Intervista ad Andrea De Carlo: “La mia meraviglia imperfetta”

Con L’imperfetta meraviglia, Andrea De Carlo crea un romanzo a due voci sulla crescita, sull’identità e sulla ricerca di libertà. Lo abbiamo intervistato cercando di analizzare i personaggi, il ruolo dello scrittore di fronte a temi importanti e il rapporto di ognuno di noi con l’imperfezione della meraviglia.

Andrea, L’imperfetta meraviglia è il tuo 19° romanzo; a che punto senti di essere arrivato nel tuo percorso di narratore? Sempre se questo percorso esiste…
È un percorso non lineare, come può esserlo un viaggio di esplorazione, con scoperte, constatazioni, sorprese mentre lo si compie. Ogni romanzo rappresenta una tappa di questo viaggio, ne riflette lo spirito e testimonia l’evoluzione nella mia ricerca sui modi di raccontare.

Questo è un romanzo a due voci, dunque ti chiedo: quanta difficoltà c’è nello scrivere da due punti di vista differenti? E quanto è difficile immedesimarsi in una figura femminile?
Scrivere da due punti di vista differenti non è semplice, perché ognuno deve avere un suo carattere coerente e ben definito, e l’alternanza di prospettiva capitolo in capitolo non deve creare interruzioni nel flusso della storia. Immedesimarsi totalmente in una figura femminile è un’esperienza illuminante per uno scrittore (e credo anche per un lettore) maschio.

Milena e Nick, ne L’imperfetta meraviglia sono due artisti in fondo, ma anche due persone che si sentono inadeguate, “irregolari”. Che cos’è che li unisce ad un certo punto? Cosa fa scattare una “scintilla” tra loro?
Li unisce il non sentirsi conformi al mondo di cui fanno parte, il rifiuto di adeguarsi o accontentarsi. La scintilla tra loro scatta quando Nick riconosce in Milena un’integrità artistica che lui ha perso da tempo, e quando Milena scopre in Nick una curiosità, una capacità di attenzione e una libertà mentale che non si immaginava in uno come lui.

Di che cosa realmente sono alla ricerca Nick e Milena? E che rapporto ha Andrea De Carlo con la libertà?
Sono entrambi alla ricerca di una dimensione in cui poter essere se stessi, senza farsi rinchiudere in ruoli assegnati dagli altri. Credo di condividere la loro ricerca di libertà, che mi è indispensabile per scrivere ma anche semplicemente per vivere.

Tocchi anche temi molto importanti nel tuo romanzo: l’omosessualità e la fecondazione assistita, la crudeltà dell’industria discografica, i rapporti di coppia. Che ruolo ha ancora lo scrittore nella società di oggi, nell’affrontare i problemi di oggi?
Un romanziere di oggi non può certo sperare di avere l’influenza sulla società che poteva avere ai tempi di Tolstoy o di Flaubert. Ma i romanzi continuano a rappresentare una dimensione emotiva e intellettuale importante per la minoranza della popolazione che li legge. Fanno lavorare la fantasia, stimolano lo spirito di osservazione, rendono possibili riflessioni, considerazioni, interrogativi su se stessi e sul mondo.

Hai detto che il lettore deve portarsi dietro da questo libro una serie di domande. Spiegaci meglio…
È una storia piena di punti interrogativi: sui rapporti sentimentali e di amicizia, sulla distanza tra noi e i nostri sogni. Per me un romanzo non dovrebbe mai essere un monologo da parte di chi lo scrive, ma un dialogo in cui coinvolgere chi lo legge, alla ricerca di risposte possibili ai molti interrogativi aperti.

Pensi davvero che la meraviglia sia imperfetta? Perché?
Perché non dura, come del resto non dura niente di quello che ci riguarda, a cominciare dalla vita stessa. Ma è proprio una miscela di qualità e difetti a rendere belle le cose belle, ed è la loro non-permanenza a renderle preziose. Il punto è riuscire a cogliere la meraviglia quando si manifesta, non lasciarcela sfuggire per mancanza di attenzione.

E per che cosa Andrea De Carlo riesce ancora a meravigliarsi?
Per un sorriso, una musica, un tramonto, un luogo che ancora non conoscevo, lo sguardo di un gatto…

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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.