Massimo Di Felice: Manifesto per una cittadinanza digitale

Massimo Di Felice con il volume La cittadinanza digitale. La crisi dell’idea di democrazia e la partecipazione nelle reti digitali edito da Meltemi nel 2019 affronta in maniera esemplare l’avvento delle nuove tecnologie connettive e di interazione che hanno cambiato sia la condizione abitativa, sia le relazioni che si instaurano tra i cittadini.

Di Felice, professore di Teoria dell’opinione pubblica nei contesti digitali all’Università di San Paolo (USP) in Brasile e fondatore del centro di ricerca internazionale sulle reti digitale Atopos, propone un nuovo modello di governance sempre più immersa dentro a reti complesse caratterizzate da molteplici interazioni.

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Il libro

Se da un lato il nostro presente è caratterizzato da reti neuronali connettive e forme di intelligenza automatizzate, dall’altro sempre più forte è il pericolo del cambiamento climatico e la relativa crisi ecologica provocata da un senso prepotente di autocentramento dell’essere umano.

Questa concezione antropocentrica nella storia occidentale mette l’uomo in una condizione isolata rispetto a tutto il resto, rischiando di non renderci conto che invece sono proprio le relazioni ecosistemiche che possono avviare un diverso vivere insieme contribuendo un un differente versione ecologica non più centrica, ma reticolare e interattiva. Siamo parte di un organismo vivo secondo la teoria di Gaia di Lovelock, il quale ci ricorda che è proprio da questa rete alla quale siamo sempre connessi che dipende l’esito della Terra. Le piattaforme digitali di interazione, le blockchain, le reti di dati e informative creano insieme questo modello ecologico che Di Felice porta avanti nella sua ricerca.

L’uomo non può essere separato e indipendente dal resto, è una narrazione infelice che non funziona e insieme ad una inadeguatezza della nostra idea di società ci conduce a ripensare questa complessità delle nostre relazioni. Il nostro agire è alla base dello spazio politico per sopperire alla crisi dell’immaginario rappresentativo e parlamentare della democrazia. Ci accorgiamo di una stanchezza dei riti senza mito e delle pratiche partecipative e politiche ridotte ad una scelta di un candidato e al disegno di una crocetta su un simbolo o su di una bandierina. Questo senso di voto-centrico ha allontanato la popolazione dai processi decisionali e un incremento dell’astensionismo.

Architetture digitali e cambiamenti climatici hanno restituito alla crisi politica occidentale un modo di agire connesso e transpecifico con le diverse entità che compongono la biosfera e la dimensione algoritmica. La cittadinanza digitale proposta da Di Felice può essere intesa come l’espansione dei diritti e delle forme amministrative e parlamentari su cui si costruisce una morfologia ecologica sociale connessa ed interattiva, dalle foreste ai big data. L’opportunità su cui Di Felice fa luce è proprio questa trasformazione delle rel-azioni in movimento che modifica l’idea di umano aprendosi al vivente e ad una cultura ecosistemica in cui tutto si tiene e si muove in una versione reticolare.

Massimo Di Felice e La cittadinanza digitale – La recensione

La cittadinanza digitale è dedicato a tutti coloro che sognano un mondo fatto di cittadinanze plurali e viventi, un mondo aperto a tutti i possibili mondi, solo così potremmo far comunicare dati (organico, inorganico, animale, vegetale, razionale, robotico, algoritmico) e flussi informativi. Il mondo che abitiamo non è più soltanto quello fisico e visibile, ma anche quello complesso e inscindibile di mondi e combinazioni. Un info-mondo, una rete di reti, una connessione planetaria.

Di Felice ci invita ad un dialogo fertile tra noi e le altre entità affinché si crei una forma comunicativa dell’abitare. Le info-ecologie sono forma che dà forma (forma-formante) e l’atopia è il non-luogo ibrido e fluido dove corpi, tecnologie, biodiversità e paesaggi convivono, fanno mondo (co-mondo). Questo mutamento crea il passaggio fondamentale dal contratto sociale a quello naturale fatto di voci delle cose del mondo, umani e non-umani. La sensibilità ecologica reticolare espande un nuovo sentire cosmopolitico di cittadinanza senza oggetti e soggetti, ma di entità aggregate che coabitano e co-agiscono. L’individuo si trasforma in info-viduo immerso dentro ad una rete complessa di interazioni che abitiamo e partecipiamo.

L’invito non è quello di pensare a nuove piattaforme, nuove riforme, allo spread o indicatori economici, ma è necessario immaginare un nuovo mondo. Per Di Felice, tutti gli essere viventi sono agenti climatici, così come le tecnologie possono attraverso le loro perfomance e aumentare l’entropia. I nuovi cittadini presentati in questo delizioso e coraggioso volume sono umanoidi, robot, plantoidi, foreste,fiumi, data-vidui, ologrammi che tutti insieme partecipano ad una cittadinanza digitale e dilatata dove agiscono e producono processi innovativi di trasformazione. In questa distribuzione di cittadinanze la dimensione ibrida di privato e pubblicato costruisce un’architettura reticolare ecosistemica dove ognuno (si spera) dovrebbe fare la sua parte ed è parte vitale per l’altra.

Di Felice nella sua Appendice detta un manifesto per una cittadinanza digitale come terreno fertile di trasformazione che evidenzia il passaggio fondamentale da forme soggettive a forme digitali, algoritmiche e info-ecologiche di partecipazione e un diverso modo di abitare. Un manifesto, quello di Di Felice, che richiede non solo la nostra attenzione, ma anche la nostra firma per poter finalmente sviluppare e prepararci a vivere insieme co-partecipando e co-esistendo in un mondo reticolare e noi tutti (viventi e non) tessitori di una importante piattaforma di connessione sociale. L’invito di Di Felice è quello di una educazione alla cittadinanza digitale e una costituzione di interazioni possibili ed impossibili.

copertina
Autore
Massimo Di Felice
Casa editrice
Meltemi
Anno
2019
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
228
ISBN
9788855190282
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diGiorgio Cipolletta

Artista e perfomer italiano, studioso di estetica dei nuovi media. Dopo una laurea in Editoria e comunicazione multimediale, nel 2012 ho conseguito un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione. Attualmente sono professore a contratto per corso di Fotografia e nuove tecnologie visuali presso Unimc. La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie “L’ombra che resta dietro di noi”, per la quale ho ricevuto diversi riconoscimenti in Italia. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo saggio Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata. Attualmente sono vicepresidente di CrASh e collaboro con diverse testate editoriali italiane e straniere. Amo leggere, cucinare e viaggiare in modo “indisiciplinato” e sempre alla ricerca del dono dell'ubiquità.