Augusto Mancinelli

Un libro in ricordo del chitarrista Augusto Mancinelli

Il tempo rende sempre giustizia ai grandi. E i grandi attraversano il tempo e le mode, per restare nella memoria di tutti. Questo è certamente il caso di un grande chitarrista compositore, Augusto “Mimmo” Mancinelli, nato ad Osimo nel 1953 e scomparso prematuramente nel 2008.

“Augusto Mancinelli o della sei corde” è il libro-tributo scritto da Stefano Galvani e pubblicato da Guasco editore. Titolo azzeccatissimo perché è impossibile scindere la figura di Mancinelli dalla sei corde: nonostante Mimmo fosse molto dotato in generale per le arti, la sua scelta di vita è stata la musica e in particolare la chitarra.

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Le tappe di un viaggio spettacolare

Stefano Galvani, fotografo, appassionato di jazz e autore di articoli su varie riviste specialistiche, ha conosciuto personalmente Augusto Mancinelli. Nella premessa al libro, Galvani racconta di come sia rimasto folgorato dall’esibizione di quel giovane chitarrista a un concerto che Enrico Rava stava tenendo con la sua String Band a Pavia. Era il 1985.

Fin dalle prime pagine del libro, si possono leggere quei segni che alcuni chiamano “destino”: un bambino nato in casa in una frazione di Osimo, orfano di padre, che inizia da solo a suonare la chitarra, seguendo il programma televisivo “Chitarra amore mio” condotto da Franco Cerri. Quel ragazzino, con in mano una rudimentale chitarra costruita da un collega di sua madre in Farfisa, suonerà poi più volte con Franco Cerri e con moltissimi altri grandi nomi del jazz italiano e internazionale (per citarne alcuni altri: AREA, Lee Konitz, Curtis Fuller, Sam Rivers, Jimmy Owens, Gil Evans, Tony Oxley, Tiziana Ghiglioni, Orchestra della RAI di Roma, Rete 1 della televisione svizzera con Franco Ambrosetti…).

L’amore per i Beatles fu il suo primo slancio verso il rock. Nel 1965 gli esordi con una band rock locale, poi il 1968, la ribellione, il collegio per orfani dei ferrovieri a Senigallia e tanta, tanta musica rock: da Hendrix ai Cream, dai Led Zeppelin a Johnny Winter, da Jeff Beck agli Yarbirds. Nella storia della vita spettacolare di Augusto c’è anche il viaggio avventuroso a Londra in autostop e successivamente il salto verso il jazz. Fra le pagine di “Augusto Mancinelli o della sei corde” troverete tutte le collaborazioni importanti, il racconto del trasferimento a Milano, centro molto importante per il jazz italiano, e la discografia completa. Qui ci limiteremo a citare i suoi quattro album da leader.

Il suo primo album Extreme (1989) mette in luce non solo il chitarrista virtuoso Mancinelli ma anche il compositore e improvvisatore capace di spaziare dal jazz all’ambito “colto” con grande ispirazione. Negli anni, Mancinelli non ha mai smesso di esplorare, studiare, acquisire una visione musicale sempre più ampia e questa è sicuramente una caratteristica del suo genio: l’irrequietezza, la volontà di sperimentare, di volersi sempre superare, di non voler sostare in un ambito o in suo momento creativo.

Jazz Work (1997) sarà il secondo album da leader di Mancinelli e verrà anch’esso incluso nella prestigiosa Penguin Guide to Jazz. Alle orecchie degli appassionati di spiagge marchigiane non passerà inosservata la splendida “Sassi Neri”, uno dei brani composti da Augusto per questo album fatto di standard e di suoi inediti. Notevole la partecipazione di Mancinelli al Concerto del 2 agosto 1999 in ricordo delle vittime della strage di Bologna. Ai primi anni 2000 risalgono i due album che vedono coinvolto il fotografo Stefano Galvani, autore del libro. Nel 2002 un suo nuovo album, Resonance, e poi l’ultimo, del 2005, Tribute to Charlie Parker nel cinquantenario della morte di Parker, appunto. Purtroppo, il 2005 è anche l’anno della fine della carriera di Augusto: un aneurisma cerebrale gli toglierà ogni autonomia per i successivi tre anni e Mimmo lascerà prematuramente famiglia, amici e affetti nel 2008.

Musica e memoria: ricordo di Augusto Mancinelli

Ad Augusto Mancinelli, negli anni, sono stati intitolati una via cittadina, un parco, qualche concerto e gli è stata dedicata una tesi di laurea (Daniele Cervigni). Forse la cosa più emozionante è poter ascoltare di nuovo alcune sue musiche suonate dal vivo. Il tempo passa ma l’affetto e la stima non passano mai e questo libro ne è una bellissima testimonianza. Augusto è ancora ricordato dai tanti allievi che ha incontrato come docente nei vari Conservatori italiani in cui ha insegnato (Potenza, Cosenza, Parma, Rovigo, Fermo) e nelle varie scuole musicali con cui collaborava. Mancinelli aveva infatti il raro dono di essere un grande didatta della musica – chi ha studiato musica sa quanto sia difficile incontrare un vero maestro e lui lo è stato davvero per tanti.

Con l’occasione della pubblicazione del libro, «che raccoglie le tracce di ciò che Augusto ha donato di sé nell’arco della sua vita», si sono tenuti e si terranno concerti a Pavia, Osimo, Milano, Ancona. L’auspicio di tutti è che la musica composta da Augusto torni ad essere suonata nuovamente dal vivo, dopo anni in cui non è stata più eseguita, se non in alcuni eventi organizzati da suoi collaboratori e amici. Il personaggio complesso e sfaccettato di Augusto Mancinelli lo si ritrova fra le pagine di questo bel libro, corredato da tantissime foto e da importanti testimonianze di Enrico Rava, Franco Cerri, Gilberto Severini, Francesco Colonnelli (che ne ricorda il lato comico con il video che vede protagonisti Mimmo “mimo” e Francesco Vitale) e molti altri tra amici, allievi, collaboratori e affetti più cari.

Vi consigliamo caldamente l’acquisto del libro per portare avanti la memoria di Augusto Mancinelli o per scoprirne vita e opere, e una visita al sito web www.augustomancinelli.com

copertina
Autore
Stefano Galvani
Casa editrice
Guasco
Anno
2021
Genere
saggistica
Formato
Brossura
Pagine
75
ISBN
9788894284362
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diMarta Lilliù

Sono nata ad Ancona nel 1985 e sono cresciuta ad Osimo. Sono laureata in Lettere (Università degli Studi di Macerata) con una tesi in Storia Moderna sulle Suppliche del XVIII sec. dell’Archivio Storico di Osimo. Sono diplomata in Pianoforte e in Clavicembalo (Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro).
Dal 2012 abito e lavoro in Liguria, dove ho approfondito l’ambito della didattica musicale (abilitandomi all’insegnamento del Pianoforte presso il Conservatorio “N.Paganini” di Genova) e della didattica speciale, cioè rivolta al Sostegno didattico ad alunni con disabilità (Università degli Studi di Genova). Ho vissuto a Chiavari e Genova. Attualmente vivo a Sestri Levante, dove annualmente si svolgono il Riviera International Film Festival e il Festival Andersen.
Sono docente di Pianoforte a tempo indeterminato a Levanto, Monterosso e Deiva Marina.
Abbandono talvolta la Liguria per muovermi tra le Marche e Londra, città in cui ricopro ufficialmente il ruolo di...zia!