacapi, per i Verdini e per Annetta gli affari vanno più che bene. Dietro la bella facciata (anche di una villa con terrazza che dà direttamente sul paese), però, i personaggi tutti vengono logorati da drammi interiori che lavorano con costanza: qualcuno se ne andrà, qualcuno reinventerà la sua immagine, qualcun altro ancora trarrà vantaggio da situazioni artefatte. E Ciarapica riesce a far emergere i conflitti di famiglia in modo magistrale, specie nella quarta parte del libro, intitolata “Dal buio alla luce”: è qui che la narrazione si fa davvero molto intensa e si nota una capacità di scavo (e di osservazione, prima di tutto) che non lascia vie di fuga ai personaggi. I gesti devono essere chiari, le parole devono essere dette ad alta voce, non c’è più tempo per i rancori non detti e per le ambiguità.

Non da ultimo, questa è anche una storia di donne, perché loro sono le vere protagoniste dietro alle generazioni di famiglia: “donne che avevano fatto e disfatto, strappato e ricucito, gridato con furia e rimesso tutto a posto, secondo l’ordine che a un certo punto loro stesse avevano stabilito”.

Il nuovo romanzo di Giulia Ciarapica – La recensione: Casette d’Ete, il personaggio più importante di tutti

“Le notti di Casette d’Ete grondano sudore e chiacchiere. Nulla di quanto accade durante il giorno scompare del tutto; niente, qui, se ne va. Ecco perché di notte, quando la tensione sembra allentarsi, escono fuori i pensieri, felici di non bruciare ai raggi del sole”.

Casette d’Ete, frazione di Sant’Elpidio a Mare (Fermo) dedita al settore calzaturiero, è la vera protagonista di questa trilogia. È la provincia, certo, ma una provincia ambiziosa, operosa, dalla quale è difficile allontanarsi: “si può scappare dalla verità ma non si può fuggire dalla provincia. La provincia è dentro, come un fantasma che ossessiona e divora i suoi figli in qualunque tempo”. Il tempo è ciclico, nella cittadina che prende il nome dal fiume Ete: tutto viene inghiottito in un continuo, silenzioso movimento, perché questa “madre lenta e tenace” sa tutto, vede tutto, anche le stragi e le lotte che pervadono quegli anni di cambiamento, ed essa stessa è “una cittadina minuscola che sta sempre dalla parte di chi vuole ribellarsi”. E se non si riesce pienamente a farlo, perché magari si è invisi(bili) alle persone che più dovrebbero amarci e rispettarci, ci sono sempre i libri; in un posto dove non c’è niente che salvi davvero l’anima, il personaggio di Gianna svetta luminoso perché “quello che lei cerca nei libri è proprio questo: una storia come la sua, qualcuno che abiti nella sua stessa angoscia, da cui prendere esempio”.

Giulia Ciarapica ha scommesso laddove pochissimi vedevano potenzialità e ha fatto nascere bellezza sia sul territorio (di casa sua ma anche nazionale), sia nei luoghi virtuali frequentati dai più giovani e a lungo ignorati da tanta parte della cultura. La scommessa è stata ampiamente vinta ma ci piace comunque terminare questo scritto con un’ultima citazione tratta da “Chi dà luce rischia il buio”: “Nel frattempo, Casette d’Ete resta a guardare, improvvisamente silenziosa nonostante abbia sempre l’ultima parola. Perché, in fondo, nessuno può vincere. Tranne lei”.

copertina
Autore
Giulia Ciarapica
Casa editrice
Rizzoli
Anno
2022
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
376
ISBN
9788817163866
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diMarta Lilliù

Sono nata ad Ancona nel 1985 e sono cresciuta ad Osimo. Sono laureata in Lettere (Università degli Studi di Macerata) con una tesi in Storia Moderna sulle Suppliche del XVIII sec. dell’Archivio Storico di Osimo. Sono diplomata in Pianoforte e in Clavicembalo (Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro).
Dal 2012 abito e lavoro in Liguria, dove ho approfondito l’ambito della didattica musicale (abilitandomi all’insegnamento del Pianoforte presso il Conservatorio “N.Paganini” di Genova) e della didattica speciale, cioè rivolta al Sostegno didattico ad alunni con disabilità (Università degli Studi di Genova). Ho vissuto a Chiavari e Genova. Attualmente vivo a Sestri Levante, dove annualmente si svolgono il Riviera International Film Festival e il Festival Andersen.
Sono docente di Pianoforte a tempo indeterminato a Levanto, Monterosso e Deiva Marina.
Abbandono talvolta la Liguria per muovermi tra le Marche e Londra, città in cui ricopro ufficialmente il ruolo di...zia!