Paura e delirio a Las vegas

Letteratura e gioco: tre titoli celebri

Chi ha mai detto che il gioco e l’intrattenimento non fossero meritevoli di un approfondimento culturale? O che addirittura potessero alimentare la fantasia di scrittori e sceneggiatori per dar vita a grandi opere letterarie e cinematografiche? Forse non tutti lo sanno, ma molti dei film che parlano della realtà del gioco sono tratti proprio da libri e romanzi. Alcuni titoli sono divenuti celebri nel corso dei decenni, configurandosi a vere e proprie pietre miliari della storia della letteratura internazionale. Altri hanno avuto forse meno fortuna, ma d’altronde è il gioco stesso che insegna che non si può sempre vincere.

“Il Giocatore”

Letteratura e giocoSe si parla di gioco e letteratura, allora il primo titolo che viene in mente è inevitabilmente quello de “Il Giocatore” di Fëdor Dostoevskij. Un capolavoro che risale al 1866 e che fu scritto in meno di un mese. L’autore russo, infatti, era realmente ricoperto dai debiti di gioco e se non avesse consegnato in tempo il suo lavoro avrebbe perso ogni diritto su di esso e su quelli successivi. Fu quindi la futura moglie Anna Grigor’evna Snitkina a trascrivere a tutti gli effetti il testo del romanzo, dettato poco alla volta da Dostoevskij, che riuscì a concluderlo poche ore prima della scadenza prefissatagli. “Il Giocatore” non è soltanto un racconto, ma una sorta di vademecum sul mondo del gioco, con i suoi personaggi caratteristici e le sue situazioni enigmatiche, nelle quali si intrecciano spesso e volentieri anche vicende amorose. In questo caso si parla della storia del giovane precettore Aleksej Ivànovic (narratore oltre che protagonista), che risiede nell’immaginaria città di Rouletteburg, in Germania, dove aiuta economicamente Polina, la ragazza di cui si era innamorato giocando al casinò, in attesa che la sua bella erediti una grossa fortuna dalla nonna. Quest’ultima, però, perde i suoi averi proprio al gioco e il ragazzo fatica a riconquistare sia il denaro sia la fiducia di Polina. Chissà se il famoso novellista russo avrebbe scritto esattamente la stessa trama se il libro fosse stato pubblicato di questi tempi. Il mondo del gioco, infatti, è profondamente cambiato rispetto all’epoca di Dostoevskij. Oggi esiste la realtà del gioco in rete, con diversi operatori e non singole sale gioco. Cambia quindi l’approccio del giocatore che non deve recarsi da nessuna parte, girando per il proprio Paese, per giocare, in quanto potrà farlo usando una connessione internet da casa, e non dovrà nemmeno spendere per forza i propri soldi, esistendo diverse promo a disposizione degli utenti: il william hill casino bonus è di certo uno degli esempi più calzanti in questo senso. Sarebbe curioso, quindi, capire come potrebbe essere un possibile nuovo capitolo de “Il Giocatore” riscritto in chiave moderna e con gli scenari attuali. Di certo, però, storie così radicate nell’immaginario collettivo non possono prestarsi ad operazioni commerciali alla stregua di remake o reboot.

Fate il vostro gioco

Un romanzo puramente italiano è invece “Fate il vostro gioco”, scritto da Roberto Michilli nel 2008. In questo libro l’autore approfondisce l’importanza delle abilità matematiche proprie degli amanti del tavolo verde, che riescono a scervellarsi ad ogni occasione tra poker, blackjack e soprattutto roulette. Quest’ultima è nota per essere un’attrazione aperta anche ai giocatori meno esperti, in quanto tutto dipende dalle estrazioni dei numeri ed è solo il caso a determinare un risultato. Eppure, in tanti si interrogano ogni volta su una possibile nuova via per azzeccare in anticipo il responso della ruota. Il protagonista del racconto tenta allora di unire l’utile al dilettevole, combinando la potenza di calcolo di un computer con i segreti dell’ambiente che gli erano stati rilevati dall’addetto di un casinò. L’obiettivo è chiaro: individuare il sistema perfetto per vincere.

Paura e disgusto a Las Vegas

Paura e delirio a Las vegasTra le opere sul gioco non poteva mancare qualche riferimento diretto alla capitale del divertimento. “Paura e disgusto a Las Vegas” di Hunter Stockton Thompson è il romanzo che ha poi ispirato il famoso film “Paura e delirio a Las Vegas”. Il protagonista è un giornalista, alter ego dell’autore, che si ritrova a Las Vegas e rimane rapito dalle realtà locali. Pochi dollari in tasca e un bagagliaio pieno di alcol e droghe: Raoul Duke e il suo avvocato, il Dr. Gonzo, volevano solo assistere ad una corsa motociclistica in mezzo al deserto del Nevada, ma finiscono con l’essere praticamente ammaliati dalle luci psichedeliche di quello che viene ancora oggi considerato da tutti il punto di riferimento assoluto per i frequentatori del tavolo verde. Si apre così una curiosa parentesi di riflessione sulla realtà del gioco e, in generale, sugli eccessi dell’America di una volta.

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.