Sinfonie del crollo: il 1981 degli Einstürzende Neubauten

Si parla spesso di “musica estrema”, ma è un’espressione che non può avere cittadinanza nel vostro dizionario se non avete mai ascoltato gli Einstürzende Neubauten. Ascoltato? Sarebbe meglio dire: se non ci siete mai sprofondati. La musica della band tedesca è un vortice indemoniato, il rutilante requiem della società post-industriale. In una parola: un incubo. E gli incubi non si ascoltano: ci si sprofonda, fino a che un urlo disperato non ci restituisce alla veglia.  

Nati nei primissimi anni ’80 dalle frattaglie dell’underground di Berlino Ovest, il cui quartier generale è l’ex mattatoio dell’Üntergang, gli Einstürzende Neubauten chiariscono già con le prime, leggendarie performance di che pasta siano fatti. Sul palco, Blixa Bargeld, N.U. Unruh e FM Einheit allestiscono un baccanale a base di seghe circolari, martelli pneumatici, tubi, travi di metallo. Già il nome è tutto un programma: “edifici nuovi che crollano”, con “Neubauten” che, oltre ad indicare in generale le costruzioni di nuova fattura, si riferisce nello specifico agli squallidi palazzoni eretti in Germania dopo il 1945, in contrapposizione agli “Altbauten”, gli edifici dell’epoca premoderna.

(Gli Einstürzende Neubauten a Berlino nei primissimi anni ’80)

Già, la guerra. Alla fine degli anni ’70, Berlino è in piena convalescenza dal secondo conflitto mondiale. L’aspetto è ancora quello di una città sotto attacco: la vera ricostruzione ci sarà solo negli anni ’80. La situazione è caotica, a Berlino Ovest si respira un’aria di decadenza tipo Weimar negli anni ’20 ma con un’importante differenza: la città non è isolata. Il suo cosmopolitismo la rende uno stimolante rifugio per giovani artisti provenienti da ogni parte del mondo. Berlino Ovest diventa il cuore pulsante delle avanguardie anche grazie ad uno speciale status politico: formalmente la città non fa parte né della Repubblica Federale né della Repubblica Democratica Tedesca. Ciliegina sulla torta, non esiste il servizio militare: questo rende decisamente più agevole lo sviluppo delle sottoculture giovanili, ulteriormente stimolate dalla leggendaria attività dei nightclub. 

In questo scenario, accanto alle avanguardie letterarie (Günter Grass, Uwe Johnson) e teatrali (le piece sperimentali dello Schaubühne) e ad alcune fondamentali esperienze “multimediali” come il centro ufaFabrik, si muove il Geniale Dilettanten, un gruppo di artisti dediti alle arti visive e alla musica. Le band della scena sono tantissime: le lineup non sono stabili ed i progetti spesso estemporanei.

Il 4 settembre del 1981, Blixa Bargeld (vero nome, Christian Emmerich) organizza il primo festival del Geniale Dilettanten, Die grosse Untergangsshow, al Tempodrom di Berlino. Il risultato, contraddistinto un’atmosfera surreale e malata, restituisce plasticamente la distanza tra quel movimento e il 1968. Gli hippie «erano i nostri nemici di classe», ricorderà in seguito Gudrun Gut, artista d’avanguardia che fa parte della primissima incarnazione degli Einsturzende. «Berlino nel 1981 era come il 1968, ma senza idealismo e con un profondo senso di decadenza».

“Crollo”: è Kollaps il pezzo che gli Einstürzende Neubauten propongono sul palco. Il brano ruota intorno ad un pattern minimalista di basso e chitarra atonale: le percussioni da fabbro, suonate con foga animalesca, e il recitato espressionista di Bargeld creano un vortice nichilista di disperazione e, insieme, officiano una sorta di rituale sciamanico.

Come spiega Wolfgang Muller, organizzatore del Die grosse Untergangsshow assieme a Blixa Bargeld, il festival vuole abbattere «l’assurda separazione tra cultura alta e bassa». Gli Einstürzende Neubauten si impongono come leader del movimento proprio per la loro capacità di sintesi. Da un lato, la band di Bargeld pesca dalle avanguardie musicali (Stockhausen, il minimalismo, Artaud, Brecht, Benjamin), dall’altro (anche grazie alla mediazione del punk) cala queste citazioni colte in un magma primitivo. La foga distruttiva delle loro performance, la spettrale brutalità del loro sound, feroce e subdolo al tempo stesso, celebrano in chiave distorta la società moderna, immersa in un’apocalisse di cui lo squallore e la vitalità sofferta di Berlino offrono una rappresentazione plastica.

Alla performance al Die grosse Untergangsshow segue la pubblicazione, il 5 ottobre 1981, dell’LP di debutto degli Einstürzende Neubauten, Kollaps. Le 24 tracce dell’album formano un flusso scomposto di immagini angosciose. Le percussioni metalliche, le schitarrate lancinanti e l’urlo di Blixa fissano in modo indelebile l’incipit, Tanz debil, una “danza demente” che inneggia all’autodistruzione («Brama di eccesso / Desiderio sfrenato di carne / Desiderio sfrenato di droghe»). In Steh auf Berlin, l’apertura affidata al martello pneumatico è solo il preludio ad un feroce bombardamento di distorsioni e beat industriali. Le visioni di fuoco e distruzione declamata da Blixa precipitano nello smarrimento di Negativ nein (il vertice minimalista del disco) e da qui nel rifiuto totale di Draußen ist Feindlich (letteralmente: «là fuori è ostile»).

L’album è un tour de force emotivo. Blixa pulsa, arde, si consuma: la forza che lo percorre viene dal caos primigenio, lo stesso che partorisce le stelle (vedi Sehnsucht). È incredibile come il quartetto (con Bargeld, N.U. Unruh, FM Einheit c’è il bassista Marc Chung) riesca a scavare un abisso di disperazione tanto profondo con pochi elementi (Abstieg & Zerfall). A Kollaps non manca l’ironia, ovviamente feroce. La foga iconoclasta che anima Sado-Masodub (probabilmente uno degli ascolti preferiti dei primi Nine Inch Nails) si stempera nella sinistra jet’m, che mastica Je t’aime… moi non plus di Serge Gainsbourg per sputarne bolo acido. A Berlino Ovest, nel 1981, questo è il massimo della melodia ammissibile.

Con Kollaps, gli Einstürzende Neubauten danno il via ad una carriera che per spessore artistico e morale ha pochi eguali. Le prime incisioni (Kollaps, ma anche Die Zeichnungen Des Patienten O.T.1985 e la compilation 80-83 Strategien Gegen Architekturen) sviluppano e ampliano le intuizioni di Throbbing Gristle, della musique concrète, del minimalismo e del Krautrock (Can, Popol Vuh, Kraftwerk), in un percorso d’avvicinamento alle coeve sperimentazioni d’oltreoceano. Halber Mensch, LP del 1985, abbraccia la forma canzone grazie all’influsso dei Sonic Youth, ma non si può dire che questo porti Blixa Bargeld (nel frattempo entrato a far parte dei Bad Seeds di Nick Cave) e i suoi a snaturarsi.

Gli album successivi espolrano la dialettica tra forma e distruzione della forma, rumore/musica e silenzio, con ottimi risultati, come nel caso di Silence is sexy (2000), Alles Wieder Offen (2007) e Lament (2014). A luglio, Blixa Bargeld e i suoi saranno in Italia per tre imperdibili concerti: un’occasione da non perdere per ammirare dal vivo tutta la carica eversiva di un sound che, a distanza di decenni, non smette di stupire per forza d’urto e visionarietà.

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