“La teoria del rinoceronte” di Alessandro Spocci è un romanzo duro e crudele, con protagonista un uomo ambiguo, che non si riesce mai ad inquadrare davvero; Stefano è un mistero insondabile, è una persona sfuggente e che può generare molta confusione.
Alessandro Spocci – La teoria del rinoceronte
Il protagonista è stato uno scrittore di successo ma ora, sulla soglia dei quarant’anni, si ritrova ad osservare il cadavere di sua moglie riversa sul divano di casa loro, con un colpo di pistola alla testa. Agli inquirenti non sa cosa dire: la moglie non aveva nemici, e sicuramente non è stato lui a compiere l’omicidio, come sembra sospettino; il detective Alessandro Vinci è più che sicuro che Stefano c’entri qualcosa, ed è così che finisce in tribunale, accusato di uxoricidio.
Il suo avvocato – conscio che non ci siano altre vie di salvezza in quanto non è stata trovata l’arma del delitto né prove di un coinvolgimento di terzi – convince il protagonista a patteggiare dichiarandosi colpevole, così da avere “solo” dieci anni di prigione per omicidio preterintenzionale. Per Stefano si aprono quindi le porte del carcere, lasciando fuori dalle sbarre i suoi sogni infranti e le sue labili certezze; quando uscirà un decennio dopo, non sarà più lo stesso uomo. Alessandro Spocci presenta un romanzo noir che sa piacevolmente disorientare grazie all’impeccabile caratterizzazione del suo protagonista; fino alla fine ci si continua a chiedere chi sia davvero Stefano, quali ombre si agitino nel suo animo e, soprattutto, quanto sia implicato nella morte della moglie.
E lui sicuramente non fa niente per rassicurare il lettore: per tutto il corso della trama abbiamo a che fare con un personaggio, nonché voce narrante, che gestisce il gioco abilmente, rivelando solo ciò che vuole e mascherando bene ciò che desidera tenere per sé. Ma cosa c’entra il rinoceronte del titolo con la vicenda di cui Stefano è protagonista? Ci viene spiegato all’inizio dell’opera: qualche secolo fa il re del Portogallo decise di prelevare un esemplare di rinoceronte da un continente lontano per farne dono al papa; purtroppo la nave su cui viaggiava l’animale affondò. Il pittore Dürer, tempo dopo, ricevette una lettera con una descrizione del rinoceronte e, affascinato da quel mistero, lo volle riprodurre in una xilografia; egli, però, non fece un ritratto molto attendibile ma, fino alla fine dell’Ottocento, fu comunque utilizzato nelle enciclopedie dedicate agli animali. «Per tre secoli tutto il mondo ha creduto a una bugia», si afferma nell’opera, creando un intrigante parallelismo con la storia di Stefano: è tuttavia lui il menzognero, o è invece caduto vittima di una bugia? Ai lettori il compito di scoprirlo.
Contatti dell’autore
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Alessandro Spocci
Casa editrice
Albeggi Edizioni
Anno
2024
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
256
ISBN
9788898795796