Le Benevole

Le Benevole – Jonathan Littel

Quando nel 2006 venne pubblicato Le Benevole di Jonathan Littel, fu chiaro sin da subito che ci stavamo trovando di fronte ad un’opera monumentale. Un libro che, negli anni, è diventato uno dei più importanti del primo decennio del XXI secolo.

Le Benevole è un libro complesso, per le tematiche che affronta e per come le affronta. Uno stile ed un punto di vista nuovi per raccontare il nazismo e l’Olocausto. In questo romanzo la narrazione si fa simbolica, strumento utile per comprendere la realtà.

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La trama

Maximilien Aue è nato in Alsazia da padre tedesco e madre francese. Dirige sotto falso nome una fabbrica di Merletti nel nord della Francia. Un uomo preciso ed efficiente, proprio come quando, dal 1937 al 1945, aveva fatto carriera nelle SS in Germania, durante il nazismo.

Era entrato per caso a farne parte: fermato dalla polizia dopo un incontro omosessuale, si era arruolato per scappare alla denuncia, aiutato da Thomas Hauser, un giovane ufficiale che sarà sempre al suo fianco.

Inizia così un racconto che ci porta al 1941, quando sul fronte orientale Max dà il suo contributo al genocidio di zingari, ebrei e comunisti. Viene trasferito nel Caucaso e poi a Stalingrado, sopravvive ad una ferita alla testa. Durante la convalescenza ristabilisce i contatti con la madre.

A lei attribuisce la scomparsa del padre ed il distacco dalla sorella gemella, con cui era legato da un rapporto incestuoso mai irrisolto. Dopo il rientro in Germania lavora a stretto contatto con la Germania nazionalsocialista, contribuendo ad aumentare la produttività dei detenuti nei campi di concentramento.

La guerra però ormai è persa, e nel corso di una licenza nella villa della sorella, Max resta intrappolato dietro le linee nemiche. Lo salva Thomas, ed insieme raggiungono la capitale del Reich, devastata dai bombardamenti. Qui riesce a scappare grazie alla conoscenza della lingua francese.

Le Benevole – La recensione

Sono stati scritti tanti libri sul nazismo e sull’Olocausto, ma Le Benevole (Einaudi) ha un posto particolare. Non è un romanzo storico vero e proprio, ma una grande opera epica in cui si concentrano storia, eventi, sensazioni e caratteristiche di un’epoca intera, anche dal punto di vista letterario.

Jonathan Littel ci fa rivivere il momento più buio della nostra epoca dal punto di vista dei carnefici. Il suo protagonista si paragona alle furie “benevole” dei Greci che cercano vendetta, si fa parte di noi, ci invita ad accettare quella parte più nera e recondita di noi stessi. Lo storico Pierre Nora disse di questo romanzo che “l’impresa e lo scandalo di questo romanzo sono quelli di ricondurre all’umano l’inumano totale.

Le Benevole non guarda in faccia ai luoghi comuni, anzi li sgretola. Non indora la pillola, anzi mette il dito nella piaga, non ama il politicamente corretto, anzi sembra godere nel vederci allibiti e disorientati. Alcuni hanno affermato che leggendo questo libro il lettore quasi si desensibilizzi su alcune tematiche, tanto arrivano ad essere vicine.

Ma Jonathan Littel crea anche un esempio memorabile di opera che guarda alla memoria, che ripercorre i momenti più tragici della guerra nazista mettendo in primo piano non i fatti storici, ma il modo di viverli.

Un libro necessario insomma, che potrete amare o odiare ma che di sicuro vi lascerà qualcosa.

copertina
Autore
Jonathan Littel
Casa editrice
Einaudi
Anno
2006
Genere
Narrativa
Formato
Brossura
Pagine
956
ISBN
9788806219598
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diDonato Bevilacqua

Proprietario e Direttore editoriale de La Bottega di Hamlin, lettore per passione e per scelta. Dopo una Laurea in Comunicazione Multimediale e un Master in Progettazione ed Organizzazione di eventi culturali, negli ultimi anni ho collaborato con importanti società di informazione e promozione del territorio. Mi occupo di redazione, contenuti e progettazione per Enti, Associazioni ed Organizzazioni, e svolgo attività di Content Manager.