La contessa nera, di Rebecca Johns, è un romanzo basato sulla vicenda (vera) di quella che è considerata la prima serial-killerdella storia, la contessa Erzsébet Bàthory, vissuta in Ungheria tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo.
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La trama
Attraverso le parole lucide e precise della contessa, riviviamo l’intera sua vita, sin da quando, dopo la morte del padre, poco più che bambina, fu costretta a lasciare la propria casa natale, l’adorata madre e le sorelline, per recarsi a vivere con la futura suocera nell’immenso castello di Sarvar. Da lì è un crescendo di esperienze e di consapevolezza, di soddisfazioni personali costellate però da altrettante amarezze e disillusioni: dal matrimonio col nobile, ricchissimo Ferenc Nadasdy, algido e violento, più interessato alla guerra e alle tresche con le servette che a lei, alla nascita dei figli e alla morte di alcuni di loro. Sotto gli occhi via via sempre più coinvolti del lettore, si consuma la progressiva follia di una donna sola contro tutti, tradita dagli uomini che ama e costretta a sopravvivere in un mondo fatto a misura maschile, dove probabilmente per una donna gli unici modi per sopravvivere, per non soccombere sotto il peso di soprusi e umiliazioni, erano la violenza e un cuore di pietra.
E infatti è proprio questa l’ultima, disperata difesa di Erzsébet contro quella società che l’ha sfruttata finché ha potuto, rivoltandosi contro di lei senza alcuno scrupolo: si è solo difesa, scrive dalla cella al figlio Pal, ha solo cercato di proteggere i propri beni, e i propri figli, dalla furia cieca del mondo. Le parole della contessa rappresentano in fondo anche un’accorata difesa di tutte le donne che a lungo, nei secoli, sono state costrette a rivoltarsi le une contro le altre in un mondo che per sopravvivere concedeva loro un’unica chance: trovare un uomo di cui essere, insieme, ornamento e appendice.
La contessa nera – La recensione
Le testimonianze scritte e orali – cui la Johns ha attinto a piene mani, svolgendo un metodico e accurato lavoro di ricerca – ci consegnano il ritratto di una donna spietata e sanguinaria, che torturava in mille modi diversi le giovani donne che avevano la sfortuna di prestare servizio presso la sua dimora. Priva di scrupoli, assetata di sangue e vendetta, la contessa Bàthory è passata alla storia come una pazza, una strega e un’assassina, al punto da venire anche soprannominata “la contessa Dracula”.
Ma quanto c’è di vero in tali storie, tramandate nei secoli e inevitabilmente ingigantite, se non addirittura stravolte, dalla fantasia popolare, sempre così bisognosa di capri espiatori per spiegare l’inaccettabile? La contessa nera, pur essendo a tutti gli effetti un romanzo storico, duro e cupo, denso di eventi realmente accaduti e incastonato come una gemma tra pezzi di storia ungherese, è tuttavia pur sempre trasfigurato dall’immaginazione letteraria e dalla fantasia dell’autrice, straordinaria nel presentarci gli eventi dal punto di vista della contessa, ormai prigioniera, murata viva dal conte palatino nello stesso castello che aveva visto svolgersi le sue malefatte. È destinata a morire sola, probabilmente senza poter rivedere i figli Anna, Kata e Pal, che pure ama di un amore sincero e talora ossessivo, un amore capace di realizzare il male pur di preservare il loro bene.
Rebecca Johns
Casa editrice
Garzanti
Anno
2011
Genere
Narrativa
Formato
Rilegato
Pagine
323
ISBN
9788811670346