Luca Doninelli – Fa’ che questa strada non finisca mai

Ci sono alcuni personaggi, nella letteratura di ogni tempo e di ogni tipo, che ricorrono più spesso di altri e che si ripresentano nei secoli, quasi a crearsi un proprio spazio di indipendenza che li slega totalmente da chi li ha creati. Giuda è uno di questi, nonostante appaia complicato tagliare il filo con la sacralità e l’autorità (religiosa) dei Vangeli. Tra i tanti romanzi che cercano di interpretare, indagare e modificare il destino di Giuda, Fa’ che questa strada non finisca mai (nato da un’idea teatrale), di Luca Doninelli, occupa un posto particolare perché oltrepassa gli aspetti storici e documentali per soffermarsi su ciò che di più umano e di più forte, e quindi di più difficilmente cancellabile, esisteva tra Giuda e Gesù: l’amicizia.

Sono vere alcune cose in questo percorso/discorso che proviamo a fare insieme all’autore. Va intanto detto che nessun autore che ha trattato l’argomento si è mai fermato alla semplice raffigurazione del traditore che viene spinto dall’invidia, dalla gelosia, dall’avidità. Sembra ormai che gli studi e le numerose interpretazioni della letteratura, abbiano acquisito un certo valore. Nasce un nuovo Giuda, a volte deluso da Gesù perché si aspettava un liberatore politico, a volte addirittura redentore, che prende davvero su di sé i peccati del mondo e paga per questo un prezzo più atroce di Cristo. Va poi ricordato che, come ricorda Claudio Magris in un articolo apparso su La Lettura, l’umanizzazione della figura di Giuda aveva già affascinato Borges tempo fa, e che il punto di origine di questi percorsi re-interpretativi sembra essere proprio l’apocrifo Vangelo di Giuda, in cui si indagano luci ed ombre del cuore umano, il bene ed il male, la libertà di fronte a Cristo.

Doninelli, come detto, con il suo racconto breve, puntuale ed essenziale fa di più, provando a farci riflettere su come persino gli stessi Vangeli canonici dimostrino il grande rapporto di amicizia tra Giuda e Gesù. Un’amicizia che, come ogni sentimento della vita, crebbe pur nelle differenze e nella diversità di vedute tra i due: Giuda promotore della legge e della legalità, Gesù alla ricerca dell’eccezione e del disordine. Sul filo di questa diversità nasce il rapporto tra due che sono prima di tutto uomini, un rapporto che nemmeno il tradimento cancellerà. Questa estrema ricerca della legalità, questo estremo sentimento di amicizia, spinge il Giuda di Doninelli a “consegnare” Gesù nella speranza di salvarlo. Uno sbaglio, un errore in buona fede compreso solo a posteriori, quando ormai è troppo tardi, quando il male fa il suo ingresso nel mondo e il destino è compiuto.

Una scena del film Gesù di Nazareth, di Franco Zeffirelli

Fa’ che questa strada non finisca mai mescola, per stessa ammissione dell’autore, aspetti biografici a perturbazioni narrative, che si accavallano con quelle nell’animo del protagonista. Giuda è qui davanti a noi, in questo preciso momento, e condivide con noi i dubbi, le paure, le domande che non hanno avuto risposta nei comportamenti di Gesù. Ne nasce un racconto che è un discorso sull’amicizia e sui rapporti umani in genere (amore, famiglia, fiducia), sulla loro complessità interiore e perfino sociale, sulla loro essenzialità o sulla possibilità che tutto si risolva in compromesso o in complicità. «È possibile», si chiede Doninelli, «essere amici dentro una tale abissale differenza? Nonostante le intenzioni, questa non rischia di essere solo un’illusione? È possibile che perfino il tradimento possa lasciare in vita un grande affetto?».

Forse sì, proprio perché Gesù si pone in posizione di comando coi suoi discepoli, che non sono amici ma testimoni, seguaci, privi di contraddittorio. Quei discepoli, come ricorda ancora Magris, sono qualcosa d’altro, di più alto e importante dell’amicizia, forse, ma nessuno di essi è un amico. Giuda sì, coi suoi cambiamenti di prospettiva, con i suoi rifiuti, con un rapporto umanamente paritetico che viene violato e violentato dal tradimento, ma che finisce con un senso di colpa tale da portare al suicidio. Di tutta questa storia, che i Vangeli non hanno raccontato fino in fondo, lunga come una strada che forse non deve finire mai, spetta ad ognuno di noi la conclusione. Perché fede e religione, proprio come l’amicizia, non vivono di dogmi, ma di possibilità.

ISBN
9788845277931
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.