Non andartene docile in quella buona notte

Non andartene docile in quella buona notte – Ricardo Menéndez Salmón

Non andartene docile in quella buona notte (Marcos y Marcos, 2022) è uno dei libri più intensi e toccanti che abbia letto negli ultimi anni. Ricardo Menéndez Salmón arriva dritto al cuore del lettore raccontando la sua storia, tra memoir e narrazione.

L’autore ci racconta senza fronzoli la relazione con il padre gravemente malato, l’influenza che questo ha avuto nel rapporto con il suo corpo e soprattutto con la sua scrittura. Non andartene docile in quella buona notte è un sentiero nel passato, nei ricordi e nel dolore.

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La trama

L’arte ha il potere di modificare la realtà. Con questa convinzione un figlio apre le porte al risentimento trattenuto, all’amore sconfinato, e nella navicella della sua scrittura affronta la tempesta del rapporto con il padre.

La minaccia di un cuore malato, la follia dell’alcol, l’invenzione di un passato da ribelle o da agente segreto: affacciato alla finestra da cui suo padre ha contemplato il mondo per l’ultima volta, il figlio cerca una direzione per attraversare ricordi dolorosi e inspiegabili amnesie.

Ma non c’è bussola né rivelazioni salvifiche, solo la forza di lasciarsi andare alle onde del tempo, a un destino collettivo evocato da libri e film amati, a una storia personale in cui riconoscere finalmente i doni e le ferite.

Non andartene docile in quella buona notte – La recensione

“Un padre malato che si inventa una vita da supereroe. Un figlio in bilico tra la luce e il nulla. Un vortice di pensiero, scintille e poesia”. Si legge questo sulla quarta di copertina di Non andartene docile in quella buona notte, il bellissimo scrigno creato da Ricardo Menéndez Salmón.

Parlo di scrigno non a caso, perché tra queste righe c’è un mondo da scoprire. Basta non scappare, affrontare il dolore e la perdita, la malattia e il baratro. L’autore ha generato uno dei suoi romanzi più intimi e autobiografici, e lo ha fatto ripescando tra i ricordi, in un passato che è stato segnato da un difficile rapporto con il padre malato.

Proprio la malattia è il centro su cui ruota tutta la scrittura di Salmón, una scrittura potente, decisa, che ci accompagna fin dentro le mura domestiche per farci vedere la sofferenza, il modo in cui il dolore può cambiare i rapporti familiari e i sentimenti.

La malattia viene messa in relazione alla casa, alla crescita, ai ricordi. Tutto muta quando si soffre, e non è solo il soggetto malato a modificare atteggiamenti e pensieri, ma tutti coloro che gli stanno accanto, volenti o nolenti. La malattia, in questo sentiero tortuoso, è un fantasma da cui difficilmente ci si libera, perché anche una volta passata lascia macerie dietro di sé.

Non andartene docile in quella buona notte è un memoir ma anche un romanzo, un diario e una poesia, un viaggio nel baratro e un inno di speranza per tutti coloro che hanno attraversato il dolore, la malattia, la perdita.

copertina
Autore
Ricardo Menéndez Salmón
Casa editrice
Marcos y Marcos
Anno
2022
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
224
ISBN
9788892940505
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.