Dalla galassia interstellare di John Williams alla Tosca cinematografica per un MOF 2022, tra reale e finzione.

Si conclude la seconda settimana del MOF 2022 con due appuntamenti eccellenti. Sabato 30 Luglio hanno riecheggiato all’interno dell’arena Sferisterio le note musicali di Antonin Dvorak George Gershwin (Americano a Parigi).

Renzetti

Per concludere la serata omaggiando i 90 anni del grande compositore americano lo Sferisterio ha conquistato la navicella spaziale e musicale di John Williams con la Star Wars Suite Sotto la direzione del direttore musicale Donato Renzetti e l’Orchestra Filarmonica Gioacchino Rossini ha donato agli spettatori una messa in scena musicale deliziosa. Il concerto si è concluso in un’esterna fuori dall’arena con un “timido” videomapping di Davide Lupi che ha vestito lo Sferisterio con le immagini e i ritmi della sinfonia di Star Wars. Una serata spaziale tra galassie e mappamondi.

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Renzetti

Appuntamento con Tosca

Il secondo appuntamento in calendario per il MOF2022 è quello della Tosca che conquista il pubblico (almeno in parte) con tutte le sue contraddizioni e le sue sbavature.

Dopo la prima recita pucciniana sold out del 23 luglio e con le repliche a seguire del 24, 29 e 31 Luglio, il primo titolo lirico in Cartellone del Macerata Opera Festival ci regala una prova di coraggio da parte della giovane regista venezuelana Valentina Carrasco. La vicenda dell’opera lirica di Giacomo Puccini in tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica si tenne per la prima volta a Roma al Teatro Costanzi il 14 gennaio 1900 e si traduce in un’opera “diversamente fedele” all’interno di un set cinematografico con l’intraprendente Carrasco.

La scenografia “sovversiva”, così come i personaggi, persino Batman in scena mentre sbuccia una banana seduto su di una lettiga dorata che conversa con  un soldato romano e con una giovane in abiti egizi. Sulla parete dello Sferisterio un richiamo anche al periodo maccartista, l’esasperato clima degli anni Quaranta e Cinquanta, dove gli attori holliwoodiani venivano giudicati perché sospettati di tenere comportamenti simpatizzanti verso i comunisti.

Il MOF 2022 con stile “cinetico” ci regala una Tosca “diversa” ma altrettanto potente. Tutto si gioca sul rapporto fra finzione e realtà, una macchina da presa registra e riproduce sulle mura dell’arena citazioni cinematografiche (da Bunuel a Orson Welles).

La proiezione dei titoli di testa all’inizio di ogni atto conduce lo spettatore dentro ad un film “Marengo”, da quella del Te Deum al banchetto di nobili e cardinali. La direzione musicale del maestro Donato Renzetti sfata la “maledizione della Tosca maceratese” (1995).

Antonio Poli è Cavaradossi efficace sulla scena, meno nel repertorio, soprattutto nel  “Recondita armonia”. Al contrario la meravigliosa Floria Tosca interpreta magistralmente da Carmen Giannattasiol è solida sul piano vocale. Claudio Sgura è uno Scarpia, anche egli robusto vocalmente e distinto quanto basta. Molto bravo anche Alessandro Abis nei panni di un Angelotti con una voce ampia e timbrata, così come il sacrestano Armando Gabba. Anche tutti gli altri personaggi  sono stati all’altezza all’interno di questa sperimentazione cinematografica partendo da Saverio Fiore (Spoletta), Gianni Paci (Sciarrone) e continuando con Franco Di Girolamo (un carceriere) e la giovane Petra Leonori.  Con onore hanno partecipato all’impresa anche il Coro Lirico marchigiano “Vincenzo Bellini”, diretto dall’ottimo Martino Faggiani e i Pueri Cantores “D. Zamberletti”, guidati da Gianluca Paolucci.

Tosca

Il MOF anticipa l’immaginario

Per la 58ª edizione del Macerata Opera Festival, se Puccini anticipa il cinema, la Carrasco anticipa l’immaginario. L’opera lirica viene catapultata dentro ad un set cinematografico (da Fellini a Lars von Trier): un film dentro ad un film. La Tosca di Carrasco è metacinema lirico. Siamo a Hollywood negli anni Cinquanta del Novecento, si sta girando una pellicola ambientata nel 1800, prodotta da Scarpia. Mario e Tosca sono attori di questo film dove si intrecciano vicende intime. La Tosca è finzione (ed emozione), mentre la realtà è quella proiettata in bianco e nero. Proprio in questa contraddizione “meravigliosa” si sciolgono riprese e immagini, dove la componente politica si dissemina in uno spiazzante e imprevedibile cortocircuito cinematografico. Le luci sono curate da Peter Van Praet, i bei costumi sono di Silvia Aymonino.

Scarpia è un produttore cinematografico, Tosca un’attrice. La scenografia (Samal Blak) allestisce la roulotte di Scarpia, un grande affresco per il Te Deum e una torre da cui si vede una sosia di Tosca che corre su per le scale con il corpo spiaccicato sul pavimento alla fine.

Tosca

Un aspetto particolarmente interessante della produzione di Carrasco è stato il modo in cui Scarpia sembrava voler provocare emotivamente Tosca per ottenere da lei una reazione da filmare. Scarpia ne esce come un bieco approfittatore che si serve del potere per soddisfare i suoi intenti arrivisti, molti hanno letto la sua interpretazione anche come un riferimento al discusso Harvey Weinstein, ex produttore cinematografico statunitense, finito nello scandalo per aver commesso molestie sessuali e aggressioni a molte attrici, Cavaradossi viene dipinto come un artista, vittima del sistema di potere creato intorno a lui. L’unica nota negativa, forse sta nella provocazione stessa della Carrasco, sicuramente coraggiosa, ma con il rischio di creare confusione allo spettatore nel seguire l’intera recita lirica-cinematografica, e forse ne resta anche la vittima stessa di qualche incomprensione.

Citazionismo, coraggio, azzardo, denuncia politica sono tutti  ingredienti dove la finzione e la realtà si mescolano, il technicolor e il bianco e nero sono le spezie di questa con-fusione lirica. L’artificio della rappresentazione vuole essere mostrato. Nel passaggio dal totale (il set) al particolare (l’immagine proiettata) l’artificiale ha il sopravvento. In un ampio movimento fisico delle macchine corrisponde un movimento ridotto nel quadro filmico, così la brava regista spiega il suo intervento cinematografico. In fondo la Tosca parla di oggi, di noi e di tutto ciò che accade intorno, tra reale e irreale. Una grande prova di audacia quella di Valentina Carrasco, che ancora una volta stupisce, emozione e turba (dopo l’Aida per il MOF 2021). Una Tosca vittima dello star sytem, fuori dagli schemi e dentro gli schermi, dove le uniche vittime eccellenti sono gli spettatori.

Foto: Luna Simoncini

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diGiorgio Cipolletta

Artista e perfomer italiano, studioso di estetica dei nuovi media. Dopo una laurea in Editoria e comunicazione multimediale, nel 2012 ho conseguito un dottorato di ricerca in Teoria dell’Informazione e della Comunicazione. Attualmente sono professore a contratto per corso di Fotografia e nuove tecnologie visuali presso Unimc. La mia prima pubblicazione è una raccolta di poesie “L’ombra che resta dietro di noi”, per la quale ho ricevuto diversi riconoscimenti in Italia. Nel 2014 ho pubblicato il mio primo saggio Passages metrocorporei. Il corpo-dispositivo per un’estetica della transizione, eum, Macerata. Attualmente sono vicepresidente di CrASh e collaboro con diverse testate editoriali italiane e straniere. Amo leggere, cucinare e viaggiare in modo “indisiciplinato” e sempre alla ricerca del dono dell'ubiquità.