«Ciò che nella storia appare in forma di tragedia, la seconda volta si presenta in forma di farsa, la terza in dvd e la quarta come sedativo». Ecco, la quarta volta è proprio dove vive Leo, e dove si trova benissimo. Lui è il protagonista di questa storia, e quella frase è il miglior riassunto del nuovo romanzo di Walter Fontana, Splendido visto da qui. Un libro che richiama la grande tradizione del genere fantastico (Orwell, Bradbury) ma che non può fare a meno di rendere chiara, sin da subito, una sua impronta specifica.
Siamo in un futuro non troppo lontano, e il mondo è stato diviso in zone militarizzate ben distinte: anni ’60, anni ’70, anni ’80, anni ’90, anni Zero. La popolazione vive felice e inebetita sempre nello stesso decennio: non c’è possibilità di andare avanti, né di fuggire. Solo la possibilità di ripetere in all’infinito quei dieci anni. Stessi libri, stessi film, stesse notizie alla tv e stessi prodotti. Così, per annientare e placare l’ansia verso il futuro, in questo mondo si è deciso di eliminarlo del tutto, il futuro. Passare da una zona all’altra è possibile solo per i militari e gli addetti ai servizi, che vivono nel Quartier Generale centrale. Leo è uno di questi addetti: fa lo spazzino, lavoro delicato, perché i rifiuti sono la cartina al tornasole della popolazione: si capisce il modo di vivere e si capisce se c’è attività di contrabbando se, per esempio, una carta di chewingum del 2009 viene trovata a Settanta. In questo mondo diviso in zone, Leo serve la dittatura senza voler rischiare nulla, proprio come fanno tutti. Libertà è una parola che non ha senso.
Poi, un giorno, tra la spazzatura Leo trova qualcosa di strano, qualcosa che ha un nome e la forma di una ragazza: Maia, in fuga da Settanta, dove è nata e cresciuta. Per Leo è il momento dei dubbi e delle scelte, il tempo della memoria e quello dell’azione. La calma e la tranquillità apparenti che hanno caratterizzato lo scorrere di ogni giorno, diventano ora minacce, e la Libertà non è più un miraggio, ma qualcosa da toccare al di là di un confine.
Fontana ha trovato la sua storia per parlarci di presente. Una storia del futuro che, non rinnegando il passato, non ti da mai la sensazione di urlarti contro, ma di parlarti con molta calma, mentre ti lascia il tempo di riflettere, di cogliere i molteplici richiami storici, analizzare il contesto, fonderlo con musica e letteratura e capire che in fondo lo scorrere del tempo non si può fermare. Adattando le cose all’infinito, nasce una popolazione cieca, che sembra trasportata in questa storia dai libri di Saramago. Qualche tempo fa non ci credevo, ma forse a volte l’unica soluzione è scappare, e la libertà passa per distacchi feroci che lavano via patine dagli occhi. O forse, è solo questione di scegliere da quale parte del confine voler stare.
9788809786974