Disponibile da qualche giorno su Netflix c’è La casa di carta 5 – Prima parte. Cinque puntate che rituffano lo spettatore nel caso assoluto della Banca di Spagna, in cui tutto sembra andare per il peggio.
La casa di carta 5 – Prima parte, è infatti l’apoteosi del caos, il momento in cui ogni personaggio arriverà alla perdita di ogni certezza e punto di riferimento.
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La trama
Mentre il Professore è alle prese con l’ispettore Alicia Sierra, che ha trovato il suo nascondiglio, la banda è ancora chiusa nella Banca di Spagna.
Dopo aver salvato Lisbona, ora sembra essere arrivato un momento buio per tutti i protagonisti. E proprio quando sembra che nulla più possa accadere, ecco che entrerà in scena l’esercito. ecco quindi che quella che all’inizio si era configurata come una rapina, ora diventerà una guerra.
Molte cose si perderanno, ma altre si potranno ricostruire, in attesa di capire come terminerà l’intera vicenda.
La casa di carta 5. Prima parte – La recensione
Tanta adrenalina nelle prime cinque puntate de La casa di carta 5, che preparano il terreno per il gran finale, con le ultime 5 puntate previste per il 3 dicembre prossimo.
Mentre la trama subisce un chiaro rallentamento, ciò che viene messo in risalto in questa quinta stagione sono le scene di lotta, le sparatorie e i tanti proiettili che, a differenza delle altre stagioni, stavolta vanno a segno.
In un vortice di violenza e di accelerata verso il finale, ne La casa di carta 5 – Prima parte gli schieramenti sono ancora ben distinti, anche se fanno l’ingresso personaggi nuovi, alcune dinamiche troveranno una conclusione ed altre rimarranno sospese. L’assenza del Professore dal campo di battaglia è il nocciolo della questione, la vera causa dello sbandamento generale, che dipende però più da cause esterne che interne alla banda.
Questo disorientamento generale mette ogni protagonista al di fuori di schemi narrativi già conosciuti, a dinamiche di guerriglia già impostate o a piani studiati a tavolino. L’improvvisazione è il tratto distintivo di questi momenti. Il tutto condito ancora una volta da momenti ironici, attimi pieni di sentimentalismo e flash back.
Su tutte, ancora una volta, spicca la figura di Tokyo, che appare sempre di più il motore della vicenda, oltre che voce narrante. Con lei, e con il Professore dietro le quinte, si ha la certezza che questa sia una serie di “resistenza”, di ideali, di lotta dal basso e di libertà.