Nella collana Piccola Biblioteca Adelphi, esce Il mago, libro di W. Somerset Maugham. La traduzione dall’inglese è di Paola Faini. Ecco un’anticipazione.
Il mago è quindi un libro che mette al centro della narrazione una figura eccentrica, e che parla del male e del delirio della troppa sete di conoscenza.
Il mago – W. Somerset Maugham
Corpulento, teatrale, sfrontato, gli occhi che sembrano trapassare l’interlocutore, Oliver Haddo ha l’aria di «un prete sensuale, malvagio». Conosce come pochi la letteratura alchemica e la magia nera, si definisce Fratello dell’Ombra ed è ossessionato dal desiderio di vedere «una sostanza inerte prendere vita» grazie ai suoi incantesimi – dal desiderio «di essere come Dio».
Arthur Burdon, il brillante chirurgo che lo incontra a Parigi, non ha dubbi: è uno spregevole ciarlatano, un impostore, forse un pazzo.
Ma quando Margaret, la giovane dalla bellezza perfetta che sta per sposare, e che per il mago provava all’inizio un violento disgusto, comincia a esserne morbosamente attratta – come se «nel suo cuore fosse stata seminata una pianta infestante, che insinuava i lunghi tentacoli velenosi in ogni arteria» – e fugge con lui in Inghilterra, comprende che dovrà misurarsi con forze immani, di cui sinora ha voluto ignorare l’esistenza.
Dalla sua parte si schiereranno il dottor Porhoët, appassionato di alchimia, e la fedele amica e protettrice di Margaret, Susie, ma lo scontro – che Maugham trasforma in una spirale di irresistibile tensione – sarà aspro, tenebroso, lacerante: perché il male che il pragmatico dottor Burdon dovrà combattere è in fondo un’oscura «fame dell’anima», fame di una vita infinitamente viva, di rischiose avventure, di conoscenza soprannaturale e di ignota bellezza.
L’autore
William Somerset Maugham è stato uno scrittore e commediografo britannico. È ricordato per il pessimismo acre e freddo e l’ironia crudele e cinica con cui flagellava inesorabilmente i vizi e la follia degli uomini e soprattutto delle donne, in una visione del mondo piuttosto cupa, ma caratterizzata anche da senso d’umanità.