Il sussurro del mondo

Il sussurro del mondo – Richard Powers

Richard Powers con il suo ultimo romanzo The Overstory è vincitore del Man Booker Prize 2018  per la Narrativa e si qualifica come un raro esperimento narrativo. In Italia esce per la casa editrice La Nave di Teseo con il titolo Il sussurro del mondo, tradotto da Licia Vighi.  Powers ricompone un atlante della natura, con la sua mirabilia di  organismi uni e pluricellulari, eucariori e foroaerobici.

Con l’analisi fisiognomica e quella fitobiografica, il tempo degli uomini si relaziona con quello degli alberi in un viaggio unico. La dendrocronologia permette di stabilire la datazione di fenomeni meteorologici, giacimenti archeologici, attraverso lo studio delle correlazioni tra gli accrescimenti annuali di alberi fossili o a vita plurisecolare e i fattori climatici. È l’essere umano ad essere in continuo transito, così piccolo, così finitamente breve rispetto alla vita di un albero.

La trama

I nove personaggi umani della narrazione rappresentano nove “figure” dentro l’antropocene, inteso come quell’epoca geologica attuale, dove l’ambiente terrestre, nell’insieme delle sue caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche, viene fortemente modificato a causa dell’opera dell’uomo. I personaggi de Il Sussurro del mondo vengono accoppiati con una specie “arborea”, come ad esempio Nicholas Hoel, l’artista ambientale di origini norvegesi corrisponde al castagno americano, albero che sopravvive alla morìa che investe la fattoria di famiglia nell’Iowa.

L’ingegnere Mimi Ma, si lega invece al gelso, un albero con due sessi, mentre Adam Appich, studente di psicologia viene abbinato all’acero, mentre a Douglas Pavlicek, un pilota “caduto” nella guerra del Vietnam, si salva grazie ad un banano. Neelay Mehta, figlio di un ingegnere della Sylicon Valley, nonché genio dell’informatica è costretto su una sedia a rotelle dopo essere scivolato da una quercia. Infine c’è Patricia Westerford, la botanica visionaria, al cui si deve la scoperta di un sistema di comunicazione “segreta” delle piante e di altri misteri inscritti sul tronco di un faggio. Patricia ha sempre preferito le storie in cui le persone diventano degli alberi, Ovidio con le sue Metamorfosi ne è un classico esempio. Le storie in fondo, sono strane e fluide, antiche quanto l’umanità e per qualche motivo le sono familiari, come se le conoscesse già al momento della nascita.

La storia del romanzo evolve in anelli concentrici suddivisa in sezioni strutturali che si ramificano nella figura dell’albero: Radici, Tronco, Chioma, Semi. Ad ogni ramificazione incontriamo il destino di un personaggio per poi incontrali tutti nuovamente in California, dove una sequoia gigante rischia di essere abbattuta. Gli esseri umani rimangono ciechi difronte le piante esibendo il loro antropocentrismo. Il sussurro del mondo è un romanzo corale sulla nostra società contemporanea e il rapporto con la natura, il suo eco è una voce rotta davanti al biocidio della flora del mondo. Questa immensa una tragedia è il sussurro del mondo che indaga con sguardo emozionante dentro l’anima delle piante. Powers ci dona un inno alla natura, una rincorsa “emergenziale” alla salvezza. Perché, noi esseri umani, non ci accorgiamo della grandezza e dell’interezza delle piante, è questo il guaio con le persone, il problema delle loro radici. La vita scorre di fianco a loro, invisibile. Ecco che Douggie Pavlicek si domanda cosa sia andato storto con l’umanità. Powers tocca con mano la distruzione della natura ad opera dell’ambizione umana. Nessuno vede gli alberi, scrive Patricia Westerford.

Il sussurro del mondo. La recensione

La sovrastoria recuperando il titolo originale, The Overstory,  rievoca un’occulta relazione tra l’uomo e la vegetazione. Non sono solo e sconosciuto. Essi mi mandano segnali e altrettanto faccio io.

Il sussurro del mondo non è un romanzo ambientale, ma è la narrazione disperata per salvare un ecosistema in via di estinzione, dove il futuro dell’umanità si avvia verso la sua grande fossa comune giurando che è l’unica cosa della creazione che conti veramente. Vasti intervalli vuoti senza nulla che possa riempire le ore se non il ricordo di come lui e un manipolo di amici ambientalisti avessero cercato di salvare il mondo. Ma, naturalmente, non è il mondo che ha bisogno di essere salvato. Soltanto quella cosa che la gente chiama con lo stesso nome. 

La battaglia di Powers è quella di riafferrare la realtà che sembra svanire ai nostri occhi, con la responsabilità nei confronti di un paesaggio “naturale” che sta perdendo la sua naturalezza, l’etica  dell’esistere viene soppiantato dal dominio artificiale del d-esistere, privando le piante del loro “prezioso” dialogo e solo un flebile sussurro rimarrà attaccato alle radici della terra, l’ultimo estremo appello prima della scomparsa.

copertina
Autore
Richard Powers
Casa editrice
La nave di Teseo
Anno
2019
Genere
Narrativa
Formato
Rilegato
Pagine
752
ISBN
9788893449021
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diGiorgio Cipolletta

Artista e perfomer italiano, studioso di estetica dei nuovi media. Dopo una laurea in Editoria e comunicazione multimediale, nel 2012 ho conseguito un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione. Attualmente sono professore a contratto per corso di Fotografia e nuove tecnologie visuali presso Unimc. La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie “L’ombra che resta dietro di noi”, per la quale ho ricevuto diversi riconoscimenti in Italia. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo saggio Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata. Attualmente sono vicepresidente di CrASh e collaboro con diverse testate editoriali italiane e straniere. Amo leggere, cucinare e viaggiare in modo “indisiciplinato” e sempre alla ricerca del dono dell'ubiquità.