L’Amalassunta, opera prima di Pier Franco Brandimante e vincitrice del Premio Calvino 2014, è davvero «un oggetto inusuale, perfetto nel suo genere», come si legge nella motivazione del premio stesso. Tra queste righe, sono condensati i tratti biografici ed autobiografici, l’inchiesta e il senso della scoperta attraverso le storie personali e la visione romantica di luoghi geografici quasi sconosciuti.
L’Amalassunta è un passaggio spazio-temporale, che ripropone, oggi come ieri, due vite dedicate alla “ricerca” del senso vero e nudo delle cose. Lo ripropone negli stessi luoghi in cui viveva Osvaldo Licini, il famoso pittore di Montevidone, un piccolo paesino sulle colline marchigiane, dove il nonno di Brandimarte possedeva una barberia. Qui Licini, dopo gli anni bolognesi e parigini, visse tra i campi e i muri delle case, dando vita alle sue opere più importanti. Si apre così una strada lunga e tortuosa che lega Licini a Brandimarte, una sorta di percorso a ritroso alla ricerca di se stesso proprio in rapporto a Licini. L’autore lascia la sua Torino, la fidanzata e le sue cose, per seguire le tracce del pittore, mettere insieme testimonianze e voci.
Una delle tante Amalassunte dipinte da Osvaldo Licini
Ciò che ne scaturisce è un’opera-specchio in cui i due protagonisti sono sullo stesso livello, nonostante il periodo storico differente, e si scambiano i ruoli: Brandimarte crea con il suo romanzo una tela perfetta su cui dipinge la vita di Osvaldo Licini, mette in risalto Amalassunte, Olandesi volanti, Angeli ribelli, un’esistenza di cui sono i pilastri l’Accademia di Bologna, la Grande Guerra e la gamba offesa, Parigi, il riconoscimento alla Biennale di Venezia e l’amore per Nanny, la moglie svedese. Lo stesso Licini, al contrario, proprio lasciandosi scoprire nel privato delle colline marchigiane sembra raccontare l’anima più profonda di Brandimarte, dare un senso alla sua vita: «Perché non l’avevo fatto prima? Forse per timore che le circostanze reali potessero costringere le mie fantasie, perché volevo attraversare e ricomporre a piacimento la vita di un uomo […] o forse per timidezza […] In ogni modo, mi dicevo, la mia era voglia d’indeterminato, d’inconcluso, voglia di giocare eternamente coi possibili, di evadere la forma. […] era questo il segreto del suo segno: un segno per ciò che non si vede. Un paradosso».
Così, L’Amalassunta è un libro che parla di dettagli che di solito non si vedono, che racconta storie non urlate ma dette piano, quasi sussurrate, che si muove tra colline, campi e piccole case che nessuno avrà mai visto, ma che comincerete ad immaginare. Un libro sulla luna, a volte la nostra più cara amica.
9788809802537