Cosa c’entra il famoso mito della caverna di Platone con Daenerys di Game of Thrones? Perché Omero definisce cagna immorale Elena di Troia, quando Freud invece le darebbe ragione?
SCOPRI I MIGLIORI SAGGI RECENSITI DALLA BOTTEGA
Titolo e copertina acchiappa-lettori per un testo molto importante, Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire (Harper Collins) è un libro tutto italiano che però strizza l’occhio alla saggistica internazionale, su un tema fortunatamente molto dibattuto anche ai giorni nostri: le donne.
Il saggio è scritto a quattro mani dalla coppia (sì, anche nella vita) di giovani filosofi Gancitano-Colamedici, ma ha un taglio universalmente divulgativo ed attinge da un’amplissima bibliografia di autrici ed autori di ogni genere ed epoca.
Qui si narra di otto storie di donne: da Era (Giunone per i romani) alla veggente Morgana; da Dina (la biblica sorella del più noto Giuseppe principe d’Egitto e protagonista del romanzo La tenda rossa, ora serie tv per Netflix) ad Elena di Troia; da Daenerys di Game of Thrones – Il trono di spade a Medea, moglie tradita da Giasone e madre assassina, fino a Malefica (la strega cattiva de La Bella Addormentata) passando per la narrazione della storia di Difred (da Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood).
Ogni ritratto parte dalla storia, così com’è stata tramandata o presentata, di ognuna di queste figure della mitologia, dell’epica, della Bibbia, della letteratura, dei film e delle serie TV.
Poi però, non giriamoci troppo intorno, siamo guidati in questo viaggio da due filosofi: e cosa fa la filosofia? Aggiunge punti interrogativi alla fine delle parole. Ci apre a mondi nuovi, interpretazioni inedite e ci consegna anche possibili risposte a quello che fin da subito gli autori individuano come il problema senza nome, quell’inquietudine che molte donne non hanno il coraggio di esporre per non sembrare ingrate, troppo complicate o isteriche.
Il problema senza nome assume otto aspetti diversi: la rinuncia alla realizzazione, la rabbia, la responsabilità della scelta, la conquista del potere e via dicendo.
In Liberati della brava bambina ogni parola conduce il lettore per mano in un percorso sempre più profondo, che dalla storia di superficie (ridotta spesso a storiella stereotipata e misogina dalla polvere dei secoli) scende gradualmente nel profondo dell’animo, quasi a toccare quella verità, quel pensiero che era rimasto lì, relegato e dimenticato ma forte e legittimo nel momento in cui lo incontriamo di nuovo, se solo riusciamo per un momento a sbirciare oltre quella gabbia così ben raffigurata sulla copertina del libro.
Ecco perché Liberati della brava bambina è un saggio molto importante: perché affronta e ci spiega quello che ancora è un tabù per l’intera società e spinge anche gli uomini, ad esempio, ad affrontare il proprio Giasone personale. E lo fa parlando un linguaggio a noi familiare, contemporaneo, per nulla ostico, che cita Netflix accanto a Eschilo o Euripide ed affida alla sceneggiatura di alcune serie tv il ruolo catartico che un tempo aveva il teatro o comunque il grande spettacolo collettivo.
Perché una donna che non è rassicurante né prevedibile non deve più far paura: a se stessa, alle altre donne, agli uomini, alla società.

Maura Gancitano
Casa editrice
Harper Collins
Anno
2019
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
254
ISBN
9788869053955