Von Trier imbastisce uno spettacolo lungo 136 minuti all’insegna di una vena lirico-estetizzante che ha in un languido senso d’abbandono il suo tono principale.
La parabola personale del protagonista si inscrive nel cerchio della Storia: l’olocausto, il dramma della Shoah, ma anche l’America obamiana della crisi economica, smarrita eppure speranzosa.
La stanza del male, di Jerker Eriksson e Håkan Axlander Sundquist, edito Corbaccio, è stato probabilmente uno dei thriller più attesi della stagione 2011: best-seller nei paesi scandinavi, in Italia questo romanzo è stato ampiamente anticipato da uno dei booktrailer…
“A Dangerous Method” ci invita a scrutare le nostre patologie psichiche. Il paziente stavolta è lo spettatore e lo psicanalista è il regista canadese.
Se n’è parlato poco di questo Brick. Troppo poco. Fatto salvo un premio speciale della giuria al Sundance, la pellicola, scritta e diretta da Rian Johnson, è passata tutto sommato inosservata. Peccato, perché questo curioso impasto di Raymond Chandler e…
Quando inizi a leggere Che fine ha fatto Miss Baby?, una delle ultime uscite della Newton Compton, capisci subito di avere a che fare con un finalista del premio Pulitzer: la scrittura di Lee Martin, infatti, è così limpida ed…
Si può essere il migliore come autista, ma la strada riserva comunque delle sorprese. Come una vicina con una vita complicata di cui innamorarsi, come una città che sembra inghiottire persone e storie. Drive è il film vincitore a Cannes…