Lontano Lontano

Lontano Lontano – Gianni Di Gregorio

Lontano lontano di Gianni Di Gregorio già regista di Pranzo di ferragosto (2008), Gianni e le donne (2011) e Buoni a nulla (2014) è un film umile, semplice, frizzante, grazioso e divertente, tutti ingredienti di un cinema autoriale che ci offre l’occasione di una commedia che intrattiene e ci far ridere, anche con un leggero senso di malinconia.

La trama

Per cambiare vita non si è mai troppo vecchi. In Italia si sta male e i pensionati spesso solitari nella Roma popolare progettano di fuggire all’estero, ma all’estero dove?

I tre protagonisti unici della storia sono Giorgetto (l’inarrivabile Giorgio Colangeli) che nella sua scompostezza non riesce ad arrivare a fine mese, il Professore in pensione, nei panni dello stesso regista, dopo una vita a insegnare il latino si annoia moltissimo e Attilio interpretato dal mastodontico Ennio Fantastichini nella sua ultima performance attoriale veste i panni di un fricchettone che desidera rivivere le emozioni di gioventù. Nell’evolversi del loro piano di fuga si innescano meccanismi genuini di vita cogliendone l’essenza della romanità e le trasformazioni dell’economia.

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Lontano Lontano

Lontano Lontano – La recensione

Lontano lontano è il risultato di un lavoro meticoloso durato tre anni, dove Di Gregorio con la collaborazione amicale e creativa di Matteo Garrone ci restituisce una scrittura autentica. La pellicola del regista romano nasce proprio dal racconto Poracciamente vivere, dello stesso Di Gregorio edito da Sellerio, la sceneggiatura del film è affidata invece a Marco Pettenello.

Questo film  dona un’Italia attuale, reale degli ultimi trenta anni dove per realizzarsi, si è costretti a sopportare, lavorare per poi ritrovarsi nell’età senile senza uno “straccio” di soldi.

La commedia all’italiana di De Gregorio intrattiene dentro uno sguardo “leggero”, attento, antropologico e persino politico “l’emergenza” di strapparci un sorriso fino alla fine dentro un mosaico di anime settantenni in una Roma graziosa, intima e unica, l’unico spazio da dove fuggire, per poi accorgersi che in fondo l’Italia non è poi così male.

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diGiorgio Cipolletta

Artista e perfomer italiano, studioso di estetica dei nuovi media. Dopo una laurea in Editoria e comunicazione multimediale, nel 2012 ho conseguito un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione. Attualmente sono professore a contratto per corso di Fotografia e nuove tecnologie visuali presso Unimc. La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie “L’ombra che resta dietro di noi”, per la quale ho ricevuto diversi riconoscimenti in Italia. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo saggio Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata. Attualmente sono vicepresidente di CrASh e collaboro con diverse testate editoriali italiane e straniere. Amo leggere, cucinare e viaggiare in modo “indisiciplinato” e sempre alla ricerca del dono dell'ubiquità.