Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna (1942-2018) è un romanzo del 1990, nuovamente pubblicato in tredicesima edizione a luglio 2019 da Iperborea, casa editrice specializzata nella letteratura di area nord-europea (e in copertine oggettivamente bellissime, dal formato bellissimo). La postfazione è di Diego Marani.
Il titolo Piccoli suicidi tra amici rimanda subito all’atmosfera che si respira in questo libro: qui si parla di cose molto serie ma con grande humour; inevitabile l’immediata associazione con Non buttiamoci giù di Nick Hornby, che però è del 2005 e che a mio avviso è molto diverso da questo testo, dal punto di vista della profondità dei contenuti e soprattutto dello stile. Anche da questo libro è stato tratto un film nel 2000, Hurmaava joukkoitsemurha di Ere Kokkonen.
Il romanzo si apre con un incipit memorabile, un grandioso e al contempo catastrofico affresco: in sole nove righe, infatti, vengono associate alla Finlandia (ai finlandesi) parole come malinconia, introversione, apatia, gravezza, seriosità, afflizione, morte, sollievo.
Si ride già dalla prima pagina, dove l’autore crea questa immagine epica dell’intero popolo finlandese che, in occasione della festa di San Giovanni, si arruola per andare in guerra contro il suo più antico nemico: la malinconia.Tra i feriti del giorno dopo, per restare nella similitudine utilizzata dallo stesso Paasilinna, incontriamo subito colui che sembra inizialmente essere il protagonista del romanzo, l’imprenditore Onni Rellonen, cinquant’anni e un’indagine per frode a carico (più svariati altri fallimenti nella vita lavorativa e privata). Rellonen decide di farla finita e si reca in un fienile, deciso a suicidarsi con la sua pistola; a quanto pare, però, non è l’unico finlandese ad aver avuto questa idea proprio lì, proprio in quel momento. Quello che si prospettava come un evento tragico solitario, diventa un incredibile viaggio on the road (e in letteratura, si sa, il viaggio è sempre sinonimo di crescita, cambiamento, formazione), un racconto corale dove ci sono i singoli ma ci sono anche i singoli nel gruppo, con tutte le dinamiche che scaturiscono dall’incontro più o meno casuale di persone che perseguono un tanto particolare obiettivo. Si vedrà, all’interno della grande metafora del viaggio, anche il ruolo che può avere un -non sempre – buon narratore di storie, capace attraverso la parola di riportare l’attenzione sulla memoria di un popolo.
Piccoli suicidi tra amici conquista con la sua ironia, con le descrizioni della natura della Finlandia e della “finlandesità”, tra procioni, renne, boschi, laghi, fiumi di alcol, saune, tanto cibo… e soprattutto con i ritratti di personaggi di ogni età e ceto sociale, con alle spalle storie che l’autore racconta in modo secco, senza nascondere la profonda infelicità di vite chiuse nelle proprie case o nei luoghi di lavoro. Ce n’è davvero per tutti i gusti: una galleria di umanissimi, comprensibilissimi falliti e perdenti agli occhi della società (il mio personaggio preferito è sicuramente il domatore del circo di visoni, impossibile non amarlo!).
Ad interrompere la presentazione dei personaggi, di tanto in tanto intervengono “attori” esterni, come i due funzionari, il parroco, il marito della pasticcera, le varie forze dell’ordine: tutti travisano platealmente ed in modo tragicomico ciò che sta accadendo, lo sguardo da fuori è molto distante dall’intima vita spirituale degli altri.
A ben vedere, in questo romanzo si parla tanto di tutto, dagli hooligans alla religione, dalle donne alla burocrazia, persa di fronte all’imprevedibilità umana… insomma, il racconto, innescato da una trama tutto sommato semplicissima, si dirama e potrebbe potenzialmente andare avanti all’infinito.
Fallire un suicidio non è poi la cosa più tragica al mondo: non si può riuscire sempre in tutto.
Arto Paasilinna
Casa editrice
Iperborea
Anno
2019
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
283
Traduzione
Maria Antonietta Iannella
ISBN
9788870911398