William S. Burroughs – Pasto nudo

Pasto nudo di Williams S. Burroughs non è un libro: è una raccolta di appunti dall’inferno. O, per dirla in modo meno retorico, da quell’antro buio che è la “Malattia” (con la maiuscola) della tossicodipendenza. Burroughs ne fu affetto per 15 anni, durante i quali scrisse dei bozzetti deliranti che poi, una volta disintossicatosi, nel 1957, riordinò in un romanzo.

Il titolo gli fu suggerito da Kerouac. Durante gli anni della “Malattia”, Burroughs non aveva capito cosa volesse intendere l’amico. Solo dopo si rese conto che quelle parole esprimevano «l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta». La consapevolezza, insomma, arriva dopo: prima c’è solo un lungo e informe delirio, quello del Pasto nudo, nel quale seguiamo il tossicomane William Lee muoversi tra USA, Messico e l’Interzona – ovvero Tangeri, dove Burroughs si rifugiò dopo aver accidentalmente sparato alla moglie e dove scrisse il libro tra il ’53 e il ‘57.

Pasto nudo è costituito da una serie di vignette sconnesse, visionarie, dominate dall’assenza di ogni morale, di ogni sentimentalismo. Nel romanzo l’umanità è marcia, perversa, spinta ad agire contro la propria volontà, condizionata mentalmente. Tutto Pasto nudo è innervato dall’ossessione per il controllo mentale, il che rende bene il clima che si respirava negli Stati Uniti all’epoca, con il divampare del maccartismo, il pericolo atomico, la paranoia anticomunista.

Figura centrale del romanzo, da questo punto di vista, è il Dottor Benwey, «un manipolatore e coordinatore di sistemi di simboli, un esperto di tutti gli aspetti dell’interrogatorio, del lavaggio del cervello e del controllo», come lo definisce l’autore stesso. Il personaggio nacque nel ’38, e fu inserito nel racconto Gave proof through the night, scritto a New York da Burroughs con l’amico del liceo Kell Elvins. È Benway che manovra il Centralino, una spietata macchina di tortura che condiziona la mente, è lui che, arrivato nella Terra della Libertà (Copenaghen, un altro dei posti in cui Burroughs visse), comincia a dirigere il Centro dì Ricondizionamento, in cui l’omosessualità è abolita e domina il matriarcato (l’incubo di Burroughs per eccellenza).

Pasto nudo può essere letto quindi come testimonianza personalissima dell’inferno in terra o come satira del totalitarismo in tutte le sue forme. Comunque lo si prenda, rimane un libro potentissimo, disturbante, malato, uno spettacolo circense livido ma non sprovvisto di sense of humor. Solo uno regista come Cronenberg, ossessionato dalla biologia, dal corpo, ed amante della fantascienza di Ballard, poteva riuscire nell’impresa di tradurre, nel 1991, un mondo così contorto in un film. Il libro, però, non si batte: anche a distanza di 50 anni, rimane un capolavoro.

ISBN
9788845920936
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