Macchine mortali è un blockbuster del 2018 prodotto da Peter Jackson con la regia di Christian Rivers. Uno spettacolare film d’azione con straordinari effetti speciali ma con poca struttura narrativa. La pellicola è la trasposizione di una saga letteraria in stile young adult.
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Le macchine quindi sono i mezzi attraverso i quali le società e le nazioni si sono riorganizzate. Il contesto è il ritorno ad un’era coloniale, una proiezione all’indietro di mille anni che si presenta con guerre, carestie, desolazioni e ribellioni.
La trama di Macchine mortali di Christian Rivers
Una guerra ha distrutto il mondo intero in soli 60 minuti, tanto che la geografia del globo è cambiata. Londra è ora una città predatrice in movimento, grazie a macchine speciali che gli permettono di muoversi per predare le altre terre.
In questo futuro distopico si muovono i protagonisti della vicenda: Tom (esperto in reperti storici e tecnologie militari), Thaddeus Valentine, sua figlia Katherine ed Hester Shaw, una ragazza che vuole vendicare la morte di sua madre per mano proprio di Valentine, e lotta quindi contro il sistema. Sarà il fallimento dell’attentato di Hester a dare inizio a fughe e battaglie all’ultimo sangue, fino all’incontro con Anna Fang.
La recensione
Christian Rivers non si sottrae al gioco ed inserisce alcune battute sull’attuale rapporto tra Regno Unito ed Europa, con la Brexit mai citata ma sempre protagonista. I riferimenti ad eventi e fatti storici sono sempre dietro l’angolo, per un film che non fa certo dell’originalità dell’impianto narrativo la sua arma vincente.
Alcuni critici hanno osservato come Macchine mortali tradisca un po’ le aspettative dal punto di vista visivo e delle atmosfere, che sembrano poco “sporche” e a volte piatte. La proiezione futuristica del contesto e delle ambientazioni risulta in alcuni tratti eccessiva, lasciando al pubblico solo le briciole dei richiami all’epoca della rivoluzione industriale e dell’avanzata colonizzatrice inglese.
Vero è che nell’ultima parte del film sono espliciti i richiami allo scontro tra Inghilterra e Cina.
Come detto, Macchine mortali è la trasposizione di una saga letteraria in perfetto stile young adult, ma nel lavoro di proiezione e di trasformazione cinematografica qualcosa sembra essersi perso per strada, soprattutto per quanto concerne l’elemento umano dei personaggi.
A fare da contraltare c’è una velocità ed una ricchezza di azione senza eguali, con un climax che non conosce riposo: battaglie violente, intrighi di palazzo, esilio dei personaggi, armi segrete, robot. Proprio la figura di Shrike (che nella versione originale del film è anche la voce narrante) sembra essere la più riuscita della pellicola. Ha cresciuto Hester ed ora cerca di riprenderla con sé salvandola dal dolore che la rende, appunto, “umana”. Nel finale però le parti si invertono e scopriremo il vero cuore del robot.
Anche la storia d’amore che cresce e sboccia non sembra avere la giusta forza per imporsi sul resto, manca di magia e di atmosfera.
Da sottolineare sono invece alcuni aspetti per così dire “tecnici” nei quali Macchine mortali si distingue in positivo. Innanzitutto i costumi, davvero azzeccati e appropriati con lo stile del film. Ma sono gli effetti speciali il vero punto forte del film di Christian Rivers. Il produttore, Peter Jackson, ha scelto un team che nella produzione ha fatto centro, creando una scenografia ed una computer grafica da ricordare.
Macchine mortali ha più punti deboli che cose da ricordare. Nell’eterno scontro tra passato e futuro, che in questo caso tocca anche padri e figlie/i, vincono gli effetti speciali, lasciandoci la sensazione di qualcosa di non concluso, di non ben approfondito, ma di già visto.
Christian Rivers
Genere
fantasy
Anno
2018
Attori
Hugo Weaving - Hera Hilmar - Robert Sheehan -
Durata
128 minuti
Paese
USA