SEM LIbri

SEM Libri: gli editori si raccontano

Con l’intervista a SEM Libri inauguriamo una rubrica dedicata agli editori. Abbiamo pensato infatti di raccontare i libri mettendo in evidenza anche il punto di vista di chi, materialmente, crea il prodotto editoriale. Faremo quindi due chiacchiere con i professionisti per scoprire storie, segreti, abitudini e nuove uscite delle case editrici.

Partiamo da SEM Libri, Società Editori Milanesi, che ha come slogan “Ogni libro è un universo. Far nascere i libri e sviluppare il loro potenziale è quello che sappiamo e che vogliamo fare”. Abbiamo intervistato Teresa Martini, Responsabile della comunicazione. Ecco cosa ci ha raccontato.

 Partiamo con un po’ di storia. Quando e come è nata SEM Libri?

Abbiamo appena compiuto tre anni, ma siamo nel settore editoriale da moltissimi anni. L’idea di base è stata quella di cercare un approccio innovativo all’editoria generalista. Riccardo Cavallero, il CEO, ha guidato per anni Mondadori Libri e ha avuto molte importanti esperienze di lavoro all’estero. Dal Gruppo Mondadori vengono anche altre persone chiave  come Antonio Riccardi (Direttore editoriale), Valerio Giuntini (Dir Commerciale), Giacomo Calllo (art director), Maria Giulia Castagnone (editor straniera).

Molti degli appassionati di letteratura si chiedono cosa ci sia dietro al prodotto libro. Com’è la giornata tipo all’interno di una casa editrice?

Le giornate sono abbastanza convulse e destrutturate (siamo piccoli e tutti siamo molto coinvolti nel ciclo produttivo), ma il clima interno  è molto informale e rilassato. Portare il lettore dentro la casa editrice è uno dei punti di forza di SEMLibri. La nostra sede di Porta Romana è divenuta celebre per i giovedì di SEM, eventi culturali aperti a tutti. Cerchiamo sempre di sottolineare l’aspetto artigianale di questo mestiere, dell’importanza del confronto, dell’approccio non stereotipato.

SEMParliamo un po’ di numeri. Quanti titoli pubblicate in media ogni anno e come decidete di distribuirli nelle librerie?

Circa 30 titoli all’anno. Spannometricamente metà italiani e metà in traduzione. Circa 50% opere letterarie e 50% genere, soprattutto crime (dal giallo regionale all’hard boiled ).

Si parla spesso di linea editoriale. Cosa si intende e qual è quella della vostra casa editrice? Come decidete quali titoli pubblicare e quali no?

Tutto quello che riguarda una definizione rigida di linea editoriale ci lascia abbastanza perplessi.  Anche le collane a volte si trasformano in una camicia di forza editoriale e per questo ci fanno un po’ paura. Ci rendiamo conto di essere molto poco italiani in questo senso e ce la mettiamo tutta per trovare un equilibrio tra le varie. Più che alla linea editoriale crediamo nella potenza delle storie e al lavoro sartoriale che un bravo editore deve fare per pubblicare un buon libro.

Qual è il vostro approccio con la letteratura straniera? Cosa cercate o cosa vi interessa di più nel panorama internazionale?

Cerchiamo storie potenti. Ultimamente ci siamo un po’ specializzati nel recupero di grandi autori come David Leavitt, Amy Hempel e anche George Pelecanos, ma puntiamo molto anche sugli esordienti come Lesley Nneka Arimah.

Anche nel lavoro di traduzione esiste una sorta di “linea editoriale”? Che tipo di scelte fate insomma quando si tratta di tradurre un testo?  

Tutto il nostro lavoro è fatto ad hoc sul titolo. Quindi non ci accontentiamo di un bravo traduttore, ma cerchiamo chi possa avere la capacità tecnica e l’esperienza più rilevante per tradurre un determinato titolo.

SEM LibriE’ assodato che molti lettori scelgono i libri da acquistare in base alla copertina. Come scegliete le copertine dei testi da pubblicare? Esiste sempre e comunque una correlazione tra immagine in copertina e trama? Avete un ufficio grafico interno o vi appoggiate a professionisti esterni?

Lavoriamo con uno dei mostri sacri della grafica editoriale, Giacomo Callo, una vera e propria eminenza grigia, autore di copertine memorabili. Anche qua non c’è una regola fissa. A volte c’è la necessità di essere un po’didascalici, a volte si può prescindere completamente dalla trama e cercare un particolare segno grafico, una combinazione di colori, una suggestione artistica specifica.

Tra le tante proposte di pubblicazione che arrivano alla casa editrice, su cosa vi soffermate in particolare? Cosa cercate, cioè, nel panorama letterario di oggi?

Essendo generalisti è difficile rispondere con una risposta univoca, ma in generale anche qua cerchiamo la storia, più che la penna squisitissima e le madeleine. Anche perché le madeleine…sono una rarità!

Fanno molto discutere le autopubblicazioni. Come considerate questo fenomeno oggi, come un’opportunità per gli scrittori emergenti o come una minaccia per il mondo letterario?

Crediamo che siano un fenomeno interessante: molti dei megasellers degli ultimi anni hanno percorso questa strada. Questo vale per le pubblicazioni più commerciali, meno per il genere letterario che fatica di più a ottenere credibilità senza un vero editore.

SEM LibriAndiamo nello specifico del lavoro di ufficio stampa. Di cosa si occupa questo ufficio in una casa editrice e su cosa puntate nel processo di promozione di un libro?

Fondamentale. Uno dei pilastri della funzione di comunicazione letteraria. E’ un lavoro difficilissimo che spesse volte resta sotto traccia e non viene adeguatamente messo in evidenza. L’ufficio stampa di una casa editrice deve accostare la conoscenza perfetta dei mondo dei media ad una forte sensibilità letteraria, senza dimenticare la capacità di relazionarsi professionalmente ed umanamente. Ah, dimenticavo, bisogna essere anche creativi. Non basta  creare visibilità ai libri in uscita, bisogna scovare il punto di vista nuovo, la “storia  nella storia” appetibile.

Quanto è importante oggi l’utilizzo dei social network? Qual è il vostro rapporto con questi strumenti?

Noi ci puntiamo molto e siamo molto attivi in questo campo. Qua è molto importante non voler piacere a tutti. Ci vuole uno stile, un carattere. Bisogna avere il coraggio di dire qualcosa che può essere anche rifiutato. Ma chi ti apprezza ti seguirà.

Dacci qualche anticipazione per i prossimi mesi. Quali sono le novità su cui punterete maggiormente?

Non vediamo l’ora che finisca l’incubo invisibile che ci ha ridotto tutti a dei reclusi per tornare a parlare e a far parlare dei nostri figli prediletti (anche se in verità si lavora molto anche in quarantena…). In uscita abbiamo dei libri assai interessanti: si va dalla Padania Blues di Nadia Busato , una sorta di Fargo nostrana alla vita quotidiana di una cellula delle BR con Fare Fuoco di Daniele Garbuglia. Enrico Macioci poi si conferma narratore di razza con Tommaso e l’A. Poi c’è il nuovo attesissimo libro di David Leavitt che uscirà in anteprima internazionale a Giugno.

AMY HEMPEL – LA RECENSIONE DEL SUO ULTIMO LIBRO

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.