Miriam Toews – Un tipo a posto

Algren è una piccola città del Canada, a dir la verità, la più piccola. E per mantenere questo record, deve mantenere il numero di 1500 abitanti, non uno di più, non uno di meno per aggiudicarsi la visita del Primo Ministro. Hosea Funk è il sindaco, ed ora, oltre a cercare disperatamente di mantenere fermo quel fatidico numero, ha anche un’altra ragione in più per vivere: incontrare il Primo Ministro, il suo vero padre. Così, quel numero diventa un’ossessione, una legge da seguire, un rito da portare a termine, un destino da combattere.

È una bella storia quella che Miriam Towes ci racconta nel suo ultimo romanzo, Un tipo a posto. Una storia che non manca di originalità, e che trasmette la sensazione di dover rincorrere, sempre e costantemente, qualcosa di inafferrabile. Nel farlo, la Towes è brava ad usare ancora una volta le sue armi migliori, fatte di dolcezza, di sogni, di persone che mostrano senza veli la propria quotidianità. Loro, le persone semplici, sono le vere protagoniste del romanzo, che è fatto del tempo scandito dalle stagioni e dagli amori, dalla vita e dalla morte. Certo, l’autrice poteva forse osare un po’ di più, ne ha le potenzialità, e la storia in qualche piega glielo permetteva.

Diciamo che più che la trama e lo stile, la voce di questo libro è data dalle storie semplici, dallo splendore dell’idea, e da un concetto ripetuto quasi ossessivamente senza che ve ne sia il minimo accenno: la vita è movimento, il mondo non può essere tenuto in scacco e le sue regole non sono sempre fatte di numeri. Per cui, senza che vi siano mai troppi crescendi di tensione narrativa, la Towes disegna una non troppo ipotetica mappa dell’umanità (nel senso che è molto vicina al reale), in cui la partita si gioca sul filo del rasoio un giorno dopo l’altro, e in cui senza accorgercene rincorriamo successi effimeri che non solo non hanno il minimo valore nel tempo, ma che in fin dei conti sono irraggiungibili. Nel fare di abbagli delle bussole perdiamo di vista il contatto con la semplicità e con la ricchezza, e se saltano i piani rincorriamo soluzioni senza programmi. Raggiunto l’obiettivo ci chiediamo cosa rimarrà, e se basti davvero questo per credere di aver vinto. Forse meglio il movimento, persone che vanno e vengono.

ISBN
9788871686691
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.