C’è qualcosa di mistico e spirituale nell’ultimo libro di Leon De Winter, qualcosa che risiede in quel rapporto molto personale che l’essere umano ha con Dio, che si lega a filo doppio al legame che si crea tra una persona qualunque ed il suo analista. Se Dio fosse una donna (edizioni Marcos Y Marcos) porta sia il lettore che i suoi protagonisti fino al limite della sopportabilità degli eventi, e con la prospettiva dell’ebraismo raffigura la quotidianità con ironia e sapienza.
Leon De Winter decide che è Max il centro della storia, un ragazzo che ha ereditato dal padre una grossa azienda e che un mattino di un sabato perde il controllo della propria vita, immerso tra problemi al lavoro, una litigata con la sua fidanzata ed un incidente stradale. Max è un tipo borioso, un po’ eccentrico forse, che decide pian piano di lasciarsi andare ed affidarsi ad una psicanalista.
Se Dio fosse una donna diventa quindi il racconto che Max fa della sua vita alla dottoressa Jansen, parlando senza limiti e senza veli del rapporto col padre e col fratello, dei problemi familiari, della vita sentimentale. In una sola giornata Max rivive la sua vita passo per passo, descrivendone conflitti, turbe, dolori. Leon De Winter non mette giudizi in bocca ai suoi personaggi ma, proprio come in una psicoterapia, usa la narrazione per arrivare alla scoperta. Come in una partita a scacchi con sé stesso, Max scopre le mosse che portano al cambiamento, ed il giusto rapporto con le cose.
Se Dio fosse una donna rimbalza tra la frenesia e la tranquillità, tra l’azione e la riflessione, tra la religione e l’istinto. Una bella avventura, «un viaggio nella vita e nella mente di un uomo».
Leon De Winter
Casa editrice
Marcos y Marcos
Anno
2018
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
267
Traduzione
Elisabetta Svaluto Moreolo
ISBN
9788871688114