Erskine Caldwell è uno degli scrittori americani più importanti del XX secolo, anche se il suo nome non viene d’acchito associato a Hemingway, Scott Fitzgerald, Faulkner o Kerouac.
Appartenente anche lui a quella Generazione Perduta che ha espresso veri talenti letterari e non solo, Erskine Caldwell è il cantore della povera gente del sud degli Stati Uniti. E’ il difensore degli umili e degli oppressi, è tragicità e paradosso, è il portavoce dei disastri umani ed economici della Grande Depressione.
Ogni suo libro è uno schiaffo ai benpensanti, alla retorica politica, all’America buonista.
Ha cavalcato “…l’immenso potere dei romanzi e della paura che spesso la cultura fa alla gente”.
Ha suscitato ira, scalpore, rabbia.
Ha pagato personalmente con persecuzioni e denunce che non lo hanno mai piegato ai voleri dei grandi poteri e dell’apparenza cinica del “Don’t worry. It’s all right!”
In una ardua scelta tipo “il meglio di”, tre sono i suoi libri che debbono assolutamente essere letti da chi non conosce questo autore e il suo stile crudo, lento e al tempo stesso forte e vigoroso.
Leggi anche – Fermento di luglio. La recensione di uno dei capolavori di Erskine Caldwell
Bastardo
E’ il primo libro di un giovane ventiseienne nato e cresciuto in Georgia, che sente il dovere di denunciare, di raccontare quello che sta avvenendo tra la popolazione povera americana di un disastrato sud. Nel 1929, quando venne pubblicato, ne fu subito vietata la diffusione e le copie sequestrate.
La via del tabacco
Edito nel 1932, viene pubblicato in Italia da Rizzoli nel 1940.
Anche questo censurato, vietato, sequestrato è stato poi dichiarato uno dei cento libri più importanti del Novecento dalla Modern Library, uno delle più importanti case editrici americane.
Ambientato nel profondo sud della Georgia, dove Caldwell nacque il 17 dicembre 1903, ruota intorno alle vicende di una famiglia di bianchi, impoverita dalla Grande Depressione, che si ostina a rincorrere un sogno irrealizzabile, a sognare una vita che non potrà essere.
I personaggi sono attentamente e profondamente descritti tanto da renderli veri, presenti, insopportabili nella loro cocciutaggine.
Il piccolo campo
Pubblicato nel 1933, poteva anche questo romanzo non provocargli guai giudiziari, persecuzioni, ostracismo? Infatti gli procurò addirittura l’arresto e su di lui gravarono ancora le accuse relative al primo libro, Bastardo.
Liberato e scagionato, Il piccolo campo decretò il successo pieno dell’autore e la sua consacrazione tra i grandi.
Anche qui è ancora il profondo sud, la povertà che esprime violenza, le bassezze di disperati senza possibilità di riscatto in una lotta fratricida.
Ancora una volta Erskine Caldwell entra nelle vicende di una famiglia divenuta povera e disperata che sogna il riscatto e la ricchezza facile, sorretta dalla speranza incrollabile di trovare l’oro nel campo intorno a casa.
Le sue non sono storie di poveri neri ignoranti con le pezze al culo, ma a rendere ancora più drammatica la narrazione e a suscitare scandalo sono personaggi che appartengono a famiglie di bianchi che hanno perduto tutto e ostentano una dignità che non gli appartiene più. Vittime del mondo e di se stessi, lacerati nel loro vivere quotidiano.
Le sue storie sono un molle blues del sud, ma interpretato da bianchi.
Muore l’11 aprile del 1987 a Paradise Valley in Arizona, lontano da quel sud che ha rappresentato il suo occhio sul mondo reale, sui disastri dell’economia e delle grandi strategie dei poteri forti.